La sede nazionale della CGIL devastata
Un grave attacco alla difesa collettiva dei diritti e alla democrazia costituzionale
Il violento assalto alla sede nazionale della CGIL, operato ieri da formazioni di estrema destra, rappresenta una grave ferita per la democrazia costituzionale: un colpo inferto alla difesa collettiva dei diritti e alle conquiste di chi ha sempre lottato per la sicurezza sul lavoro e l’emancipazione dei lavoratori dallo sfruttamento. Magistratura democratica esprime tutta la sua vicinanza alla CGIL, avvertendo al contempo il pericolo che gruppi organizzati di stampo squadrista, attraverso azioni violente come quelle verificatesi ieri a Roma, possano prendere il controllo del malcoltento.
Le immagini dell’attacco alla sede centrale della CGIL da parte di un folto gruppo di manifestanti provenienti dalla vicina Piazza del Popolo, dove poco prima migliaia di persone, riunite per contestare l’obbligatorietà del Greenpass, avevano accolto calorosamente chi inneggiava “oggi ci prendiamo Roma”, rendono ormai evidente la matrice fascista che ha guidato la protesta.
Un dissenso finora espressosi attraverso manifestazioni pacifiche rischia così di essere cavalcato da formazioni di estrema destra, che hanno obiettivi del tutto diversi dalla tutela del lavoro e delle libertà costituzionali.
Attaccando il più grande sindacato dei lavoratori si è infatti voluto colpire la stessa idea di difesa collettiva dei diritti e le conquiste di chi ha sempre lottato per la sicurezza sul lavoro e l’emancipazione dallo sfruttamento; si è voluto affermare, con la violenza, una concezione di libertà che è la negazione stessa di quella scolpita nella nostra Costituzione, ove la dignità di ogni individuo è tale se ne è garantita la libertà dai bisogni e la partecipazione al benessere comune.
Magistratura democratica, da sempre attenta alle posizioni critiche che provengono dalla società, coglie il pericolo che, attraverso azioni come quelle verificatesi ieri a Roma, possano prendere il controllo del malcoltento gruppi organizzati di stampo squadrista ed esprime la sua vicinanza alla CGIL.
Articoli Correlati
Comunicati
La riforma del Testo Unico Dirigenza giudiziaria: il Csm ha rinunciato a un radicale cambio di metodo
Oggi il Consiglio superiore della magistratura ha deliberato la revisione del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria. La maggioranza ha scelto di non mutare metodo e di non ascoltare la domanda di cambiamento reale che proviene da tutta la magistratura.
La modifica al Testo unico sulla dirigenza giudiziaria
Per una vera autoriforma della magistratura
È in corso davanti al Plenum del Csm la discussione sulle modifiche da apportare al Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria.
Il tema della dirigenza giudiziaria, negli anni, ha modificato profondamente la fisionomia del governo autonomo della magistratura e, purtroppo non di rado, la stessa percezione che alcuni magistrati hanno del loro ruolo.
Comunicati
La straordinaria necessità e urgenza di impedire ai magistrati di partecipare alle riflessioni giuridiche
Scriveva Piero Calamandrei: «sempre, tra le tante sofferenze che attendono il giudice giusto vi è anche quella di sentirsi accusare, quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della fazione contraria».
Eventi
Relazione sull'accesso di Magistratura democratica alla Rems di Calvi Risorta del 16 novembre 2024
Il 16 novembre 2024, la sezione napoletana di Md ha organizzato un accesso alla Rems di Calvi Risorta (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza) cui hanno partecipato, oltre ad alcuni iscritti all’associazione, anche magistrati non iscritti ed avvocati dell’Associazione Antigone Campania.
Comunicati
Il Csm interviene a tutela del Tribunale di Bologna
Ci troviamo in un momento storico in cui si ripetono – con frequenza e intensità crescente – ripetute aggressioni mediatiche alla persona di singoli magistrati: si tratta di attacchi gravi per i toni utilizzati – spesso sguaiati, gratuitamente offensivi, quando non violenti – e perché, spesso, provengono da persone che rivestono alti incarichi istituzionali; dichiarazioni che, poi, risultano amplificate dai media, talora con un’ulteriore esasperazione dei toni che rischia di sollecitare – come già sta avvenendo – risentimento e violenza verbale verso chi ha il torto di esercitare una pubblica funzione.