Magistratura democratica
Pur essendo una componente dell’Anm, Magistratura democratica ha, rispetto a quest'ultima, una precisa autonomia, non solo in termini statutari, ma anche nella concreta partecipazione alle iniziative delle due associazioni: è possibile aderire a Magistratura democratica senza aderire all'Anm.
Md è presente nel dibattito giuridico, culturale e sociale con la Rivista trimestrale Questione Giustizia e Questione Giustizia on line e promuove insieme all'ASGI la Rivista Diritto, immigrazione e cittadinanza. Md aderisce a Medel di cui non fa parte l'Anm.
Gli scopi di Md sono contenuti nella Mozione costitutiva del 1964 e nello Statuto, e sono chiaramente desumibili dalla storia del gruppo e coerenti con quelli indicati nello statuto di Medel, il cui art. 2 recita:
L’Associazione ha come obiettivi:
- lo sviluppo di una cultura giurisdizionale europea fondata sul rispetto, in ogni circostanza, dei principi dello Stato di diritto democratico, tra i quali spiccano in primo luogo il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
- la protezione delle differenze tra gli esseri umani e dei diritti delle minoranze, specialmente dei diritti degli immigrati e dei meno abbienti, in una prospettiva di emancipazione sociale dei più deboli;
- il sostegno all'integrazione comunitaria europea, in vista della creazione di una unione politica europea preoccupata della giustizia sociale;
- la difesa dell'indipendenza del potere giudiziario nei confronti sia di ogni altro potere che di interessi particolari;
- la ricerca e la promozione delle tecniche organizzative idonee a garantire un servizio giudiziario rispondente al principio di trasparenza e tale da permettere il controllo dei cittadini sul suo funzionamento;
- la democratizzazione della magistratura, nel reclutamento e nelle condizioni di esercizio della professione, sostituendo il principio democratico a quello gerarchico, specialmente nel governo del corpo giudiziario;
- l'affermazione del diritto dei magistrati, come di tutti i cittadini, alle libertà di riunione e azione collettiva;
- la promozione di una cultura giuridica democratica tra i magistrati dei diversi Paesi, attraverso lo scambio di informazioni e lo studio di argomenti comuni.
Breve bibliografia
Su Magistratura democratica esiste ormai una vera e propria letteratura perché – come ha scritto Vladimiro Zagrebelsky – «le posizioni di Md hanno influenzato il dibattito intorno alla magistratura come quelle di nessun altro gruppo di magistrati». Un percorso bibliografico di base impone, dunque, delle scelte. Ci si limiterà per questo ai testi fondamentali omettendo quelli che toccano la vicenda di Md solo marginalmente o che ne danno letture soprattutto soggettive o di carattere esclusivamente polemico.
I primi testi vengono dall’interno: anzitutto il numero speciale della rivista Il Ponte, pubblicato il 31 luglio 1968 (quattro anni dopo la costituzione del gruppo), dal titolo La magistratura in Italia, contente una pluralità di interventi (che costituiscono il primo manifesto di Md) e la doppia introduzione di Enzo Enriques Agnoletti e di Marco Ramat, e, poi, Salvatore Senese, Le vicende del pluralismo nella magistratura italiana, in Democrazia e diritto, 1968, n. 4-5.
Di qualche anno dopo i testi in qualche modo storici sulla vicenda di Magistratura democratica:
- S. Pappalardo, Gli iconoclasti. Magistratura democratica nel quadro della Associazione nazionale magistrati, Franco Angeli, 1987;
- G. Cipriani, Giudici contro. Le schedature dei servizi segreti, Editori Riuniti, 1994;
- G. Palombarini, Giudici a sinistra. I 36 anni della storia di Magistratura democratica: una proposta per una nuova politica per la giustizia, Edizioni scientifiche italiane, 2000;
- L. Pepino, L’attualità di un’eresia. Contributi per una storia di Magistratura democratica, in L. Pepino (a cura di), L’eresia di Magistratura democratica. Viaggio negli scritti di Giuseppe Borrè, Franco Angeli, 2001;
- G. Palombarini, La variabile indipendente. Quale giustizia negli anni duemila, Dedalo, 2006;
- G. Palombarini e G. Viglietta, La Costituzione e i diritti. Una storia italiana (La vicenda di Md dal primo governo di centro-sinistra all’ultimo governo Berlusconi), Edizioni scientifiche italiane, 2011.
La storia di Magistratura democratica si intreccia, ovviamente, con quella dell’Associazione nazionale magistrati ed è, dunque, d’obbligo il richiamo ad alcune storie generali:
- R. Canosa e P. Federico, La magistratura in Italia dal 1945 a oggi, Il Mulino, Bologna, 1974;
- R. Canosa, Storia della magistratura in Italia. Da piazza Fontana a Mani pulite, Baldini&Castoldi, 1996;
- E. Bruti Liberati, La magistratura dall’attuazione della Costituzione agli anni novanta, in Storia dell’Italia repubblicana, vol. III, Einaudi, Torino, 1997;
- V. Zagrebelsky, La magistratura ordinaria dalla Costituzione ad oggi, in Storia d’Italia, Annali 14, Legge, diritto, giustizia, a cura di L. Violante, Einaudi, 1998;
- A. Meniconi, Storia della magistratura italiana, Il Mulino, 2012.
Sui primi passi di Magistratura democratica merita ricordare:
- La magistratura italiana nel sistema politico e nell’ordinamento costituzionale, atti del seminario di Pisa del 28 aprile 1977 con relazione introduttiva di Salvatore Senese (Giuffrè, 1978);
- M. Ramat (a cura di), Storia di un magistrato, Manifestolibri, Roma, 1986;
- M. Ramat, Gli «spiccioli» di Magistratura democratica, in S. Mannuzzu e F. Clementi, Crisi della giurisdizione e crisi della politica, Franco Angeli, 1988.
Molti i testi sulle idee di Magistratura democratica (che si affiancano agli atti dei congressi e all’approfondito dibattito sulle Riviste promosse dal gruppo, Quale giustizia e, poi, Questione giustizia). Su tutti:
- G. Borrè, Le scelte di Magistratura democratica
- L. Ferrajoli, Per una storia delle idee di Md
- S. Senese, La vicenda culturale e politica di Magistratura democratica
tutti in N. Rossi [a cura di], Giudici e democrazia. La magistratura progressista nel mutamento istituzionale, Franco Angeli, 1994.