Shoah
Mostre e dibattiti
Attorno alla Giornata della memoria fioriscono presso le Nazioni Unite molte iniziative che ricordano la Shoa: dibattiti, mostre, riunioni di lavoro.
Mostre
Nello stesso padiglione dove da novembre a inizi gennaio è stata ospitata una mostra fotografica sulla storia della Palestina degli ultimi decenni (The Long Journey - v. foto), si apre adesso una mostra dal titolo "Shoa: how it was humanly possible ?"
Da La giornata della memoria all'Onu |
Poco distante una seconda mostra e` stata inaugurata due giorni fa col titolo "Forbidden Art" e raccoglie (v. foto) disegni, statue e altri oggetti creati da coloro che erano rinchiusi nei campi di concentramento.
Da La giornata della memoria all'Onu |
Se facciamo un percorso a ritroso e guardiamo alle tre mostre con occhio di osservatore esterno, è impressionante il legame che tiene assieme i fatti di sette anni fa con quello che succede ancora oggi in Palestina/Israele, e purtroppo altrove.
Tra i tanti dibattiti di questi giorni e dei prossimi, merita una segnalazione quello organizzato il 21 Gennaio dalla Missione polacca con il titolo "Perché abbiamo fallito nel prevenire i genocidi e come cambiare le cose?". Ha fatto effetto ascoltare l`uno dopo l`altro gli interventi degli ambasciatori alle UN di (nell'ordine) Polonia, Usa, Russia, Inghilterra, Francia, Rwanda, Israele, Germania, intervallati dagli interventi del Vice Segretaro Generale Eliasson, dai direttori del Museo di Auschwitz-Birkenau e del Museo Nazionale Polacco, il direttore di Human Rights Watch e il Consigliere speciale sul genocidio del Segretario Generale.
Da La giornata della memoria all'Onu |
Particolarmente significativo l`abbraccio fra l`Ambasciatore del Rwanda e il direttore del Museo di Auschwitz-Birkenau.
Ma, al di là dei profili più emozionali, è stato rcordato un po` da tutti come gli strumenti legislativi internazionali contro il genocidio e i crimini connessi già esistano e siano sulla carta efficaci. Con la conseguenza che quanto accaduto in Rwanda e nella ex Jugoslavia e quanto ancora accade sono da imputarsi alla "mancanza di volonta` politica" di cogliere per tempo i segnali e di intervenire per prevenire deportazioni e uccisioni di massa.
Non sempre è così (v. intervento che ha salvato decine di migliaia di Yatzidi) e talvolta nel pieno delle crisi non sono mancati singoli individui capaci di farsi carico dei bisogni e dei rischi altrui e di salvare coraggiosamente centinaia o migliaia di vite.
Si colloca qui, sul piano della effettività degli strumenti esistenti, la proposta (demagogica ma intelligente) dei francesi di modificare le regole del CDS e di escludere il diritto di veto per i fatti di genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l`umanità.
(27 gennaio 2015)