L’Associazione nazionale magistrati deve contribuire in modo deciso al superamento dei fenomeni di modestia etica che hanno compromesso la credibilità della magistratura e il lecito funzionamento del sistema di governo autonomo.
La scelta di un dirigente, dei componenti della Procura Nazionale Antimafia, dei magistrati di legittimità, deve essere sottratta a logiche di appartenenza e a prassi non trasparenti (perché ciò è non di rado e anche di recente accaduto).
La costruzione di una cultura della discrezionalità e di regole che ne disciplinano l’esercizio in modo trasparente non può però essere un terreno di impegno solo per il circuito di governo autonomo. Si tratta di un tema che può e deve coinvolgere la riflessione culturale di tutta la magistratura associata.
Magistratura democratica – non da sola – ha provato ad imprimere un cambiamento di metodo.
La nostra proposta non è stata accolta. Riteniamo che questo passaggio marchi significativi punti di differenza rispetto ad altri gruppi associativi. Ma – pur non accolta la nostra proposta – il nostro impegno su questo terreno non si ferma qui.
Proseguiremo – in ambito associativo e consiliare – nel tentativo di costruire una cultura della discrezionalità e della trasparenza che induca governo autonomo e gruppi associativi ad abbandonare la prassi di decisioni condizionate da logiche di appartenenza.