Come Medel ha ricordato nella dichiarazione di Palma Declaration for Refugees and Migrants dell’11 marzo 2017[1], l’immigrazione è oggi la storia di una grande tragedia umanitaria, che da tempo si consuma sotto i nostri occhi e nei nostri mari dove trovano la morte migliaia di migranti, scampati alle guerre e alla fame.
La stessa tragedia continua nei centri di trattenimento libici dove i migranti, ai quali viene negato il diritto fondamentale d’asilo e la possibilità di raggiungere i Paesi dove possa essere esercitato, diventano vittime dei trattamenti inumani e degradanti, come confermato di recente dal Segretario generale dell’Onu sulla base dell’inchiesta condotta dallo United Nations Support Mission in Libya[2].
Di fronte alla storia di migrazioni che stiamo vivendo nessuno può sentirsi inerme testimone.
Ginetta Sagan ha scritto: «Il silenzio di fronte all’ingiustizia è complicità con l’oppressore».
Quel che accade chiama in causa l’identità democratica dell’Europa, l’universalità e l’indivisibilità dei diritti fondamentali che fanno parte del suo patrimonio spirituale e morale, per il cui effettivo godimento l’Unione Europea ha assunto “responsabilità e doveri” nei confronti di tutta la comunità umana e delle generazioni future.
Responsabilità e doveri che impongono all’Europa di porre fine alle tragedie in mare, e di accogliere i migranti in luoghi sicuri, con il divieto assoluto, stabilito da numerose convenzioni internazionali e dalle Corti europee[3], di attuare il respingimento e l’allontanamento verso luoghi dove possono correre il rischio di torture e di trattamenti disumani.
Il soccorso in mare e l’accoglienza dei migranti in luoghi sicuri risponde a un obbligo giuridico e a un dovere morale.
L’attività svolta dalle ong ha supplito in questi anni alle carenze degli Stati e dell’Europa, ha garantito l’unica via di salvezza verso Paesi sicuri di migliaia di persone nel Mediterraneo e ha dato risposta all’“imperativo etico” che ci impone di mettere al primo posto la vita e la protezione dei profughi in grave situazione di vulnerabilità.
Con gli interventi di soccorso in mare di Open Arms, 59.000 migranti sono stati tratti in salvo nel Mediterraneo, e si è così impedito un aumento del vergognoso numero di morti già registrato quest’anno.
Come riconoscimento del suo impegno umanitario che rappresenta la testimonianza sul campo di un’azione a difesa dei diritti fondamentali delle persone, in nome dei valori di solidarietà e dei sentimenti umanitari che fanno parte della nostra civiltà e della nostra cultura, Medel ha proposto Open Arms per l’assegnazione del Premio Václav Havel per i Diritti umani 2018 dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.
Nel pieno rispetto delle decisioni delle autorità giudiziarie che riguardano le operazioni di soccorso attuate da Open Arms il 15 marzo 2018, riteniamo di dover ricordare che la valutazione delle condotte di salvataggio in mare non può prescindere dalla considerazione dell’interesse primario ad assicurare, in ogni circostanza, la salvezza dei migranti, e delle finalità umanitarie che sono a fondamento dell’azione di soccorso.
Richiamiamo la dichiarazione di Medel del 7 ottobre 2013[4], che purtroppo è ancora valida: nel preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è scritto che «l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà» e che «il godimento di questi diritti fa sorgere responsabilità e doveri nei confronti degli altri come pure della comunità umana e delle generazioni future».
È tempo per l’Unione Europea di dimostrare che non sono parole vuote.
* La dichiarazione di Medel in lingua Inglese
[1] www.medelnet.eu/index.php/news/europe/371-medel-palma-declaration-for-refugees-and-migrants
[2] Cfr. Hirsi Jamaa and others v. Italy [GC], n. 27765/09, par. 33-42, e par. 123-138 dove la Corte europea dei diritti dell’uomo elenca e analizza i più rilevanti documenti internazionali che riguardano la situazione dei migranti in Libia.
[3] Cfr., inter alia, ECtHR, Saadi v. Italy [GC], n. 37201, M.S.S. v. Belgium and Greece [GC], n. 30696/09, Tarakhel v. Switzerland [GC], n. 29217/12 y Paposhvili v. Belgium [GC], n. 41738/10.
[4] www.medelnet.eu/index.php/news/europe/210-medel-calls-for-new-immigration-rules