
Renato Greco: un Maestro gentile
Faccio una fatica enorme a trattenere le lacrime. Da 32 anni faccio questo mestiere qui in Calabria, come sapete e mi barcameno come tutti noi, cercando di restituire dignità, o
Faccio una fatica enorme a trattenere le lacrime. Da 32 anni faccio questo mestiere qui in Calabria, come sapete e mi barcameno come tutti noi, cercando di restituire dignità, o
Faccio una fatica enorme a trattenere le lacrime. Da 32 anni faccio questo mestiere qui in Calabria, come sapete e mi barcameno come tutti noi, cercando di restituire dignità, o
con un’introduzione di G. De Cataldo
Il fascismo fu anche giurisdizione.
Fu il Tribunale speciale per la difesa dello Stato istituito nel 1926 (e ricostituito nella Repubblica sociale italiana) che inflisse agli antifascisti decine di migliaia di anni di reclusione, confino, sorveglianza speciale di polizia.
Fu il “servile e osannante conformismo” (parole di Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente) condiviso da una parte della magistratura e da buona parte delle “alte magistrature” immortalate nella cronaca dell’apertura dell’anno giudiziario del 1940 mentre acclamano il duce che riceve i capi degli uffici giudiziari a Palazzo Venezia.
La democrazia costituzionale esige che il quadro normativo che regola lo svolgimento della funzione giusrisdizionale non diventi lesione del ruolo costituzionale della giurisdizione; e che, nell’intera loro attività, i magistrati riescano a “essere la Costituzione” rifiutando il conformismo, non nelle sue ultime e drammatiche esternazioni ma sin dalle sue prime manifestazioni.
1. Le origini Per ragionare sull’attualità conviene ri-andare brevemente alle origini della nostra eresia, alle origini di un intervento sempre più intenso e ricco. Cosa avvenne nei primi anni Sessanta?
Chi ha seguito i lavori dell’incontro di sabato dedicato a Salvatore Senese è stato, come me, sollecitato da mille suggestioni. Provo a sviluppare qualche riflessione e a raccogliere alcune considerazioni già emerse in esecutivo.
Le poltrone blu di Lilia Gaeta (“giudice in eterno” calzante definizione coniata da Consolato Minniti, apprezzato e rigoroso giornalista calabrese).
Parole di Giustizia nasce a La Spezia, oltre un decennio fa, curata ed ideata dall’Associazione di Studi giuridici Giuseppe Borrè e da Magistratura Democratica e poi cresce nelle varie edizioni fino allo scorso anno in cui grazie al felice connubio con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino Carlo Bo, la Fondazione Carlo Maria Verardi e l’Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino trova nuova linfa e vitalità, spostandosi nel centro delle Marche tra le città di Pesaro ed Urbino, quest’anno anche a Fano, ottenendo anche numerose adesioni tra cui quella dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Il concorso per l’accesso alla magistratura ordinaria, dalla data di entrata in vigore della legge n. 111/2007, che ha modificato il decreto legislativo n. 160/2006, è un c.d. “concorso pubblico di secondo grado”.
c/o Associazione Nazionale Magistrati, Palazzo di Giustizia
Piazza Cavour 00193 – Roma
C.F. 97013890583
md@magistraturademocratica.it
stampa@magistraturademocratica.it
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