Turchia

Md sul processo a Murat Arslan

di Esecutivo di Magistratura Democratica

Riportiamo la comunicazione pubblicata sulla pagina dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. “La condanna del giudice Arslan costituisce un serio e grave attacco all’indipendenza della magistratura”

GENEVA (6 febbraio 2019) – Le autorità turche devono garantire una procedura di appello equa per il premiato giudice Murat Arslan, che è stato condannato in violazione dei principi del giusto processo e delle garanzie giudiziarie, afferma lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite per l’indipendenza dei giudici e degli avvocati Diego Garcia-Sayán.

“La condanna del giudice Arslan costituisce un serio e grave attacco all’indipendenza della magistratura in Turchia, e in uno stato democratico che risponde ai principi dello stato di diritto una magistratura indipendente e imparziale è una garanzia fondamentale per la società nel suo complesso”, ha detto l’esperto delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Murat Arslan, ex presidente dell’Associazione dei giudici e dei procuratori, è in carcere dal suo arresto avvenuto il 18 ottobre 2016. È stato condannato a 10 anni di reclusione da un tribunale di Ankara per essere membro della cosiddetta Organizzazione terroristica fetilahista (FETÖ), che, secondo il governo turco, era alla base del tentato colpo di Stato all’inizio di quell’anno.

Le informazioni ricevute da varie fonti dallo Special Rapporteur suggeriscono che gli attacchi e le minacce ai membri della magistratura e agli avvocati, così come l’interferenza nel loro lavoro, sono aumentati drammaticamente e sono diventati sistematici negli ultimi mesi.

“Sono  seriamente preoccupato per gli effetti negativi che le misure attuate dal governo turco hanno avuto, e continuano ad avere, sull’equo ed effettivo godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone interessate, nonché sull’indipendenza della magistratura e sul libero esercizio della professione legale”, ha aggiunto Garcia-Sayán.

“Abbiamo ricevuto informazioni che suggeriscono che il procedimento giudiziario contro il sig. Arslan non è stato trasparente e non soddisfa i criteri per i procedimenti giudiziari volti a salvaguardare i diritti legali dell’individuo”, ha detto.

“Il procedimento contro il giudice Arslan potrebbe avere un effetto negativo sull’indipendenza della magistratura in Turchia, poiché altri giudici potrebbero essere dissuasi dall’esercitare la loro indipendenza giudiziaria e la libertà di espressione per timore di essere sottoposti a procedimenti disciplinari o penali”, ha aggiunto l’esperto.

Arslan, che ha ricevuto il Premio Václav Havel per i diritti umani nel 2017 per il suo eccezionale contributo civile alla difesa dei diritti umani, ha avuto una lunga carriera come giudice. È diventato, insieme a centinaia di altri giudici turchi, uno dei principali obiettivi della repressione scatenata dal governo turco dopo il fallito colpo di Stato.

“I procedimenti penali contro il giudice Arslan, che avrebbero una motivazione politica, hanno portato a gravi violazioni delle garanzie previste dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, e potrebbero anche essere considerati un’ingerenza inappropriata e un atto di rappresaglia per il legittimo esercizio della professione di giudice”, ha detto Garcia-Sayán.

Lo Special Rapporteur ha inoltre sottolineato che le preoccupazioni per il licenziamento, l’arresto, la detenzione arbitraria e la condanna di giudici, pubblici ministeri e avvocati sono state espresse in numerose comunicazioni indirizzate al governo turco da vari Rapporteurs dopo il fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016 e la conseguente proclamazione dello stato di emergenza.

Diego García-Sayán (Perù) è stato nominato relatore speciale dell’ONU sull’indipendenza di giudici e avvocati nel dicembre 2016. García-Sayán è stato in precedenza giudice della Corte interamericana dei diritti umani per due mandati consecutivi. Durante il suo mandato è stato eletto vicepresidente della Corte (2008-2009) e presidente della Corte per due mandati consecutivi (2009-2013). Ha una lunga esperienza in materia di  diritti umani in diversi ambiti, e ha operato per le Nazioni Unite e per l’Organizzazione degli Stati americani.

I relatori speciali fanno parte delle cosiddette procedure speciali del Consiglio per i diritti umani. Le procedure speciali, il più grande organismo di esperti indipendenti nel sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, è la denominazione generale dei meccanismi indipendenti di accertamento dei fatti e di monitoraggio del Consiglio che affrontano situazioni nazionali specifiche o questioni tematiche in tutte le parti del mondo. Gli esperti di procedure speciali lavorano su base volontaria; non sono membri del personale delle Nazioni Unite e non ricevono uno stipendio per il loro lavoro. Sono indipendenti da qualsiasi governo o organizzazione e prestano servizio a titolo personale.

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08/02/2019

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