Trent'anni dopo Capaci
Ogni giorno, in silenzio
A volte mi chiedo cosa posso fare per assomigliare anche solo un po’, nel mio lavoro, a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Perché credo che tutti quelli che hanno deciso di fare il Pubblico Ministero avevano in mente la loro immagine quando hanno scelto questa funzione.
Sono in Magistratura da solo un anno e mezzo, e se in un primo momento penso che solo quando mi occuperò di indagini di criminalità organizzata allora potrò sentirmi vicino a loro, poi però pensandoci bene capisco che sono arrivato a una conclusione sbagliata. Gli eroi, non quelli dei film o dei romanzi, sono tutti quei magistrati che ogni giorno lavorano in silenzio, standosene seduti alla scrivania anche dodici ore al giorno e cercando di offrire un servizio - giustizia di qualità pur nella ristrettezza di mezzi e di personale che notoriamente affligge questo settore.
Per ogni collega che sbaglia ce ne sono almeno nove che lavorano per il bene comune in silenzio, con onestà e abnegazione, anche se questi non fanno notizia e non finiscono sulle prime pagine dei giornali. Quando la sera torno a casa dall’ufficio e ripenso a quello che ho fatto durante il giorno mi rendo conto che, in fin dei conti, per svolgere questa funzione nel migliore dei modi basta fare applicazione di tre semplici regole: a chi sbaglia va data sempre, nei limiti del consentito, una seconda possibilità; rivolgiti a tutti, cancellieri, operatori di polizia giudiziaria e avvocati, con un sorriso sincero; da ogni fascicolo cerca di imparare sempre qualcosa di nuovo e in ogni caso definiscilo con equilibrio.
Forse così potremmo sentirci Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ogni giorno.
Tommaso Pozzati
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