Immediatamente dopo la designazione, tutti i candidati indicati dal gruppo si sono impegnati nella redazione di documenti, raccordandosi, oltre che con l’esecutivo, con i gruppi di lavoro interessati.
Hanno visto così la luce il documento sul programma, sulla questione morale, sulla questione di genere.
Durante questa attività è emersa una sintonia di visione con Luisa Savoia, che ha contribuito a redigere e ha sottoscritto alcuni di questi documenti.
Non si è trattato di uno sviluppo inatteso, perché la consonanza di pensiero su molte questioni si era già manifestata in passato, anche nella dialettica interna ad Area.
E riteniamo che, alla luce del meccanismo elettorale, questa sintonia debba essere valorizzata.
È una possibilità che sottolinea e valorizza il ruolo delle idee di fondo, che guidano il nostro essere magistrati, senza alcuna rinuncia alla nostra identità e alla nostra storia, di cui siamo orgogliosi; è una possibilità coerente con l’apertura al punto di vista esterno, propria del gruppo; apertura che nel contesto elettorale è necessariamente apertura agli altri magistrati, specie se si verifica una coincidenza di vedute su punti programmatici qualificanti.
L’iscrizione al gruppo, allora, non può essere un discrimine: non lo è mai stato perché l’apertura, il confronto, la curiosità e la contaminazione hanno sempre caratterizzato il percorso di Magistratura democratica e l’hanno preservata dal corporativismo e dalla visione di un magistrato burocrate, formalista, condizionato dai rapporti gerarchici.
Nello stesso tempo offre la concreta possibilità di rafforzare il ruolo che Magistratura democratica potrà avere in seno al Consiglio superiore, aumentando le chance di successo della proposta di autogoverno che rivolgiamo alla magistratura.
Per tutte queste ragioni, il Consiglio Nazionale approva l’apparentamento dei candidati Campo, Miele, Mori, Ramondino, Savio, Savoia, Tarquini.