Sezione di Reggio Calabria di Md - Documento di sintesi in vista del Congresso
Documento di sintesi redatto all'esito dell’assemblea della Sezione di Reggio Calabria di Md, riunitasi il 25 giugno 2021.
La percezione unanimemente condivisa tra le differenti sensibilità esistenti nell’ambito della Sezione è stata quella del naturale esaurimento di un percorso che, a fronte di un progetto virtuoso, si è arrestato, perché rivelatosi, nei fatti, un’esperienza di convivenza forzata, in cui la tolleranza per le idee di minoranza si è ridotta in nome di una direzione unitaria, che si è allontanata dal controllo dei singoli e che ha visto, in questa dialettica interna, un pericolo ed un elemento di debolezza, anziché un bagaglio di risorse.
La Sezione di Reggio Calabria ritiene che Magistratura Democratica debba recuperare piena autonomia, non già per dare luogo ad un “regolamento dei conti” con gli amici e compagni di viaggio di Area Democratica per la Giustizia, bensì per consentirle di riaffermare, senza censure e con la radicalità, anche espressiva, che le è propria, la centralità della giurisdizione come sede di tutela dei diritti fondamentali e delle garanzie, così riappropriandosi del proprio ruolo di verifica e vigilanza sulla loro concreta attuazione, ruolo che fa parte della sua storia.
Quando vengono messi in discussione la tutela dei diritti fondamentali e la protezione dei più deboli per il tramite dell’autonomia della giurisdizione, anche a causa di comportamenti ascrivibili alla nostra stessa categoria, i Magistrati Democratici debbono poter manifestare liberamente e pubblicamente il loro pensiero, senza timore di urtare la sensibilità di alcun “Principe”, ovvero di non cogliere obiettivi ulteriori, specie, in una fase storica, in cui è in itinere l’attuazione di un disegno antidemocratico, volto a depotenziare l’essenziale ruolo della Magistratura in quel sistema di pesi e contrappesi che costituisce fondamento dello Stato costituzionale di diritto.
Anche in funzione della proficua esperienza vissuta in seno ad Area, a livello locale, la Sezione di Reggio auspica che, in sede congressuale, venga elaborata una soluzione che “componga nella diversità”, che “distingua senza lacerazioni”, che “apra al confronto pubblico”, affinché la logica della “mediazione politica” non rimanga un torrente sotterraneo destinato a scorrere perennemente lungo falde nascoste, ma divenga trasparente confronto tra le diverse anime della Magistratura progressista, in modo che i Colleghi tutti possano partecipare a riflessioni comuni e consapevoli, così da indirizzare l’autogoverno secondo criteri effettivamente corrispondenti alle sensibilità di ciascuno.
Questa avvincente avventura richiede forte investimento di «umanità» e di «passione etica» che, nel futuro che ci immaginiamo di potere condividere, sappia conciliare gli entusiasmi civili di chi “vuole la luna” e la solida concretezza di chi ha lavorato per garantire che Magistratura Democratica costituisca ancora un polo di riferimento per magistrati e all’interno della magistratura. In quest’ottica, ci auguriamo che questa sua capacità di aprirsi al confronto pubblico con l’avvocatura e con le differenti rappresentanze della società, specie ove fortemente critiche o in conflitto con le nostre proposte, sia mantenuta ed arricchita.
La Sezione reggina non crede che possa delinearsi il nostro futuro all’interno del modello generalista che esalta la realtà contemporanea dei secondo me e delle opinioni correnti, una sorta cioè di corsa al giudizio moralizzatore o anti-moralizzatore che ha fatto a pezzi la sospensione del giudizio come strumento di accesso al pluralismo, alla molteplicità della realtà, ma aspira ad uno ritorno alla elaborazione umile, profonda, viscerale, critica e autocritica che MD ha ricevuto in eredità dai suoi fondatori e dai suoi riferimenti culturali di sempre e, attualmente, laboriosamente rappresentata dal comitato direttivo della nostra rivista Questione Giustizia.
Quello che ci piace ricordare della esperienza di questi ultimi anni è la forza dell’io collettivo espressa dall’attuale Esecutivo e da quello immediatamente precedente a quest’ultimo, caratterizzato dalla costante presenza di alcuni membri e dall’apporto revitalizzante di altri nuovi, che ci hanno aiutato ad imparare la bellezza del sacrificio disinteressato, la mutua assistenza, il reciproco scambio di esperienze e la sana voglia di crescita culturale, sociale, politica. In quest’ottica ci auguriamo ed aspettiamo una guida futura in linea con l’eredità così generosamente solcata, non senza prima rimarcare che queste necessariamente sintetiche considerazioni costituiscono un mero riscontro di una vivace ed armoniosa assemblea, gratificata 3 dall’apporto di ben nuove cinque iscrizioni, quelle di Paolo RAMONDINO, Salvatore ROSSELLO, Fabrizio FORTE, Giusy CANDITO e Tommaso POZZATI, a cui si è aggiunta la conferma della storica vocazione di Ottavio SFERLAZZA tra le fila dei Magistrati Democratici a riposo, iscrizioni che costituiscono prova della vitalità di MD e della sua capacità di affascinare ancora