Giudici e immigrazione, diritto e non pregiudizio

Una recente decisione del Tribunale di Napoli

Giudici e immigrazione, diritto e non pregiudizio

Un quotidiano attacca la decisione che riconosce la protezione umanitaria per l'emergenza sanitaria nel paese d'origine e accusa il tribunale di Napoli di usare la pandemia come una scusa per "spalancare i porti ai migranti". E la stessa sorte tocca alla nota che commenta il provvedimento. I diritti, però, non possono piegarsi a logiche politiche o di propaganda.

L’articolo pubblicato sul quotidiano “La Verità” dal titolo “Alle toghe rosse piace il salvacondotto che spalanca i porti con la scusa del Covid”, riferendosi ad un articolo pubblicato su Questione Giustizia ove si commentava un provvedimento del Tribunale di Napoli, suscita profonda preoccupazione.

La critica ragionata dei provvedimenti giudiziari fondata su argomenti giuridici e su diverse opzioni interpretative della normativa è sicuramente utile e fa crescere la giurisdizione. In questo caso, però, oltre a “bollare” come toga rossa, in senso evidentemente dispregiativo, la giudice che ha redatto la nota a sentenza (https://www.questionegiustizia.it/articolo/l-emergenza-sanitaria-da-covid-19-nel-paese-d-origine-integra-uno-dei-presupposti-per-il-riconoscimento-della-protezione-umanitaria), si esprime un giudizio sul provvedimento e sulla nota  che nulla ha di giuridico, ma è evidentemente fondato su un pregiudizio ideologico che pare dominare il dibattito pubblico sulla delicata materia dei migranti e dei richiedenti asilo.

La materia è governata in gran parte da norme aventi natura sovraordinata, interne (i diritti inviolabili sanciti nella Costituzione che appartengono a tutte le persone umane), e sovranazionali: dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, alla Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status di rifugiato, alla Convenzione europea dei diritti umani e alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Tutte fonti che tutelano i diritti inviolabili delle persone a prescindere dalla nazionalità, dal sesso, dalla religione, dall’etnia, dal territorio in cui si trovano e dalla regolarità del soggiorno (come prevede anche l’art. 2 del Testo Unico Immigrazione), e tra questi vi è senz’altro il diritto alla salute (sul punto c’è una vasta giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Corti sovranazionali).

La normativa interna sul diritto di asilo, poi, è di derivazione europea e stabilisce di regola il diritto del richiedente asilo a soggiornare sul territorio in attesa dell’esito definitivo della sua domanda.

Coloro che arrivano sul nostro territorio sono persone che in moltissimi casi hanno diritto all’asilo (come dimostrano le statistiche delle Commissioni territoriali – organi amministrativi - e poi dei Tribunali, anche a livello europeo).

Il respingimento è vietato in modo assoluto dall’art. 3 della CEDU e dall’art. 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea se comporta il rischio di trattamenti inumani e degradanti, per cui è previsto che chi arriva alla frontiera venga informato del suo diritto di chiedere asilo.

La materia è molto complessa e si avvale di fonti multilivello, sia normative che giurisprudenziali.

Giudici, Avvocati, Funzionari amministrativi specializzati con studio e dedizione si occupano di questa materia. Questione Giustizia è rivista che rispecchia la ricchezza del dibattito sui diritti fondamentali ed è aperta ai contributi di quanti si dedicano ai temi dell’immigrazione.

La tutela e la garanzia dei diritti inviolabili riguarda tutti, anche chi straniero non è.

Il compito della giurisdizione in questo campo costituisce un presidio di cui è molto rischioso fare a meno, come l’esperienza di molti paesi a noi vicini insegna.

21/07/2020

Articoli Correlati

Eventi

Relazione sull'accesso di Magistratura democratica alla Rems di Calvi Risorta del 16 novembre 2024


Il 16 novembre 2024, la sezione napoletana di Md ha organizzato un accesso alla Rems di Calvi Risorta (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza) cui hanno partecipato, oltre ad alcuni iscritti all’associazione, anche magistrati non iscritti ed avvocati dell’Associazione Antigone Campania. 

Comunicati

Il Csm interviene a tutela del Tribunale di Bologna


Ci troviamo in un momento storico in cui si ripetono – con frequenza e intensità crescente – ripetute aggressioni mediatiche alla persona di singoli magistrati: si tratta di attacchi gravi per i toni utilizzati – spesso sguaiati, gratuitamente offensivi, quando non violenti – e perché, spesso, provengono da persone che rivestono alti incarichi istituzionali; dichiarazioni che, poi, risultano amplificate dai media, talora con un’ulteriore esasperazione dei toni che rischia di sollecitare – come già sta avvenendo – risentimento e violenza verbale verso chi ha il torto di esercitare una pubblica funzione. 

Comunicati

Il Csm riprenda a esercitare la sua funzione di tutela della credibilità dell’Ordine giudiziario


Si ripetono con sempre maggiore frequenza gravi attacchi ai magistrati che – nell’esercizio delle loro funzioni – assumono decisioni sgradite alla contingente maggioranza politica. 

Noi e Medel

Dichiarazione sugli attacchi contro la magistratura italiana


MEDEL esprime forte preoccupazione per gli attacchi pubblici e la campagna mediatica in corso contro la magistratura a seguito delle decisioni emesse dalla sezione della protezione internazionale del Tribunale di Roma in relazione ai primi casi di applicazione del cd. Protocollo Italia-Albania.

Comunicati

Le conseguenze della “gogna mediatica”: Silvia Albano denuncia le minacce ricevute alla Procura di Roma


Silvia Albano, giudice esperta in materia di immigrazione, ha da sempre rilasciato interviste di taglio divulgativo sul tema della sua specializzazione, ha partecipato a convegni e occasioni di approfondimento insieme ad altri magistrati, ad avvocati e professori universitari.