Chi è cosa. Chi pensa cosa
La conversione in legge del decreto no vax/ergastolo/rave
L’interpretazione della legge passa anche attraverso l’esame, quando è necessario, dei lavori preparatori. Non è quello che intendiamo fare qui, proponendo brevi estratti degli interventi per dichiarazione di voto alla Camera dei Deputati sulla fiducia posta dal Governo sul “decreto No vax/rave/ergastolo”. Ma crediamo che la lettura, sia pure per sintetico estratto, di ciò che i rappresentanti dei diversi partiti hanno detto, consenta a tutti di vedere “chi è cosa” e “chi pensa cosa”.
Seduta 28 dicembre 2022 della Camera dei Deputati
PRESIDENTE: L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 705: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2022, n. 162, recante misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-CoV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali.”
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato.
[…]
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Il provvedimento su cui siamo chiamati ad esprimerci con un secondo voto di fiducia nel giro di pochi giorni è il peggiore dei provvedimenti che perfino questo Governo di destra, guidato da uno spirito dichiaratamente repressivo, punitivo e illiberale potesse concepire e lo è, Presidente, da tutti i punti di vista, non soltanto per il suo contenuto. In termini procedurali e di metodo, si tratta di un provvedimento bandiera, ispirato alla più palese sede propagandistica, che rappresenta, ancora una volta, una forma di abuso prevaricante nei confronti delle prerogative di questo Parlamento. Sulla legge di bilancio avete, da subito, voluto forzare il delicato equilibrio tra i poteri, deturpando il Parlamento delle proprie prerogative, e lo avete giustificato lamentando la brevità dei tempi a vostra disposizione con lo spettro dell'esercizio provvisorio. Questa volta ci chiediamo - e vi chiedo - quale scusa avete per giustificare, davanti all'Assemblea elettiva e al Paese, un decreto che è un obbrobrio giuridico, dal contenuto talmente eterogeneo che è riconducibile, anche sulla base del suo preambolo, addirittura a quattro distinte finalità, che non hanno nulla in comune tra loro e non sono nemmeno lontanamente riconducibili a una matrice unitaria, in aperta violazione ovviamente delle norme e della Costituzione.
[…]
NICOLA FRATOIANNI (AVS) […] È finita la pacchia, l'abbiamo sentita tante volte questa frase. Basta con il lassismo. Eppure, signor Presidente, signor Sottosegretario, siete assai lassisti di fronte a molte altre emergenze che caratterizzano questo Paese, queste sì emergenze vere. Siete lassisti di fronte all'emergenza delle morti sul lavoro, che rappresentano una tragedia epocale in un Paese come il nostro. Di fronte ai giovani o ai meno giovani che muoiono, magari perché costretti a lavorare in un'azienda che non rispetta le norme sul lavoro o perché costretti a lavorare in meno non c'è un Consiglio dei ministri che si riunisce d'urgenza per approvare l'assunzione di migliaia di ispettori del lavoro o magari per approvare un decreto che prevede il sequestro dei mezzi di produzione all'azienda che si è assunta su di sé la responsabilità, violando le norme della sicurezza sul lavoro, di troncare la vita di chi si era alzato la mattina per fare il suo dovere e per tornare a casa, costruendo un futuro per sé o per i loro figli.
[…]
ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE) […] Votiamo “no” perché contrasta con il principio di libertà di riunione, di cui all'articolo 17 della Costituzione che, nei limiti del possibile, non deve essere limitato se non per casi estremamente gravi, tassativamente individuati e ben circostanziati. Votiamo “no” perché c'è una frizione evidente con il principio di tassatività, di determinatezza, di precisione che sono corollari della riserva di legge, ex articoli 25 della Costituzione e 1 del codice penale. Votiamo “no” perché c'è contrasto con il principio di offensività, ex articoli 25 della Costituzione e 49 del codice penale, perché vuol sanzionare le riunioni pericolose e nel nostro ordinamento si fa sempre attenzione a non anticipare troppo la soglia della punibilità; si tratta di un reato di pericolo. Votiamo “no” perché è prevista una pena sproporzionata, perché ai reati di pericolo, appunto, proprio perché è anticipata la soglia della punibilità, i limiti edittali devono essere più bassi di quelli che sono stati previsti nel caso che ci occupa; e anche qui, forse, all'orizzonte ci sono già pronte verifiche di costituzionalità. Votiamo “no” perché alcuni profili tecnici ci convincono molto poco circa le modalità di articolazione della norma e questo lo abbiamo già evidenziato in ogni sede. Votiamo “no” perché, quando la norma è vaga, non conduce neanche a condanne, ma solo a infinite indagini.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE) […] Il provvedimento di cui discutiamo oggi è il frutto delle decisioni ponderate del Governo, da un lato, di tutelare l'ordine pubblico, dall'altro, di dare doverosa adesione alle disposizioni della Corte costituzionale, che ha deciso di allargare la rete della possibilità di accesso alla libertà per i detenuti ergastolani una volta rieducati e non più pericolosi. Il Governo riesce a tenere in equilibrio queste due forze solo apparentemente opposte, dettando una serie di condizioni per accedere alle misure alternative alla detenzione, che non siano appunto riconducibili alla collaborazione tout court, molte delle quali sono così stringenti da rendere assai difficile l'uscita dal carcere in termini strettamente numerici.
VALENTINA D'ORSO (M5S) […] Forse per qualcuno di voi è un colpo da maestro; invece no, è il colpo di grazia. Avete infatti eliminato i reati contro la pubblica amministrazione dal novero dei reati che precludono l'accesso ai benefici penitenziari in assenza di collaborazione. Questi reati erano stati inseriti nell'articolo 4-bis grazie alla nostra “legge spazzacorrotti” che, lo ricordo, fu votata anche dalla Lega che oggi la rinnega. Rispondevano ad una precisa visione: contrastare la corruzione, incentivando la collaborazione con la giustizia. I reati di corruzione sono difficili da far emergere, perché il corrotto e il corruttore hanno entrambi lo stesso interesse, quello di mantenere il silenzio e proteggersi a vicenda. Occorreva, quindi, far diventare più conveniente collaborare con la giustizia. Ecco, sapere di essere soggetti al regime ostativo spingeva i colletti bianchi a collaborare per evitare il carcere. Avete cancellato tutto questo. È singolare che questa modifica sia stata apportata nel primo provvedimento della nuova maggioranza e dà la misura di quali siano le priorità della maggioranza stessa e del Governo che ne è espressione. La priorità evidentemente è garantire l'impunità dei colletti bianchi, indebolendo così la lotta alla corruzione, ma è paradossale che questo avvenga proprio nel momento in cui l'opinione pubblica è sotto shock per lo scandalo del “Qatargate”
DAVIDE BELLOMO (LEGA) Egregio signor Presidente, egregi onorevoli colleghi, è il primo intervento che faccio in quest'Aula e vorrei ricordare a tutti quanti l'emozione che si prova quando si entra in quest'Aula, quando chi è operatore del diritto, chi è giurista - io ritengo di essere un semplice operatore del diritto, perché sono un avvocato - entra in quest'Aula, nella massima assise legislativa che abbiamo nel nostro Paese. Quindi, davvero con tanta pazienza ho ascoltato gli interventi di chi mi ha preceduto, ma con la stessa pazienza ho potuto però riscontrare che non si ha il rispetto di quest'Aula come massima Assemblea legislativa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Non si fanno interventi di merito; anche chi mi ha preceduto non ha detto una parola sul merito ma solo preconcetti e pregiudizi sganciati da quello che il diritto penale ci impone come legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Dire che la corruzione non è punita nel nostro Paese significa non conoscere il diritto penale. Non sapere che addirittura una condotta quale il finanziamento illecito non è punita come condotta ma è punito il semplice fatto di non aver messo nel bilancio quella somma identifica che il nostro Paese, con la legislazione vigente, è un Paese che dichiara apertamente lotta alla corruzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quando si fanno interventi di merito, io avrei il piacere che chi ha rivestito, nel nostro Paese, incarichi istituzionali rilevantissimi nel mondo giurisdizionale non facesse commenti di merito sulle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo e della nostra Corte costituzionale, che ci hanno imposto questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ricordo infatti a me stesso che la pena non deve essere punitiva ma deve essere rieducativa e non lo dice l'onorevole Bellomo, lo dice la nostra Carta costituzionale, lo dicono le numerose sentenze. Quindi, noi dobbiamo tendere a questo e anche se, alle volte, a chi ha commesso delitti esecrabili tutti quanti noi vorremmo dare il carcere a vita la nostra Costituzione prevede in maniera aperta che la pena debba essere rieducativa. La Corte europea, con sentenze, e la Corte costituzionale ci hanno invitato, direi obbligato, a rivedere le norme sull'assunzione della pericolosità sociale, che non può essere assoluta ma deve essere necessariamente relativa
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP) […] voglio ricordare, invece, come il questore, il prefetto di Modena e tutte le forze di polizia, con grande professionalità, abbiano saputo applicare le norme che già esistevano per sgomberare il rave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), permettendo, attraverso il dialogo, ma, allo stesso tempo, con fermezza, la fine della manifestazione abusiva, senza scontri o situazioni pericolose. Già quest'esito positivo avrebbe dovuto far fare marcia indietro alla Presidente del Consiglio e ai Ministri Nordio e Piantedosi sull'inserimento nel codice penale di un ulteriore reato che va a contrastare un fenomeno già illegale come l'occupazione di una proprietà privata, anche perché il Ministro Piantedosi - vorrei ricordarlo - da prefetto di Roma è sempre apparso come un grande esperto degli sgomberi, eccezion fatta, però, per la sede di CasaPound (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che rimane occupata. Evidentemente, per lui questa non è stata mai una grande preoccupazione o una priorità. Insomma, c'è molta propaganda e - permettetemi - anche un po' di malafede nei primi atti di questo Governo e lo stesso Governo è dovuto correre ai ripari, perché forse sembrava anche un po' troppo per i più fervidi nostalgici prevedere la possibilità di far arrestare 51 studenti che organizzano una manifestazione scolastica o 51 lavoratori all'interno di una fabbrica.
Allora, erano queste le urgenze di cui parlavate in campagna elettorale? Erano queste le priorità per cui dicevate di essere pronti? Mi rivolgo, in particolare, anche ai colleghi di Forza Italia, che hanno parlato e sbandierato in questi anni il garantismo. È questo quello di cui parlavate, colleghi? È aumentando pene, misure cautelari e uso indisturbato delle intercettazioni che volete riformare la giustizia? Ricordo che il Ministro Nordio, che pochi giorni fa era in audizione in Commissione giustizia alla Camera, aveva denunciato l'uso sconsiderato dello strumento dell'intercettazione, promettendo una radicale stretta in tal senso. Allora, delle due l'una: qui mi sembra totalmente schizofrenica l'azione di questo Governo e mi sembra veramente un ottimo inizio per mantenere la parola data inserire nel codice penale un altro reato che ne preveda l'utilizzo. Questa schizofrenia è solo uno degli ultimi elementi che ci spinge a ripetere che questo decreto farà male alla nostra società, perché non risolverà nulla e complicherà ulteriormente le cose.
Però, il Governo non ci ha pensato un minuto a far decadere l'obbligo vaccinale per i medici, reintegrando i medici non vaccinati. D'altronde, quello di strizzare l'occhio agli ambienti no-vax è stato, nel corso del periodo pandemico, un elemento costante vostro e della Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
MASSIMO RUSPANDINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare Fratelli d'Italia voterà convintamente la fiducia al presente disegno di legge. Voteremo la fiducia perché innanzitutto il provvedimento va esattamente nella direzione indicata dalla Corte costituzionale, per quanto attiene - cito testualmente l'Alta Corte - “a quelle presunzioni che rappresentano quel regime probatorio rafforzato in grado di escludere, non solo la permanenza del vincolo criminale associativo, ma anche il pericolo di un suo eventuale ripristino”. Il decreto che ci accingiamo a convertire in legge pone una serie di stringenti e concomitanti condizioni per l'accesso ai benefici da parte del condannato che si rifiuta di collaborare. Parliamo quindi di pericolosi criminali, di gente senza scrupoli, capaci di qualsiasi nefandezza. La riteniamo una vittoria se non ci saranno benefici per quei criminali che si ostinano a non collaborare con la giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) Lo si deve a quanto fatto da Fratelli d'Italia e di questo dobbiamo essere orgogliosi e siamo orgogliosi. Per cui, ci si è lamentati a sinistra dell'aumento del limite per accedere ai benefici della liberazione condizionale, portato da ventisei a trent'anni, ma anche di questo noi di Fratelli d'Italia siamo orgogliosi e lo rivendichiamo. È giunto il momento di ricordare che la difesa della sicurezza coincide con il senso di libertà di ognuno di noi perché non c'è libertà senza sicurezza. Compito dello Stato è proteggere soprattutto le fasce più deboli della popolazione, ovvero quelle vittime che altrimenti non troverebbero il modo di farsi ascoltare. Il mandato che Fratelli d'Italia ha ricevuto dai cittadini italiani è quello di garantire la sicurezza, senza la quale vengono a mancare, non soltanto i cardini della protezione che lo Stato deve garantire, ma anche le fondamenta della democrazia. Non è un manifesto politico, non è uno spot, non abbiamo bisogno di propaganda, come è stato detto poc'anzi, è l'eredità per chi, come noi, è cresciuto ricordando Borsellino, Falcone e tutti i martiri dello Stato caduti per combattere le mafie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
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