Di fronte alle tragedie di questi giorni, tragedie ripetute di donne, uomini e bambini morti a pochi metri o poche miglia dalle nostre coste, non basta indignarsi e non basta commuoversi.
Il coraggio e la generosità di chi è intervenuto per fare il possibile ci dimostrano che la gente d’Italia è capace di capire e di fare. Nonostante le parole che ancora due giorni fa sono state dette nel nostro Parlamento e ieri ripetute sulle stampa.
Ma è evidente che senza relazioni internazionali efficaci e senza una politica europea e nazionale condivisa restano solo i singoli episodi, gestiti con buona volontà ma in solitudine e presto dimenticati.
Se siamo convinti che queste tragedie “non devono più accadere”, occorre affrontare con serietà e senza ideologie le enormi difficoltà che sono inevitabili in presenza di fenomeni di migrazione così rilevanti e delle mille storie individuali, delle mille persone che ci chiedono di non voltare la testa. Ripensare gli ingressi, rivedere le regole sulla cittadinanza, investire in progetti sono strade obbligate, dimostratesi efficaci dove percorse, se non vogliamo accrescere i livelli di impotenza e di ipocrisia cui talvolta assistiamo.
Luigi Marini
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3 ottobre 2013