La guerra in Ucraina non si è fermata e negli ultimi mesi abbiamo assistito sgomenti ad una preoccupante escalation che coinvolge sempre più la popolazione civile inerme e porta con sé la minaccia dell’uso delle armi nucleari.
È in corso un orribile massacro alle porte dell’Unione Europea e i fatti hanno dimostrato che non sarà fermato dalla forza delle armi se non a prezzo del sacrificio di centinaia di migliaia di vite umane e con il rischio che l’intera Europa e la sua popolazione venga coinvolta in una guerra totale.
Come giuristi non possiamo non rilevare che il diritto internazionale e la nostra Costituzione impongono di attivare ogni mezzo per far cessare il fuoco e costruire canali diplomatici che siano in grado di costruire una pace duratura, ripristinando il primato del diritto e della diplomazia, il primato dei diritti delle popolazioni civili coinvolte, prima di tutto quello alla vita.
La guerra non è mai la soluzione.
Ci uniamo alle speranze dei tanti che con le mobilitazioni di questi giorni chiedono all’Organizzazione delle Nazioni Unite di esercitare con decisione il proprio ruolo per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale e all’Unione Europea che contribuisca alla pace, come dichiarato nel suo trattato istitutivo, e si ponga come interlocutore indipendente in questo conflitto affinchè operi attraverso la mediazione diplomatica e il dialogo per arrivare ad un accordo che porti al cessare delle ostilità.
22 ottobre 2022
L’esecutivo nazionale di Magistratura Democratica