Noi e Medel
Libertà per Murat Arslan e per tutti i giudici destituiti e arrestati in Turchia
Le associazioni europee di magistrati, riunite nella "Platform for an independent Judiciary in Turkey" chiedono l’immediata liberazione di Murat Arslan e di tutti gli altri giudici e pubblici ministeri destituiti e arrestati.
Europa, 17 ottobre 2022
Signora Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione Europea
Signora Vera Jourova, Vice Presidente della Commissione Europea Valori e Trasparenza
Signor Didier Reynders, Commissario Europeo per la Giustizia
Signor Josep Borrell Fontelles, Alto Rappresentante dell’Unione Europea
Signor Olivér Vàrhelyi, Commissario Europeo per l’Allargamento e la Politica di vicinato
Signora Marija Pejčinović Burić, Segretaria Generale del Consiglio d’Europa
Signora Dunja Mijatović, Commissario per i Diritti Umani (Consiglio d’Europa)
Vostre Eccellenze,
i sottoscritti rappresentanti delle principali organizzazioni europee di giudici e pubblici ministeri si rivolgono a voi ancora una volta a proposito della situazione dello stato di diritto in Turchia.
Ci concentriamo sul fatto che Murat Arslan è stato arrestato il 26 ottobre 2016, dopo essere stato sollevato dalle sue funzioni di giudice nel luglio del 2016, all’indomani del tentativo di colpo di stato.
Sono trascorsi sei anni, e Murat Arslan – insignito del premio Vaclav Havel per i diritti umani dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa nel 2017 – è rimasto in stato di carcerazione preventiva da allora. Non solo Murat Arslan è presidente dell’associazione indipendente di magistrati YARSAV ( sciolta con decreto nel 2016), ma (come molti altri giudici turchi) ha dimostrato di supportare la completa protezione dei diritti fondamentali, resistendo – da molti anni - alla pressione dei dirigenti politici turchi sulla magistratura turca.
Come già accaduto in numerose lettere aperte, ancora una volta sottolineiamo che i Tribunali turchi non sono indipendenti, che non vi è alcuna volontà di dare seguito alle decisioni della Corte Europea dei diritti dell’uomo, che c’è un chiaro disprezzo dello stato di diritto, e che in Turchia avvengono violazioni massicce e sistematiche dei diritti umani.
Murat Arslan ha sempre protetto e lottato per una magistratura indipendente e imparziale, uno dei pilastri fondamentali di uno stato democratico basato sullo stato di diritto. Invano egli ha richiesto apertamente un aiuto dalla comunità internazionale durante l’aggravarsi della situazione nel 2013.
Murat Arslan è stato detenuto illegalmente per sei anni per essersi espresso e aver lottato per questi valori democratici. Molti altri giudici e pubblici ministeri turchi sono stati sollevati dalle loro funzioni, e sono rimasti, insieme alle loro famiglie, senza alcun reddito o possibilità di lavorare in Turchia.
Come può un qualunque cittadino aspettare e sperare che il suo caso venga preso in considerazione da un giudice indipendente e imparziale, quando i giudici vengono destituiti, incarcerati e portati al limite dell’esistenza dalla morsa dell’esecutivo?
Recentemente il Consiglio dell’Unione Europea ha invitato la Turchia a prendere parte alla Comunità Politica Europea (CPE). Qualsiasi siano le ragioni politiche dietro questa decisione, rispetto al sopracitato contesto e alla situazione del potere giudiziario in Turchia, dovrebbe essere chiaro che la CPE non può chiudere un occhio su queste violazioni fondamentali dello stato di diritto. Le negoziazioni con il governo turco sono costruite sulle sabbie mobili dal momento che tali principi democratici fondamentali e tali valori europei vengono trascurati.
Sollecitiamo le vostre Eccellenze a intraprendere tutti i passi e le misure necessarie per assicurarsi che la Turchia osservi i principi dello stato di diritto e rispetti l’indipendenza della magistratura e i diritti umani fondamentali di un equo processo per tutti.
Alla luce di quanto scritto, sollecitiamo rispettosamente le vostre Eccellenze a intraprendere tutte le misure necessarie a persuadere la Turchia:
- A rilasciare immediatamente Murat Arslan e tutti gli altri giudici e pubblici ministeri detenuti illegalmente
- A reintegrare immediatamente e completamente tutti i giudici e pubblici ministeri sollevati illegalmente dalle loro funzioni
- A dare piena esecuzione a tutte le decisioni della Corte EDU
- A ritornare ai principi dell’equo processo stabiliti dall’articolo 6 CEDU
- A riaprire tutti i procedimenti divenuti irrevocabili che hanno trascurato gli standard internazionali fondamentali di un processo equo, come dichiarato dalla Corte EDU
Edith Zeller
Presidente dell’Association of European Administrative Judges (AEAJ)
Duro Sessa
Presidente della European Association of Judges (EAJ)
Tamara Trotman
Presidente di Judges for Judges
Filipe César Marques
Presidente di Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés (MEDEL)
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