ROMA – Con
la manovra finanziaria approvata in questi giorni il Governo taglia
per la quarta volta in tre anni le risorse per le forze di polizia
e gli uffici giudiziari. Tagli di dimensioni senza precedenti in
Italia, e lineari cioè indiscriminati, che colpiscono solo
marginalmente gli sprechi, mentre rischiano di compromettere per
lungo tempo due funzioni essenziali dello stato di diritto.
A
tre miliardi di euro ammontano, infatti, i tagli per la sicurezza: 1
miliardo con la manovra del 2008, 650 milioni con quella del 2010,
500 milioni con quella del luglio di quest’anno e 850 con questa di
settembre che ha effetti per il 2012 e 2013. Questo taglio di
risorse, pari al 30% del bilancio del ministero dell’interno su
questo versante, ha già prodotto un inevitabile ridimensionamento
della capacità del sistema delle forze di polizia
di rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini,
ridimensionamento che solo parzialmente e per un breve periodo può
essere compensato dall’impegno straordinario degli operatori. Ma il
rischio maggiore è quello della perdita progressiva di conoscenza e
capacità di controllo del territorio, che non potrà essere
recuperata in tempi brevi senza investimenti all’altezza dei problemi
infrastrutturali che oggi attanagliano le forze dell’ordine.
Sul
versante della giustizia la non leggibilità dei bilanci e la
scarsità delle informazioni non consente neppure di fare un calcolo
approssimativo dell’incidenza dei tagli sul bilancio degli uffici
giudiziari. Ma per comprendere la gravità della situazione è
sufficiente verificare che le spese per l’innovazione sono quasi
azzerate e che mancano i fondi per proseguire in quei progetti (dagli
stagisti ai distacchi di personale da altre amministrazioni) che
erano stati avviati per fronteggiare la drammatica carenza di
personale amministrativo e di supporto all’attività dei magistrati.
Già adesso molti uffici stanno riducendo le attività ordinarie e
rinviando per carenza di risorse tutte quelle che non sono urgenti,
con un calo verticale dei servizi ai cittadini e della stessa
capacità di condurre efficacemente le indagini e i processi penali e
civili.
Magistratura
Democratica e Silp-Cgil giudicano grave la scelta del Governo di fare
cassa smantellando irresponsabilmente quei settori dello Stato ai
quali è affidato il compito primario di garantire il controllo di
legalità e la sicurezza dei cittadini, funzioni peraltro essenziali
per le possibilità di sviluppo del Paese e, quindi, di una sua
rapida uscita dalla crisi.
Per
questo annunciano la realizzazione di iniziative congiunte, che hanno
l’obiettivo di denunciare i rischi di un grave abbassamento dei
livelli di legalità, e quindi di democrazia, a causa delle scelte
finanziarie e normative del Governo, come per le intercettazioni, e
quello di sensibilizzare i cittadini, le forze sociali e politiche
intorno all’esigenza di realizzare una grande campagna di difesa dei
diritti delle persone e della civiltà giuridica del nostro Paese.
Magistratura
democratica
Sindacato italiano lavoratori polizia – CGIL