Si tratta di un’iniziativa promossa dalla Cgil per la difesa dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, a cui hanno dato adesione numerosissime associazioni della società civile.
Ci auguriamo che la nostra partecipazione sia utile a far comprendere, tanto all’interno della magistratura che all’opinione pubblica, come la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, a cui i magistrati sono chiamati nell’esercizio delle loro funzioni, non si esaurisce nell’esercizio della giurisdizione.
Chi è chiamato a garantire la tutela di quei diritti e dei principi costituzionali ha il dovere di intervenire nel dibattito pubblico, di fronte al pericolo di un loro ridimensionamento, perché i diritti semplicemente enunciati, ma svuotati del loro contenuto, essenziale perdono di significato.
I diritti fondamentali che i magistrati italiani sono chiamati a tutelare – alla salute, al lavoro, all’istruzione – esistono come tali soltanto se i decisori politici permettono la loro concreta realizzazione, prescindendo da logiche di schieramento o di appartenenza.
L’impegno dei magistrati in difesa dei diritti costituzionali anche nel dibattito pubblico, dunque, ha il significato di dare concretezza all’impegno quotidiano cui sono chiamati, ed è un impegno indifferente ai posizionamenti contingenti delle forze politiche, perché è rivolto a un fine che dovrebbe essere condiviso da tutti i soggetti istituzionali: quello della tutela effettiva, per tutti i cittadini, dei diritti fondamentali che servono a promuovere la pari dignità e l’uguaglianza sostanziale tra le persone.