Elezioni del Consiglio Superiore della Magistratura
Elisabetta Tarquini
Sono in magistratura dal 1994. Ho sempre fatto il giudice del lavoro, al Tribunale di Massa, poi a Pisa, ora in appello a Firenze.
La mia esperienza è stata quella di tante e tanti giudici civili in uffici piccoli la cui organizzazione è spesso complicata da scoperture o croniche carenze di organico. Come loro ho cercato di fare del mio meglio trattando cause non “appariscenti”, ma spesso davvero importanti per i cittadini.
Da molti anni mi occupo di diritto antidiscriminatorio: su cui ho scritto un piccolo libro (“Le discriminazioni sul lavoro e la tutela giudiziale”, nel 2015) e una ventina di altre pubblicazioni.
Ho partecipato alla costituzione dell’Osservatorio sulle discriminazioni, uno dei primi siti di raccolta sistematica della giurisprudenza in materia. Nel 2021 sono stata tra i fondatori di IEN – Italian Equality Net, un sito che documenta l’evoluzione del diritto antidiscriminatorio, incoraggia lo scambio di esperienze e favorisce lo sviluppo di buone prassi.
Per svolgere il nostro ruolo mi sembra determinante la formazione giuridica, ma anche quella alla complessità del mondo, l’attenzione alle sue trasformazioni e ai saperi extragiuridici. Ho ritenuto una grande opportunità e un onore partecipare alle iniziative formative del Consiglio prima e della Scuola poi.
Le questioni legate alla partecipazione all’ordine giudiziario delle donne mi hanno sempre interessato. Credo che i temi organizzativi debbano essere affrontati anche nella prospettiva di assicurare alle magistrate una reale uguaglianza delle opportunità. Sono iscritta ad ADMI e la rappresento nel CPO del Consiglio giudiziario della Corte d’appello di Firenze.
Di Magistratura democratica condivido il punto di vista esterno, l’attenzione al mondo fuori delle nostre aule, l’idea di un giudice imparziale ma non indifferente ai diritti agiti nel processo. Mi sono iscritta a Md quando il difensore di un noto imputato chiese all’ANM di avere i nomi di tutti gli iscritti a quel gruppo. Pensai che se mai quei nomi fossero stati dati ci doveva essere pure il mio.
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