I primi compiti del nuovo Comitato direttivo centrale dell’ANM

Il nuovo Comitato direttivo centrale dell’ANM ha davanti a sé compiti difficili e fondamentali per la difesa dello stato di diritto. 

Siamo certi che il CDC saprà eleggere Presidente e Giunta tempestivamente, senza che i gruppi antepongano i propri interessi di corto respiro. 

Lo sciopero, proclamato per il 27 febbraio, deve essere organizzato e sostenuto ed è necessario che tutta l’associazione, non solo il presidente e la GEC che saranno nominati nella prima seduta, si impegnino a fondo e senza risparmiare energie per la riuscita della protesta, proclamata dal CDC uscente dopo il rifiuto di qualunque forma di interlocuzione e dialogo, un dibattito parlamentare blindato. 

Lo sciopero, però, proprio perché scelta obbligata per segnalare l’emergenza, è un punto di partenza, non di arrivo, della battaglia per la difesa dei principi fondamentali posti dalla costituzione a difesa dei diritti di ciascuna cittadino.

È fondamentale la sua riuscita, che potrà dare maggiore forza e vigore alle iniziative successive, che non possono mancare.

Sulla scia delle esperienze maturate nelle precedenti mobilitazioni, non solo della magistratura italiana, ma tenendo conto delle esperienze virtuose di magistrati europei che si sono trovati a fronteggiare riforme che minacciavano l’indipendenza e imparzialità della magistratura rispetto agli altri poteri, indichiamo fin d’ora alcuni punti imprescindibili.

–        L’immediata istituzione del Comitato di sostegno alle iniziative referendarie, strumento deliberato dalla straordinaria Assemblea del 15 dicembre 2024

–        Il mandato alla GEC e alle GES perché organizzino iniziative, meglio se articolate in più momenti, coinvolgendo anche attori esterni alla giurisdizione, che già si sono dimostrati disponibili alla collaborazione con l’ANM; le iniziative saranno dirette alla società civile, al mondo della scuola e dell’università, alle associazioni.

–        L’interlocuzione con le associazioni di magistrati europei, alcune delle quali hanno già ricevuto il sostegno dell’ANM in battaglie per la difesa dell’indipendenza;

–        La collaborazione con le organizzazioni sindacali della giustizia e più in generale con coloro che hanno già manifestato il sostegno alle ottime ragioni della nostra associazione nei confronti della riforma.

–        L’ulteriore attenzione e potenziamento della comunicazione tradizionale e attraverso i social media, con creazione di contenuti adeguati e comprensibili alla generalità dei cittadini;

–        La messa a disposizione, per il magistrato che subisca attacchi a causa di provvedimenti emessi, un professionista della comunicazione che sia in grado di far comprendere alla generalità dei cittadini gli esatti termini della questione, così ottenendo il duplice effetto di informare correttamente e difendere il magistrato

Siamo certi che nessun gruppo e nessun singolo componente farà mancare il proprio impegno senza riserve per conseguire un risultato irrinunciabile. Fermare con gli strumenti della democrazia, una riforma sbagliata, inutile, dannosa.

Il gruppo di Magistratura Democratica in CDC