La chat Whatsapp Md Iscritti
Vivere in chat? Ma quanto?
Nel documento sulla comunicazione preparato in vista del Congresso di Napoli si era ritenuta necessaria una riflessione sugli strumenti e gli ambiti di diffusione dei contenuti comunicativi di Magistratura democratica nel prossimo futuro – basata sulle esperienze e competenze maturate nei due anni di lavoro successivi al Congresso di Firenze - per rendere evidente la ricchezza di idee del gruppo.
Tra gli strumenti a questo fine individuati veniva ricordato il “ripensamento di chat non confuse ma governate da una netiquette che le renda utili e consenta l’ampliamento della base dei contatti”.
Il 20 dicembre 2023 l’Esecutivo di Magistratura democratica ha attivato su Whatsapp la chat “Md iscritti”, individuando una serie di soggetti moltiplicatori dei contatti, destinati a crescere progressivamente sino a circa 400.
Dopo venti giorni è possibile un primo esame delle dinamiche della chat.
È stato raccomandato dall’amministrazione di mandare messaggi di sola autopresentazione. Considerando quindi off-topic tutti messaggi di contenuto vario, i cui autori hanno tenuto a “dire qualcosa” dopo essersi già in precedenza presentati nel rispetto delle indicazioni ricevute, il primo messaggio è stato inviato già alle 8.07 del primo giorno; nelle quattro giornate successive i messaggi sono stati circa duecento, provenienti da circa cinquanta autori, su argomenti di ogni tipo; e sono stati inviati alla chat iscritti pur in presenza – ancora – di altre popolate chat (Md Roma, Md Milano, Consiglio nazionale, …). In sostanza la possibilità di scambiare idee e riflessioni in un ambito ampio ha suscitato un’entusiastica risposta degli utenti, progressivamente tuttavia temperata da una razionale autolimitazione dei singoli a favore del valore collettivo dello strumento.
Se ne può trarre la convinzione di una sostanziale superfluità – allo stato - di regole stringenti sul merito e sui contenuti, che una naturale spinta degli autori tende a voler superare, anche perché una politica regolatrice della chat postulerebbe un potere di rilievo o cassazione che potrebbe suscitare equivoci o reazioni negative.
La chat si è tuttavia di fatto dotata - a seguito di interventi non prescrittivi degli amministratori ed evidenziando una grande maturità dei partecipanti - di una serie di regole condivise e spontaneamente osservate (rules you can easily abide by), la cui palese o reiterata violazione – sinora non verificatasi – potrebbe comportare diffusa riprovazione sociale (dunque qualcosa di più di una semplice netiquette, sintesi tra network e etiquette, traducibile come “buona educazione in rete”).
Due considerazioni politico-comunicative preventive.
La prima: la concentrazione su una tastiera di smartphone induce all’assertività e all’immediatezza, laddove sono la dialettica, la condivisione, l’accettazione del punto di vista altrui, il silenzio finale serbato, che producono l’avanzamento della conoscenza e della consapevolezza, e la possibilità di elaborazione politica senza inquinamento di rapporti e con la necessaria sedimentazione del pensiero.
La seconda: l’utilizzo della Rete per invio di contenuti multimediali è uno dei fattori di moltiplicazione dell’impatto del digitale sulle emissioni di Co2 (pari al 2% nel 2008, al 9% attualmente, in crescita potenziale nel decennio fino al 20%, il doppio di tutti i veicoli leggeri in circolazione): limitare all’essenziale l’uso della Rete a questo scopo è comportamento virtuoso per l’ambiente, mentre lo spreco di gigabyte – con documenti pesanti, foto, video - è comportamento socialmente dannoso.
La razionale autolimitazione dei singoli – che nei suoi primi giorni di vita la chat Md iscritti ha manifestato, in ciò unificando la propria Grundnorm di comportamento - è la chiave del successo di uno strumento comunicativo di reale utilità e interesse. Essa risponde all’esigenza primaria di non amplificare il rumore informativo inevitabilmente prodotto da una chat, tanto più se molto popolata: rumore che, se eccede una soglia non determinabile a priori ma percepita nel mood della comunità, produce fatica e disaffezione e può innescare equivoci e conflitti.
Ogni messaggio di trecento caratteri (ve ne sono anche di molto più lunghi) inviato in una chat di quattrocento partecipanti “costa” ipoteticamente oltre tre ore di lettura alla comunità dei riceventi; se quotidianamente un partecipante su tre invia un contenuto, ipoteticamente ciascun partecipante dovrà spendere quotidianamente più di un’ora di “lavoro” da dedicare alla chat.
Che si consulti la chat al comparire di ogni nuovo messaggio o che lo si faccia ciclicamente; che sia accompagnato da avviso o che sia silenziato, ogni messaggio sollecita l’attenzione e porta via del tempo a centinaia di partecipanti (oltre che all’autore, che spesso si impegna a lungo nell’elaborazione).
È bene dunque riflettere preventivamente sull’utilità collettiva del messaggio che si intende inviare, che deve prevalere sulle esigenze personali di propalazione.
Il messaggio deve avere un reale contenuto informativo, pertinente la chat, di utilità/interesse per i partecipanti (con grado di probabilità vicino alla certezza da valutare da parte di chi interviene).
La focalizzazione consente l’autoregolazione: avere sempre ben presente quali sono la composizione e lo scopo condiviso di una comunità telematica permette di evitare “invii a pioggia” del medesimo contenuto su una pluralità di chat.
Sono prive di reale contenuto informativo le adesioni generiche (“bene!” “ottimo” “brava!” “bravo!”, emoticon di faccini sorridenti, cuori e pollici alzati, tollerabili solo se in forma di “reazione” – che può palesare, collettivamente, un sentiment - ma non di autonomo messaggio).
Introdurre nuovi oggetti, diversi da quello di una discussione in corso e prima che essa appaia esaurita, costituisce un moltiplicatore di fatica e un incentivo alla disaffezione.
È utile prediligere l’esposizione del pensiero in un unico messaggio firmato (nessuno può aver registrato sul proprio dispositivo tutti i partecipanti). È dispersivo mandare messaggi di risposta o sollecitazione personale a un unico destinatario in una chat molto popolata. È inutile scambiare messaggi augurali.
La continenza delle espressioni, l’esclusione di espressioni di censura aprioristica o di dileggio, non solo corrispondono a un’esigenza di stile di una comunità democratica ma tengono conto del fatto che la chat non è “pubblica” ma non è “segreta” e dunque i suoi contenuti possono essere legittimamente diffusi e discussi anche all’esterno.
Ciascuno deve avere dinnanzi a sé i modelli (negativi) dell’”esserci comunque” e “del “silenzio permanente”.
Vivere una chat (o “vivere in chat”) come strumento di confronto e, in prospettiva, di elaborazione collettiva del pensiero, e non come narcisistica vetrina o frustrato e frustrante sfogatoio è possibile.
Cadere in quei difetti lo è altrettanto.
Proviamo a fare un minimo (e sorridente) esempio.
Tizio: “È confermato che la Cassazione esce a breve a SSUU sui maltrattamenti di animali?”
Caia: “Confermo; QGonline affiderà subito un commento al prof. Caligola”
Sempronio: “A Oslo quest’estate hanno schiacciato la coda al mio gattino Tortellino”
Mevia: “Nel file allegato trovate un mio studio sulla giurisprudenza olandese sugli allevamenti bovini”
Calpurnia: “C’è un problema tabellare sull’istituzione di sezioni specializzate sugli animali, vorrei segnalarlo all’Esecutivo”
Sempronio “Ecco la foto di Tortellino (allegato file con gatto acciambellato)”
Cinque messaggi di cuoricini per Tortellino
SunTzu: “Grazie Calpurnia, l’esecutivo ne discuterà alla prossima riunione, vi facciamo sapere”
Mevia: “Forse non avete visto il mio studio sulla giurisprudenza olandese sui bovini, lo reinvio”
Tre cuoricini per Tortellino
Gaio: “Non credo che l’Esecutivo si debba occupare delle sezioni animalesche, abbiamo altri problemi di specializzazione”
Due messaggi con pollici alzati e tre con applausi per Gaio
Calpurnia: “Infatti, voglio proprio dire che non bisogna disperdere risorse in queste inutili sezioni”
Gaio: “Ribadisco il mio pensiero che vedo che non è stato capito per nulla”
Josip: “Il vero problema di cui si deve occupare l’Esecutivo è quello del proletariato vegetale, il resto sono sciocchezze di cui siete tutti complici”
Mevia: “Come risulta dal mio studio, in Olanda ci sono sezioni specializzate bovine”
La stessa conversazione in chat depurata dei difetti:
Tizio: “È confermato che la Cassazione esce a breve a SSUU sui maltrattamenti di animali?”
Caia: “Confermo; QGonline affiderà subito un commento al prof. Caligola”
Calpurnia: “C’è un problema tabellare sull’istituzione di sezioni specializzate sugli animali, vorrei segnalarlo all’Esecutivo”
SunTzu: “Grazie Calpurnia, l’esecutivo ne discuterà alla prossima riunione, vi facciamo sapere”
Gaio: “Non credo che l’Esecutivo si debba occupare delle sezioni animalesche, abbiamo altri problemi di specializzazione”
Calpurnia: “Infatti, voglio proprio dire che non bisogna disperdere risorse in queste inutili sezioni”
SunTzu: “Calpurnia e Gaio, potete scrivere una riflessione sul tema delle sezioni specializzate da destinare alla Newsletter?”
La chat iscritti è naturalmente destinata a porsi in un continuum che comprende tutti i mezzi di comunicazione di Magistratura democratica. Non è in tal senso negativa la presenza in chat di contenuti altrimenti diffusi.
Peraltro un messaggio in chat, per quanto di contenuto realmente interessante, articolato, propositivo, ha comunque natura effimera e interna, e non può essere il “dictum” su un oggetto; deve quindi trovare vita ulteriore rispetto alla chat.
La premialità dei migliori contenuti può corrispondere a una politica comunicativa che preveda la valorizzazione di riflessioni emerse nella chat iscritti o da sollecitare a seguito di discussioni, da destinare non allo stimolante ma effimero e interno luogo della chat bensì agli stabili ed esterni luoghi del sito o della Newsletter, nonché alla elaborazione affidata statutariamente all’Esecutivo e ai gruppi di lavoro della cui collaborazione intenderà dotarsi.
Post scriptum
Mentre era in composizione questo numero della Newsletter, sulla chat Md iscritti si è discusso dell'esternazione di un Procuratore della Repubblica, a proposito della quale il segretario di Md Stefano Musolino ha invitato a ragionare "sui modi di comunicare in una logica generosa e collettiva": due aggettivi, una sintesi efficace.
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