Il tasso di sovraffollamento, il numero di suicidi, le criticità nell’assistenza sanitaria espongono le persone detenute e quelle che in carcere lavorano ad una quotidianità che pone in discussione i diritti fondamentali della persona e compromette la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come insita nell’esecuzione della pena.
L’ Associazione nazionale magistrati deve essere attore positivo di un cambiamento culturale e politico che renda il carcere compatibile con il senso di umanità e il principio rieducativo della pena.
L’Associazione nazionale magistrati deve coltivare nelle sedi istituzionali le proposte finalizzate alla riduzione del sovraffollamento (come la liberazione anticipata speciale, l’amnistia e l’indulto), al potenziamento degli UEPE, agli aumenti degli organici di operatori, intermediari e personale sanitario, alla formazione del personale di polizia penitenziaria.
L’Associazione nazionale magistrati deve organizzare sul territorio incontri finalizzati a far conoscere ai magistrati la realtà carceraria e dei luoghi di detenzione (REMS, CPR) e diffondere le buone prassi di applicazione delle pene sostitutive.