Nel rivolgere questo indirizzo di saluto ed il sincero ringraziamento per
l’invito a partecipare ai lavori del Congresso di Magistratura Democratica, l’Associazione
Nazionale Forense, che da lungo tempo e per la sua storia ha rappresentato
e rappresenta a tutt’oggi una importante componente dell’associazionismo
forense, apprezza la non casuale coincidenza dei temi posti all’ordine del
giorno del Vostro Congresso con quelli che saranno dibattuti nel prossimo mese
di maggio nel nostro VII Congresso Nazionale, che si terrà a Bergamo.
Al tema dell’Europa “come motore dei diritti” corrisponde la
nostra necessità di confrontarci sulla internazionalizzazione della
professione e di allargare il nostro orizzonte operativo
quantomeno all’ambito continentale.
L’interrogativo “A che serve la giurisdizione?” è stato
oggetto di una recente iniziativa precongressuale dal titolo “Quale effettivo stato di diritto”, in
occasione della quale ci siamo interrogati sul rapporto diritti/ interessi, tra
strumenti di tutela in sede giudiziaria, prassi virtuose, procedure
alternative di risoluzione delle controversie ed organizzazione manageriale e
tecnologica degli uffici.
E questo tema ha portato con sé
quello della ricerca della risposta, anche in termini organizzativi e di
efficienza del servizio, che la classe forense è chiamata a dare alle nuove domande
del “mercato”; laddove il termine “mercato” non ci spaventa perché, se da un
lato abbiamo ben chiaro il valore sommo del “bene” che trattiamo e cioè i
diritti del cittadino, dall’altro sentiamo la necessità di una visione moderna
ed al passo con i tempi del “servizio” che offriamo.
Aggiungo solo che, fermi
restando il ruolo costituzionale della funzione della difesa e la estrema
delicatezza e particolarità del nostro lavoro e della materia che trattiamo,
riteniamo più di altri che vi sia la necessità di confrontarsi laicamente e con
onesta franchezza con concetti quali “concorrenza”, “impresa”,
“organizzazione”, “efficienza”, “liberalizzazioni”.
Infine, la domanda che vi
ponete “A che serve l’associazionismo
giudiziario?” ci vede coinvolti, per la parte che ci compete, in quanto
libera associazione, di carattere spiccatamente “sindacale”, da sempre alle prese con la gestione del non facile
rapporto con l’agire spesso “politico”
delle c.d. rappresentanze istituzionali (in
primis quelle ordinistiche), alle quali ciascuno di noi è legato da un
vincolo obbligatorio di iscrizione (per motivi ordinamentali ed amministrativi),
ma non già di libera e volontaria scelta.
Siamo qui, pertanto,
soprattutto per ascoltare con estremo interesse quanto emergerà su questi temi
di strettissima attualità “dall’altro punto di vista” e cioè da una componente
che si pone su un piano oggettivamente dialettico rispetto al nostro e con la
quale occorre necessariamente confrontarsi; oltreché – ovviamente – per
formularVi il più sincero augurio di buon lavoro.
Reggio Calabria, 27 marzo 2015.