Ordinamento
Magistratura democratica sulle lentezze nelle procedure di conferma
Con la riforma Castelli-Mastella, si è affermato il principio di temporaneità nell’esercizio delle funzioni semi-direttive e direttive. L’idea di fondo era quella di privilegiare il profilo delle attitudini a discapito di altri indicatori – come l’anzianità – che poco avevano a che fare con le competenze organizzative.
Si era detto che l’ampliamento della discrezionalità del Consiglio Superiore nel momento della scelta dell’aspirante da investire di una funzione semi-direttiva o direttiva avrebbe trovato adeguato contrappeso nelle valutazioni quadriennali di conferma nell’incarico esercitato dal dirigente o semi-dirigente. Sappiamo che ciò non è avvenuto e che molto rari sono stati i casi in cui le procedure di conferma sono state in grado di far emergere criticità.
Al riguardo, è poi da registrare un dato allarmante, segnalato dalla consigliera Miele nel primo report dell’11 febbraio 2023 relativo alla sua attività in seno al Consiglio superiore e, successivamente, anche dagli organi di informazione: molte procedure di conferma per cui si profilano criticità (legate a pareri negativi già espressi dai consigli giudiziari o perché relative a magistrati interessati da procedimenti disciplinari o penali pendenti) sono funestate da lentezze inaccettabili (anche pluriennali). Si tratta di dilazioni nella valutazione della sussistenza dei presupposti per confermare o meno un magistrato nell’esercizio delle responsabilità direttive o sem-idirettive che risultano assolutamente incoerenti con l’esigenza di assicurare agli uffici giudiziari dirigenti capaci di esercitare il loro ruolo con piena serenità e legittimazione.
Crediamo che sia necessario e urgente un cambio di passo e proponiamo alcuni passaggi concreti su questo tema:
- operare uno screening delle procedure di conferma quadriennale “scadute” che presentino criticità (per esempio: in presenza di un parere del consiglio giudiziario sfavorevole alla conferma nell’incarico; o, ancora, in presenza di procedimenti penali o disciplinari);
- dare corso alla trattazione prioritaria proprio delle procedure di conferma che presentano criticità, a prescindere dalla burocratica considerazione dell’ordine cronologico dettato dalla scadenza del quadriennio: risulta di tutta evidenza che è prioritario trattare subito una procedura di conferma in cui è necessario affrontare e sciogliere le criticità emerse, anche “a costo” di trattare con qualche ritardo la procedura di conferma che non presenta alcuna criticità; detto in termini brutali: se un dirigente è inadeguato, è bene che ciò sia accertato con immediatezza; se un dirigente è adeguato (nel senso che non sono emerse criticità), deliberare la conferma con un paio di mesi di ritardo non rappresenterà un problema;
- rendere pienamente trasparente il percorso di trattazione delle procedure di conferma, soprattutto di quelle che presentano criticità: l’art. 87 bis del Testo unico dirigenza non prevede che le procedure di conferma possano essere accantonate, sospese de facto, congelate; l’art. 87 bis prevede che le procedure di conferma possano (non che debbano) essere sospese solo «laddove la valutazione relativa alla conferma nell’ufficio direttivo o semidirettivo dipenda esclusivamente dall’accertamento dei fatti oggetto del procedimento disciplinare o del procedimento penale»; e, si badi: la scelta di deliberare la sospensione (si ripete: facoltativa) spetta al Plenum del CSM e non alla quinta commissione (e, tantomeno, ove attuata con comportamenti e non con provvedimenti).
I consiglieri Roberto Fontana, Domenica Miele e Andrea Mirenda oggi hanno mosso un primo passo in questa direzione, depositando al Comitato di presidenza una nota con cui auspicano la sollecita calendarizzazione di tutte le procedure di conferma relative a casi “problematici”.
Chiediamo a ciascuno dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura di farsi responsabilmente interprete di questo bisogno di tempestivo esame delle situazioni di criticità e di questa forte esigenza di trasparenza.
L’Esecutivo di Magistratura democratica
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