La situazione attuale di Magistratura Democratica ed il rapporto con Area
Sarà una deformazione professionale ma se penso ai grandi temi della nostra società penso a Magistratura Democratica.
Penso al lavoro ed alla crisi delle tutele e vedo MD protagonista nella lotta per difendere i diritti e le garanzie dei lavoratori, non è un caso che al nostro congresso abbiamo salutato Landini,la Camusso ed abbiamo sentito Roberto Riverso nella sessione sulle diseguaglianze.
Penso all’Immigrazione e vedo MD impegnata con tutti i soggetti più sensibili sul tema e non a caso venerdì sera c’è stato il convegno sul diritto di asilo all’interno del nostro congresso con Libera ed Asgi come nostri interlocutori naturali.
Penso all’Europa che vogliamo non all’Europa dei mercati ma che riscopre i valori fondamentali alla base della cultura occidentale ed allora vedo MD a fianco di Medel in prima fila su questi temi.
Allora penso che il filo rosso che ha unito ed unisce ancora il nostro impegno di magistrati e di cittadini nella nostra società è Magistratura Democratica. Penso alla nostra :” ambizione genetica di concorrere alla realizzazione del progetto costituzionale …interpretando la funzione giudiziaria come un servizio piuttosto che come un potere” come si legge nel documento di Silvia Albano e di altri e però mi chiedo cosa è rimasto di tale ambizione.
Infatti almeno da un decennio tutto è diventato più difficile, confuso, fino ad arrivare alla situazione attuale di una magistratura “ culturalmente schiacciata dallo scellerato convergere di ambizioni carrieristiche, nel contesto di un pedante sistema di valutazione della professionalità che alimenta, in modo carsico ma in apparenza inarrestabile, la gerarchizzazione degli Uffici” come si legge nel documento di Reggio Calabria che condivido in pieno. Anche noi non possiamo sentirci esenti da queste critiche e questo riguarda noi ed il nostro rapporto con Area.
Ma oggi è indispensabile prendere una posizione su Area perché non è più un soggetto fluido, al quale partecipavamo in quanto MD, ma dal primo gennaio 2017 si strutturerà come soggetto politico associativo. Questa è la novità rispetto al congresso di Reggio Calabria quando le cessioni di sovranità a favore di un soggetto fluido non erano così impegnative come possono rivelarsi nei confronti di un soggetto strutturato come sarà Area. Allora legittimamente le condizioni possono e devono essere riviste perchè è stata Area a cambiare, non noi.
La domanda di fondo è: può bastare Area? E la mia risposta è no, non può bastare.
Ad un incontro per le elezioni del consiglio giudiziario dove mi ero candidato per Area mi sono sentito dire da un giovane collega: “siete come gli altri” e se avessi rappresentato MD avrei, forse, potuto contestare quella affermazione ma come Area mi sono sentito in grande difficoltà.
Allora dobbiamo tornare ad elaborare proposte ed avere comportamenti concreti che siano davvero espressione di quella “eresia”, ricordata nel documento di Reggio Calabria, troppo spesso rimasta negli ultimi anni solo nelle nostre parole e nei nostri ricordi. Per fare questo l’unica strada possibile è mantenere la nostra assoluta autonomia rispetto ad un soggetto diverso da noi, continuare a dialogare mantenendo la nostra soggettività e riappropriandoci di comportamenti più in linea con le nostre tradizioni .
Confrontiamoci sui temi concretI: rotazione degli uffici direttivi e semi-direttivi per superare il carrierismo imperante ( che in qualche modo ha coinvolto anche noi, inutile nasconderlo ) ed arrivare alla effettiva temporaneità delle funzioni direttive come descritto benissimo nel documento della sezione ligure che condivido; ritorno al concorso di I° livello, che deve essere una nostra grande battaglia per superare rischi di selezione per censo nell’accesso alla magistratura; tutela del periodo di tirocinio e della condizione dei giovani magistrati per non farli schiacciare da una struttura sempre più burocratica che in nome di un esasperato efficientismo rischia di perdere i valori fondamentali della giurisdizione.
Una parola sui giovani: al convegno di venerdì sera sul diritto di asilo alla Salaborsa c’erano tantissimi giovani e questo vuole dire che se si lavora con loro, coinvolgendoli, come avvenuto in quella serata, si possono creare canali di comunicazione importanti e questo ovviamente vale anche nella magistratura. I giovani magistrati, quelli di valore, si avvicinano a noi se ci vedono effettivamente diversi dagli altri nei nostri comportamenti oltre che nei nostri discorsi, come evidenziato da Giulia Locati quando ha parlato di buoni maestri.
Non sono un reduce ma sono sempre stato orgoglioso di essere di MD e voglio continuare ad esserlo e non voglio che ci dicano che siamo come gli altri perché, per fortuna, non è ancora vero: siamo noi che dobbiamo trasformare la magistratura, come diceva Carlo Verardi, non il contrario.