Sergio Rossetti

Candidato alle elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati
26 - 27 - 28 gennaio 2025

 


Perchè Md, le mie idee

Giudice del Tribunale di Milano

 

In magistratura dal 2007, ho sempre svolto funzioni di giudice civile e, in particolare, di giudice delegato alle procedure concorsuali e giudice dell’esecuzioni, prima a Lodi e poi a Milano.

Nei primi anni da magistrato ho provato a crescere dal punto di vista tecnico, dedicando molte energie al lavoro, al CeSPEC – un’associazione di magistrati il cui obiettivo è l’efficacia delle procedure esecutive, concorsuali e il diritto penale dell’economia – e alla Formazione Decentrata di Milano.

Ne ho tratto enormi soddisfazioni professionali, essendo oggi parte, dopo tanti anni, di quella comunità di specialisti che contribuisce al dibattito sul diritto concorsuale.

Dal 2019, però, dopo l’emersione di quei gravi fatti che hanno reso lampante come il sistema delle nomine negli uffici giudiziari fosse corrotto da un sistema spartitorio a cui, per alcune nomine, non era estranea la politica (ne parlo all’esito di un’amara riflessione su Mani Pulite), ho deciso di impegnarmi attivamente nell’associazionismo giudiziario e di seguire con maggiore attenzione i temi del governo autonomo della magistratura.

Sono stato eletto nella GES di Milano che in questi anni - accanto a momenti di ricordo di Emilio Alessandrini e Guido Galli come magistrati a cui ispirarsi contro l’attuale decadenza dei costumi e di riflessione in termini attuali di alcuni eventi storici come Mani Pulite e i 60 anni di ingresso delle donne in magistratura - ha preso una posizione netta e ha promosso iniziative tempestive contro gli attacchi all’autonomia e all’indipendenza della magistratura mossi dal Governo nei confronti dei colleghi di Milano che si sono occupati del caso USS. 

I prossimi anni saranno fondamentali per continuare a garantire ai cittadini una magistratura autonoma e indipendente come elemento necessario di una società effettivamente democratica.

L’opposizione alle riforme costituzionali annunciate deve vedere una magistratura unita e compatta, ma ciò non può volere dire cancellare le profonde diversità di vedute che pure esistono tra i diversi gruppi che si confrontano in questa campagna elettorale.

La riflessione al nostro interno, ad esempio, non può fare finta di non vedere come – almeno con riferimento alle ragioni addotte a sostegno del sorteggio – l’attuale CSM, con il nuovo TU sulla Dirigenza appena varato, non abbia impresso un radicale cambio di passo rispetto al passato preferendo, con un inedito accordo tra AreaDG e MI, a un sistema che limiti fortemente e a priori la discrezionalità del Consiglio, un sistema che ancora lasci al Consiglio le mani libere a posteriori, quando sono noti i nomi dei candidati. Ancora, quella circolare, favorendo l’iperspecializzazione e penalizzando la molteplicità delle esperienze maturate dai colleghi, esaspera e rende ancora più cogente quella separazione tra funzioni giudicanti e requirenti che già esiste nei fatti e che la riforma in discussione vorrebbe imporre a livello costituzionale e che tutti diciamo di avversare.

Ad ogni modo, la nuova ANM dovrà essere presente, con forza, nel dibattito sulle riforme costituzionali. Ciò richiede azioni più tempestive e più incisive da parte della prossima ANM che in molte occasioni è parsa in ritardo, tanto da dovere essere sollecitata dalla base e timida nelle proposte.

Mi riconosco in Magistratura Democratica perché è un gruppo nel quale le diversità sono valorizzate, non ha paura di avere delle idee e cerca di non contraddire nei fatti le idee che esprime.

 

 

 

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