La Scuola Superiore e il problema del metodo

Comunicati

La Scuola Superiore e il problema del metodo


La Scuola Superiore della Magistratura è baluardo insostituibile dell’indipendenza culturale della magistratura e il cardine della formazione.  


La formazione è il luogo in cui le nuove generazioni di magistrati si confrontano con la complessità del servizio che saranno chiamate a rendere; è il luogo in cui ad ogni magistrato è offerta la possibilità di interrogarsi sulle complessità della funzione giudiziaria, nel confronto con altri saperi, con le altre istituzioni, interne e sovranazionali, e con una società sempre più articolata e complessa. 


È in questa prospettiva che riteniamo che momento essenziale sia la nomina del Comitato Direttivo che – come tutta la “vita della Scuola” – deve essere informato al pluralismo culturale e al pluralismo di competenze. 


Sempre in questa prospettiva, abbiamo visto con favore l’iniziativa di tre consiglieri del CSM (Fontana, Miele, Mirenda) che segnalava la necessità di procedere alle designazioni di competenza del Consiglio all’esito di una “analitica valutazione comparativa di tutti gli aspiranti”, con particolare attenzione alle candidature aventi professionalità specifica in alcune aree tematiche centrali in questo momento storico, tenendo conto, “oltre che dell’attività giudiziaria, della produzione scientifica e delle esperienze di attività formativa”. 


Quell’iniziativa era essenzialmente tesa a consolidare e rafforzare la legittimazione del Comitato Direttivo: era una richiesta che indirizzava verso un obiettivo (la designazione di un Comitato Direttivo plurale per competenze e autorevole per caratura professionale) e suggeriva un metodo (la predeterminazione dei criteri da seguire nella selezione; la selezione da effettuare all’esito dell’istruttoria svolta su tutti i candidati). Metodo idoneo a limitare i cortocircuiti davanti al giudice amministrativo che bene non fanno alle istituzioni (come avvenuto in occasione della designazione del precedente Comitato Direttivo). 


Apprendiamo da notizie di stampa che la Sesta Commissione del CSM ha votato la proposta riguardante la nomina di sei magistrati componenti del prossimo Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura.  


Non essendo stati chiariti i criteri di metodo istruttorio e quelli di scelta (non esplicitati nel bando e non espressi preventivamente dalla Sesta Commissione) non ci resta che prendere atto di tale designazione, evidenziando da subito taluni profili di criticità che vediamo nell’iter seguito in questa procedura, anche per quanto attiene alla garanzia della parità di genere, essendo presente una sola donna tra i sei proposti, ed alla presenza quasi esclusiva di magistrati di Cassazione.


Non è in discussione il prestigio dei candidati proposti, ma il metodo. 


La richiesta di criteri predeterminati e conoscibili e di procedure trasparenti è peraltro ben lontana dal desiderio di creare indebite tensioni e ha lo scopo non di certo di sminuire i candidati, ma è rivolta a valorizzarli, in base all’idea che il dovuto rispetto delle loro competenze non possa mai realizzarsi in un contesto di opacità. 


Auspichiamo allora una chiara scelta di metodo per il futuro, nell’interesse della piena legittimazione dei candidati selezionati e, soprattutto, della Scuola Superiore della Magistratura.

 

L’Esecutivo di Magistratura democratica

 

22/01/2024

Articoli Correlati

Nota della Presidente di Magistratura democratica

Gli effetti dell’allargamento dell’elenco dei “Paesi sicuri”


La Presidente di Magistratura democratica, Silvia Albano, ha diffuso una nota in cui si spiegano gli effetti pratici del decreto ministeriale 7 maggio 2024 con il quale è stato allargato l’elenco dei Paesi sicuri a ulteriori Paesi (indicati all’inizio del testo), includendo così i Paesi di origine da cui proviene la maggioranza dei migranti.

Comunicati

Il carcere: tra dignità umana e rieducazione


Il tasso di sovraffollamento, il numero di suicidi, le criticità nell’assistenza sanitaria espongono le persone detenute e quelle che in carcere lavorano a una quotidianità che rischia di porre in discussione i diritti fondamentali della persona e compromettere la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come coessenziale all’esecuzione delle pene.  

Comunicati

25 Aprile, Costituzione, giurisdizione


Il fascismo fu anche giurisdizione.


Fu il Tribunale speciale per la difesa dello Stato istituito nel 1926 (e ricostituito nella Repubblica sociale italiana) che inflisse agli antifascisti decine di migliaia di anni di reclusione, confino, sorveglianza speciale di polizia.


Fu il “servile e osannante conformismo” (parole di Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente) condiviso da una parte della magistratura e da buona parte delle “alte magistrature” immortalate nella cronaca dell’apertura dell’anno giudiziario del 1940 mentre acclamano il duce che riceve i capi degli uffici giudiziari a Palazzo Venezia.


La democrazia costituzionale esige che il quadro normativo che regola lo svolgimento della funzione giusrisdizionale non diventi lesione del ruolo costituzionale della giurisdizione; e che, nell’intera loro attività, i magistrati riescano a “essere la Costituzione” rifiutando il conformismo, non nelle sue ultime e drammatiche esternazioni ma sin dalle sue prime manifestazioni.

Comunicati

La riforma del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria: un’opportunità da cogliere senza esitazioni


Magistratura democratica, ad esito di una elaborazione collettiva del gruppo, maturata nel tempo, offre alla riflessione delle istituzioni, della magistratura associata e di tutti i magistrati e i giuristi, una riflessione sull’attuazione del decreto legislativo n. 44 del 2024.


I compiti che il CSM dovrà svolgere per attuare la riforma della dirigenza giudiziaria consentono, se lo si vorrà, di dare strumenti per la trasparenza e la leggibilità delle scelte, che valorizzando la scelta di criteri generali piuttosto che di criteri sulla singola nomina, può consentire di combattere l’indispensabile battaglia contro il carrierismo e il clientelismo da troppo tempo rimandata.