TORINO – Martedì 19.3.2013 una trentina di persone ha fatto irruzione nel palazzo della Fondazione
Croce dell’avvocatura torinese, ha interrotto un convegno, si è avvicinata ad uno dei relatori e
– impedendo per qualche minuto la prosecuzione dell’incontro – ha minacciato Marco Nigra,
semplicemente colpevole di essere uno dei giudici della sezione che si occupa di sfratti e
dicendogli «adesso sappiamo chi sei».
Anche noi sappiamo chi è Marco Nigra. Un magistrato serio e attento ai diritti delle persone.
L’episodio – che segue di qualche giorno un’analoga “iniziativa” rivolta verso gli ufficiali giudiziari
– suscita preoccupazione e non è necessario nemmeno spiegare perché. Ma – nell’esprimere la più
viva solidarietà a Marco Nigra – vogliamo manifestare il nostro netto rifiuto rispetto a tali forme di
manifestazione del dissenso.
Non è intimidendo chi amministra la giustizia che si tutelano i diritti degli ultimi. Non è
imbrattando il palazzo di chi difende le persone che si afferma l’eguaglianza. Non è impedendo la
parola altrui che si afferma la propria.
Non le minacce, ma solo la forza degli argomenti e il libero confronto delle idee riusciranno a
far progredire la democrazia, garantendo davvero che la nostra Repubblica riesca ad avverare le
promesse di uguaglianza scritte nella nostra Costituzione.
Per questo Marco Nigra fa il magistrato. Per questo noi tutti facciamo i magistrati.
Magistratura Democratica – Sezione Piemonte e Valle d’Aosta(20 marzo 2013)