Comunicati
Che cosa è più importante per i magistrati e per l’Anm?
Oggi il Cdc dell’Anm avrebbe dovuto affrontare alcuni temi di stretta attualità e particolarmente delicati.
Oltre alle valutazioni in ordine alla proposta di aumentare l’età pensionabile dei magistrati a 72 anni, erano stati inseriti punti relativi:
- alla richiesta al Ministero della Giustizia di stabilizzare i funzionari Upp;
- alla richiesta al Csm di attivarsi per adottare la disciplina dei carichi esigibili;
- alle iniziative da adottare in seguito all’anticipazione dell’entrata in vigore dell’obbligo di deposito telematico dei provvedimenti e dei verbali di udienza (proponente il gruppo di Upc);
- alle valutazioni dell’Anm a seguito della tragedia di Cutro (proponente il gruppo di Area);
- alla modifica della disciplina sulla trattazione da remoto delle sedute del Cdc (proponenti A&I e Lista 101).
Alla precedente seduta era stato unanimemente concordato di riservare una seduta apposita, già fissata al 18 marzo prossimo, alla trattazione dei numerosi disciplinari e iniziarne comunque la trattazione nella giornata di domani se fossero stati esauriti i punti precedenti, diversi dal disciplinare.
A prescindere da tale accordo, basta leggere i punti predetti per comprendere, senza grandi difficoltà, quanto fosse urgente la trattazione, senza alcun pregiudizio per i diritti degli incolpati, che sapevano già dall’ultima seduta che la trattazione sarebbe cominciata il 5 marzo per proseguire, se necessario, il 18 marzo.
A sorpresa, su proposta di Alessandra Maddalena, vicepresidente della Gec e rappresentate di Unicost, tutti i gruppi (MI, Unicost, Area, A&I, Lista 101, pur con un paio di astensioni) hanno votato per posporre la trattazione dei punti che gli stessi gruppi avevano proposto, tutti con richiesta di trattazione urgente, gli ultimi due, addirittura, fra il 2 e il 3 marzo.
Solo i tre componenti che aderiscono a Magistratura Democratica hanno argomentato e insistito non solo per rispettare l’accordo, ma soprattutto per trattare come previsto quei punti che sono davvero qualificanti l’azione dell’Anm, perché incidono sul lavoro quotidiano dei magistrati o toccano temi fondamentali, come quelli drammaticamente venuti alla ribalta (se mai se ne fossero allontanati) dopo il naufragio di Cutro. Nonostante ciò la proposta è stata approvata con soli quattro voti contrari.
Il risultato è che il Cdc si occuperà solo di procedimenti disciplinari, sicuramente rilevanti, dei quali tuttavia, anche a seguito delle singolari determinazioni in materia di tutela della riservatezza, non sarà dato ad alcuno conoscere l’esito, neppure se sfavorevole, indipendentemente dalla gravità delle condotte accertate. Con la conseguenza, anch’essa davvero singolare, che l’Anm è probabilmente l’unica associazione in cui i soci non conoscono l’esito dei procedimenti disciplinari, anche su gravi condotte, che riguardano i colleghi associati.
Ci si concentra così su un rito che è stato quasi svuotato di significato, e non si parla né si parlerà di argomenti scottanti, sia per il lavoro quotidiano dei magistrati, come l’ufficio per il processo e la determinazione dei carichi esigibili, nonché la disciplina del processo civile, sia per temi di rilevanza e interesse pubblico, la tragedia dei migranti e del mancato soccorso, temi su cui da sempre l’Anm ha fatto sentire la sua voce.
E il paradosso è che quegli stessi gruppi che avevano chiesto l’inserimento urgente si sono nei fatti rimangiati la richiesta, così rivelandone la strumentalità.
Dal paradosso di un comportamento dei gruppi che hanno così rinunciato a trattare le questioni rilevanti per ciascun magistrato e per la Magistratura nella sua posizione tra le istituzioni e nella società, vorremmo che invece si ritornasse a una centralità dell’Anm e della Magistratura su questi temi.
Il Gruppo di Magistratura Democratica in Cdc
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