Documento proposto da Eugeni Albamonte e altri - Una proposta per Md
Documento proposto da Eugenio Albamonte e altri
In un momento difficile come quello attuale, in cui la crisi della politica ha reso la società sempre meno sensibile ai valori della solidarietà sociale, la giurisdizione diviene baluardo fondamentale per la tutela dei diritti e delle garanzie dei più deboli e delle minoranze.
Il compito che oggi spetta alla magistratura richiede, pertanto, uno sforzo straordinario che presuppone una presenza forte dell’Anm nel dibattito politico sui temi della giurisdizione e un corpo di magistrati attento e consapevole del proprio ruolo.
La possibilità di realizzare una giurisdizione attenta ai valori costituzionali, infatti, è, oggi più che mai, inversamente proporzionale al senso di isolamento e alle pulsioni corporative che animano buona parte della magistratura proprio in ragione del contesto politico-culturale in cui opera.
Unico antidoto alla deriva burocratica, principale nemica della tutela dei diritti, è l’intensa e costante partecipazione alla vita degli uffici e alla magistratura associata in tutte le sue articolazioni: soltanto una magistratura orizzontale, nemica del carrierismo e impegnata nella gestione democratica degli uffici è in grado di esercitare la giurisdizione libera da condizionamenti esterni ed interni impegnandosi nella difesa dei valori costituzionali.
Non vi è tutela dei diritti senza magistrati in grado di riconoscerli ai più deboli e svantaggiati.
Md ha nel suo Dna l’obiettivo di far crescere l’intera magistratura attraverso il proprio patrimonio di idee e di valori e, soprattutto, attraverso l’impegno concreto al fianco dei colleghi. Nell’ultimo decennio ha compreso la necessità di un coinvolgimento sempre più ampio di magistrati che condividono l’idea di una giurisdizione attenta alla tutela dei diritti e che, a tal fine, operano fattivamente negli uffici: da quest’esigenza è nato il progetto di AreaDG che, anche grazie all’impegno ed alla generosità di Md, è diventato oggi un soggetto autonomo e strutturato nel panorama associativo.
Il carattere plurale di AreaDG, la diversità dei percorsi politici e ideologici che hanno portato i magistrati ad aderivi e la forte presenza di giovani che non hanno alle spalle una storia associativa sono una indispensabile ricchezza perché stimolano un confronto costante in cui alla condivisione del patrimonio dei gruppi fondatori si aggiunge l’elaborazione di un progetto politico nella magistratura e per la magistratura, avendo Area DG la rappresentanza di tutta la magistratura progressista negli organi associativi e di autogoverno.
L’esistenza di AreaDG è una vittoria della magistratura progressista perché rappresenta un fronte ampio in cui trovano sintesi diverse sensibilità che, però, hanno in comune l’obiettivo di lavorare per la qualità della giurisdizione.
È compito di Md partecipare attivamente a questo progetto attraverso tutti i suoi iscritti, nella consapevolezza che l’elaborazione di idee sui temi di diritti e garanzie ha bisogno, per camminare, delle gambe dei magistrati che, nel lavoro quotidiano, hanno il potere di riconoscerli o di negarli.
È compito di Md tutelare il pluralismo in AreaDG coordinando le proprie iniziative e i propri interventi con quest’ultima al fine di non creare fratture interne che ne indeboliscano la capacità di azione all’interno della magistratura. Non si tratta di porre limiti alla azione del gruppo o di mortificarne la vocazione aperta, ma significa agire con maturità politica e generosità nella consapevolezza del contesto in cui si opera e dell’obiettivo da raggiungere, ovvero quello di una risposta collettiva alle questioni che toccano i diritti fondamentali.
Il futuro di Md si gioca sulla capacità di governare il presente e di comprendere quale sia la scommessa da giocare. L’analisi della realtà ci dice che questa scommessa oggi è all’interno della magistratura e che la possibilità del gruppo di restare un riferimento, anche culturale, per la società civile richiede un lavoro duro e umile all’interno di un fronte più ampio per portare avanti un progetto di cambiamento e di tenuta delle istituzioni.
Pensare al futuro di Md impone anche, in questo momento, di affrontare la seria criticità (lucidamente esposta nella relazione del segretario) della difficoltà ad essere presenti, attivi e riconoscibili in tutte le sedi giudiziarie, criticità superabile solo con la concreta partecipazione in AreaDG, che permette di concretizzare la trasposizione dell’elaborazione culturale e politica e della capacità di Md di apertura all’esterno, nell’attività quotidiana di amministrazione della giustizia, tramite l’associazionismo e l’aggregazione a livello locale. In assenza di questo sforzo di declinazione dei nostri valori nella difficoltà e complessità del concreto, si intravede il rischio che Md perda il ruolo, ben descritto nella relazione, di soggetto in grado di “sintonizzare il punto di vista interno alla giurisdizione con il punto di vista esterno della società”, spostandosi sempre più verso quel ruolo di “circolo culturale” che nessuno di noi vuole limitarsi a rivestire.
Eugenio Albamonte, Cinzia Apicella, Roberto Arata, Giordano Baggio, Pierpaolo Bortone, Raffaella Bosco, Anna Canepa, Franco Cassano, Stefania Castaldi, Paola Cervo, Elisabetta Chinaglia, Marco Ciccarelli, Chiara De Franco, Donata Costa, Fabrizio Filice, Chiara Gallo, Daniela Galazzi, Giuseppe Gatti, Teresa Iodice, Paola Losavio, Lele Mancini, Ilio Mannucci Pacini, Alcide Maritati, Giuseppe Marseglia, Carlo Marzella, Francesco Messina, Cinzia Mondatore, Maria Eugenia Oggero, Daniele Paci, Stefano Pesci, Egle Pilla, Fabrizia Pironti di Campagna, Luca Poniz, Gabriella Reillo, Anna Ricci, Lia Sava, Adriano Scudieri, Sergio Sottani, Chiara Valori