Opg
Documento di Psichiatria Democratica
Il percorso legislativo verso la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari sembra destinato a concludersi positivamente. Abbiamo già detto quale sia l'importanza di questa scelta. Una scelta che non ha mancato e non mancherà di suscitare critiche e polemiche. E', infatti, una scelta coraggiosa e difficile. L'appovazione della legge costituirà solo un primo passo e dovrà essere seguita da condotte coerenti ed efficaci, che ne consentano l'applicazione e si facciano carico della complessità delle soluzioni.
Troppe volte abbiamo assistito a buone leggi che sono state emanate senza che seguissero gli strumenti operativi; oltre a scaricare sulle famiglie e sul volontariato compiti propri delle istituzioni, quelle carenze hanno restituito voce agli oppositori della legge, che nelle difficoltà pratiche hanno trovato facile rimettere in discussione le scelte di fondo. Questo non deve avvenire, non sulla pelle dei più deboli, non sulla pelle di coloro che li seguono e li debbono accompagnare nel nuovo futuro percorso. Per questo il documento di Psichiatria Democratica è importante e ci deve far riflettere fin da oggi.
Luigi Marini
Presidente di Magistratura Democratica
PSICHIATRIA DEMOCRATICA
OPG: Ora comincia il lungo processo di deistituzionalizzazione.
Per Psichiatria Democratica (PD), l'Associazione fondata da Franco Basaglia e che in questi anni si è battuta per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, il momento attuale è assai delicato in quanto occorre definire bene i percorsi politico/amministrativi necessari per governare, in maniera adeguata, l'intero processo.
Per i Dirigenti Nazionali di Psichiatria Democratica, Cesare Bondioli, Emilio Lupo e Luigi Attenasio guai ad abbassare la guardia e a dare per scontati i passaggi che porteranno le persone dagli OPG al territorio.
Gli esponenti di PD, anche a nome dell'intera Associazione, infatti, non si stancano di ripetere che tenere alta la guardia dovrà, nei fatti, garantire quanto segue:
1) La titolarietà dei progetti - beninteso personalizzati - resta appannaggio del Servizio Sanitario Nazionale che la espleterà in tutte le forme che riterrà opportune, avvalendosi dei suoi Dipartimenti di Salute Mentale e delle loro articolazioni funzionali. La centralità del Servizio pubblico è, per Psichiatria Democratica, garanzia da un lato di attiva partecipazione di tutti gli attori in campo (Utenti,familiari,operatori, Enti, volontariato, cooperazione sociale etc.) e, dall'altro, di contrasto a tutte le forme di privato mercantile che potrebbero essere interessate alla gestione nelle singole realtà regionali;
2) La definizione del finanziamento, in maniera da garantire un budget adeguato ai diversi bisogni (casa, progetto lavorativo etc.) e che sia vincolato in ragione dei suindicati progetti per ciascun utente;
3) L'emanazione da parte del Governo di un Regolamento attuativo che - d'intesa con le Regioni e garantendosi il coordinamento del Presidente Errani - indichi, dettagliatamente, modi, tempi e risorse,umane ed economiche, da impegnare nel complesso processo di dismissione in grado di sostenere, concretamente, i sempre più asfittici Dipartimenti di Salute Mentale ( insieme alla costituzione di equipes di dismissioni, a tempo);
4) Che si affronti, contestualmente, sia il tema della pericolosità sociale da infermità mentale -della quale PD chiede l'abolizione - come l'istituto della imputabilità-inimputabilità per infermità di mente da cui quello deriva.
Psichiatria Democratica da ultimo vuole ribadire che questo degli OPG, come ogni progetto di deistituzionalizzazione, non sarà un processo breve nè tantomeno esclusivamente legato alle normative ma che dovrà vivere, attraversare e cambiare culture e prassi . Che non ci sono nè scorciatoie nè esemplificazioni ma solo un duro, costante lavoro che, sul territorio, dovrà vedere ancora una volta impegnati ed uniti quanti -a vario titolo - pongono al centro del loro fare/pensare i diritti di quanti non ce la fanno da soli.
Napoli -11 Febbraio 2012
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