Magistratura democratica esprime la propria preoccupazione per le notizie che arrivano dalla Turchia all’indomani del fallimento del coup militare.
Agli annunci sulla morte di numerosi civili coinvolti negli scontri si accompagna la notizia che l’Alto Consiglio dei Giudici e Procuratori, presieduto dal Ministro della Giustizia, ha rimosso dall’incarico 2.745 giudici sulla base del sospetto di collegamenti con il religioso Fethullah Gulen, ritenuto l’ispiratore del golpe. È di oggi, 17 luglio 2016, la notizia del mandato di arresto elevato nei confronti di 53 giudici, tra cui un componente della Corte costituzionale.
Come magistrati non possiamo trattenere il nostro sgomento. Una democrazia che intenda rimanere fedele a se stessa non può basarsi solo sull’indispensabile e primario rispetto delle procedure elettorali. È la protezione delle libertà e dei diritti civili, sociali e politici a dare la misura della saldezza e dell’apertura di una democrazia e questa protezione deve trovare il suo baluardo in un sistema giudiziario indipendente e autonomo dal potere politico.
Auspichiamo che l’attenzione e la sensibilità di tutti gli attori del processo di negoziazione dell’adesione della Turchia all’UE vengano focalizzate anche su questi aspetti, fondamentali per la tutela delle libertà democratiche.
Il Comitato Esecutivo di Magistratura democratica
(17 luglio 2016)