Speciale

XIX Congresso di Md

di Esecutivo di Magistratura Democratica

L’intervento di Giovanna Ichino

ROMA – La Scuola della magistratura è oggi una realtà e ogni giorno, da settembre a luglio, organizza la formazione per 170 mot  più 80 magistrati,  per i magistrati  onorari (che per la prima volta faranno corsi di formazione centrale loro dedicati) e per i colleghi stranieri  della Rete di formazione europea
. A breve prenderanno  servizio altri 350 mot, che si aggiungono ai 325 ancora in tirocinio ordinario. 
La Scuola attualmente fuziona con 5 unità di personale amministrativo a Scandicci e sei nella sede provvisoria di Roma, a fronte dei 50 amministrativi previsti dalla legge istitutiva;
 ha due sole fotocopiatrici, non può contare su una biblioteca e sugli archivi del Csm, non ha un capitolo di spesa che le consenta di comprare francobolli e spedire per posta, non ha commessi, autisti, personale con funzioni esecutive, e così via.


Checché  ne pensino i colleghi che scrivono sulle mailing list, riesce a spendere per il mantenimento dei 270 magistrati, tutori e professori, che ogni settimana ospita,  una cifra inferiore rispetto a quella che spendeva il CSM all Ergife. 

Forse solo tra due o tre anni la Scuola sarà efficiente e prestigiosa come le altre Scuole europee della magistratura .  Forse solo allora avremo tante navette veloci da Firenze a Castelpulci, magari una struttura residenziale vicina che possa ospitarci tutti e un bel bar al posto  delle macchinette del caffe.  Bisogna  avere ancora un poco di pazienza.



Ma certamente già fin d ora la Scuola è un luogo – e non un ” non luogo” come era l’Ergife- un luogo in cui fare cultura, in cui confrontarsi e far  circolare le idee, in cui trasmettere dei valori, a partire da quelli della Costituzione, e non solo dei saperi, delle tecniche e delle elaborazioni giurisprudenziali. Un luogo in cui attuare quello che la nuova legge – giusta o sbagliata che sia – ci impone di fare e cioè la formazione per sei mesi dei mot.

 In questa Scuola pochissimi hanno creduto, aspettando che si potesse realizzare una Istituzione perfetta: anche MD, a partire dalla scelta astensionista del luglio 2010, non si è molto spesa in questi due ultimi anni perchè la Scuola prendesse forma e contenuti.



L’ avere una istituzione deputata alla formazione unitaria di giudici e pm, indipendente rispetto al Ministero e all’organo di autogoverno, ma pur sempre operante all interno delle direttive da loro impartite, ha senso solo se davvero essa garantisce una competenza tecnica e una autonomia dalle pressioni politiche, che il csm non sempre ha saputo garantire. Non dimentichiamo che non è lontano il tempo in cui il CSM ha vietato  la nomina di Elena Paciotti  come relatrice sui lavori della commissione parlamentare europea sui diritti umani perché era stata parlamentare del PD, o del prof Alberto Alessandri  su tematiche di diritto penale dell’ economia,  perchè era il primo firmatario di una petizione contro le leggi ad personam, o del prof Pizzorusso perchè aveva osato criticare la legge che modificava la composizione del CSM a favore della componente laica.


Se la Scuola continuasse ad applicare gli stessi criteri e gli stessi moduli organizzativi del CSM non avrebbe avuto molto senso istituirla (entia non sunt multiplicanda sine necessitate). 
La Scuola deve agire in continuità con il passato per quanto riguarda gli aspetti e i contenuti positivi della nostra formazione permanente e deve garantire un pluralismo, ma non deve rispettare, nel suo agire, gli equilibri della composizione dell organo di autogoverno e non trae la propria legittimazione da un mandato, in quanto i suoi componenti togati sono nominati, o dovrebbero esserlo, solo per le loro competenze tecniche.



A chi, anche in MD, si domanda: ma chi allora ne controlla l’operato? dico che la Scuola opera  all’interno di direttive generali dettate dalla legge istitutiva, di regolamenti concordati con il CSM e delle direttive sulle linee della formazione iniziale, impartiti dal CSM e dal Ministero; ma, soprattutto, risponde ai magistrati e ai cittadini che la finanziano, non diversamente da quanto fanno o dovrebbero fare gli altri organi pubblici in un sistema democratico.



La Scuola deve essere  il luogo in cui tutti i magistrati , e non solo quelli sponsorizzati  da una corrente,  possono riconoscersi e possono essere nominati relatori  , o esperti formatori, o tutori, o essere ammessi ai corsi internazionali
. Per questo, da parte di Ernesto  Aghina  e mia, vi è stato un self restraint che ci ha portato a non rispondere stabilmente alle varie mail sulla Scuola apparse sulla lista di Area  o di MD o del Movimento; abbiamo ritenuto importante non accreditare nei colleghi  l idea che fossimo i referenti di una sola parte di magistrati  e cercheremo di abituare i colleghi al fatto che le informazioni e le risposte le daremo a tutti il più possibile sul sito e non attraverso contatti fiduciari  (ferma restando ovviamente la nostra personale disponibilità a confrontarci con tutti).



Per coinvolgere nella formazione una più larga platea di magistrati e professori, abbiamo scelto di non avvalerci più di un comitato scientifico stabile, ma di creare un  comitato scientifico diffuso, composto da tutti gli esperti formatori che nominiamo “a progetto”, per organizzare  con noi un corso, o per coordinare un lavoro all estero , o per altri incarichi ancora.

 Fino ad ora i magistrati italiani si sono preoccupati solo di questioni logistiche e hanno criticato, rimpiangendo Roma  e l ‘Ergife, prima ancora di aver messo piedi a Castelpulci.



Eppure, qualche novità positiva c’è stata, ad esempio laddove si sono previsti  per i mot degli stages all esterno, che li aiutino a capire come funzionano gli enti che interagiscono con l’attività giudiziaria: lo stage nelle carceri è stata per tutti una esperienza formativa importantissima, come emerge dalle valutazioni degli stessi mot che la osteggiavano e che temevano  di prendere brutte malattie o  di buttar via il loro tempo.

I mot sono stati anche presso le cancellerie, andranno fra poco tutti a fare uno stage presso la Banca d’Italia , e poi, nel mirato, presso commissariati, servizi sociali  minorili , Avvocatura dello Stato e così via, ritornando a Castelpulci per discutere delle loro esperienze di tirocinio con gli altri mot e con i tutor, per approfondire non solo conoscenze giuridiche, ma anche  per parlare della domanda di giustizia e del difficile bilanciamento tra efficienza e qualità del nostro servizio , o di etica e deontologia , o di altro ancora.


Ma è possibile che MD, fucina  di idee e capace di riflessioni profondissime sulla giurisdizione e sulla formazione, non sia stata  interessata in questi anni più recenti a dare il suo contributo di riflessione sui temi di grande respiro che la Scuola si trova a dover affrontare nell immediato futuro? ad esempio, si parla tanto delle procedure  di nomina dei dirigenti degli uffici,  ma qualcuno si è posto il problema di come si possa dar attuazione alla legge che prevede ancora una commistione,  forse poco  corretta costituzionalmente, tra valutazione delle capacità organizzative degli aspiranti dirigenti da parte della Scuola  e loro nomina da parte del CSM?  in quale modo, con quali strumenti, con quali contenuti,  con quali tempi potrà la Scuola formare e valutare centinaia, forse migliaia di aspiranti?

I soldi e i mezzi materiali sono importantissimi per poter offrire un buon servizio , ma credo che la Scuola , per crescere, abbia ancor  piu bisogno di idee, di sostegno, di collaborazione fattiva.


Il gruppo di lavoro coordinato da Beniamino Deidda ha consegnato al congresso un documento sulle tematiche proprie della Scuola e vi è un piccolo gruppo di Area che  sta iniziando a ragionare su di esse.
Non lasciamole cadere nel dimenticatoio.



Giovanna Ichino

XIX Congresso di Magistratura Democratica

02/02/2012

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