Speciale
La situazione in Turchia
ROMA - Le notizie che arrivano dalla Turchia, dopo il fallimento del coup militare, restituiscono un quadro estremamente preoccupante. La morte di numerosi civili, la destituzione di migliaia di giudici (e in centinaia di casi anche l'arresto) e - complessivamente - di novemila funzionari pubblici, il rischio della pena capitale per i golpisti.
In questa pagina intendiamo raccogliere documenti e appelli prodotti da associazioni e istituzioni, testimonianze, notizie e articoli di particolare interesse. Un piccolo contributo informativo per tenere alta l'attenzione su avvenimenti che riguardano le regole fondamentali dello Stato di diritto.
(pagina in aggiornamento)
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NEWS
15 SETTEMBRE 2018
La dichiarazione dell'associazione Aed (Avocats Européens Démocrates/European Democratic Lawyers) sulla vicenda di un gruppo di avvocati riarrestati poche ore dopo essere stati rilasciati
Leggi il documento (ENG)
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24 APRILE 2017
"Gabriele del Grande è libero". L'annuncio del Ministro degli Esteri Angelino Alfano
La notizia da Repubblica.it
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18 APRILE 2017
Dalla Farnesina massima attenzione sul caso del giornalista Gabriele Del Grande
Il comunicato del Ministero degli Esteri
La Farnesina e l’Ambasciata d’Italia ad Ankara stanno seguendo il caso del giornalista Gabriele Del Grande con la massima attenzione, sin dal suo inizio, in costante contatto con i familiari. Anche nella giornata di oggi sono proseguiti i contatti con la compagna di Gabriele Del Grande e con l’avvocato della famiglia.
Il ministro Alfano ha disposto l’invio a Mugla – dove Del Grande è detenuto – del console d’Italia a Smirne per rendere visita al connazionale e l’ambasciatore d’Italia ad Ankara ha trasmesso alle autorità turche la richiesta di visita consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1963. La Farnesina chiede con insistenza, fin dal primo giorno di questa vicenda, che Gabriele Del Grande possa ricevere regolare assistenza legale e consolare.Anche grazie all’azione di sensibilizzazione condotta dall’Italia fin dall’inizio della vicenda, il signor Del Grande ha potuto oggi avere un colloquio telefonico con la famiglia. Ma ciò ovviamente non basta, in quanto la Farnesina chiede che Del Grande sia rimesso in libertà, nel pieno rispetto della legge.
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17 APRILE 2017
Referendum Turchia. I risultati
I "Sì" al 51,2%. I "No" vincono a Istanbul e Ankara. L'opposizione denuncia brogli. Erdogan: «Alleati rispettino il voto». Cosa cambia adesso?
Il referendum visto sui principali siti di informazione italiani: Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, La Repubblica, La Stampa
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16 APRILE 2017
"Turchia, urne aperte per il referendum costituzionale sul presidenzialismo" (da repubblica.it)
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26 MARZO 2017
Magistratura democratica aderisce, invitando alla sottoscrizione giuristi e associazioni di giuristi, all'appello rivolto alle istituzioni europee sulla situazione in Turchia a otto mesi dal tentato colpo di Stato.
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25 MARZO 2017
Il Comunicato di Medel e dell'Aed (Avocats Européens Démocrates) sul prossimo referendum in Turchia
La campana della democrazia non smette di suonare in Turchia
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13 MARZO 2017
Commissione di Venezia (10-11 marzo 2017): Il parere sugli emendamenti alla Costituzione adottati dalla "Gran National Assembly" il 21 gennaio 2017 e che verranno sottoposti a un referendum nazionale il prossimo 16 aprile
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11 MARZO 2017
La morte del giudice Tosun
Mehmet Tosun, giudice del Consiglio di Stato della Turchia, è morto in ospedale il 6 marzo. Era gravemente malato e bisognoso di cure costose. Dopo il colpo di Stato, era stato arrestato, maltrattato, destituito e privato dei suoi beni e dei suoi risparmi.
La dichiarazione dell'associazione Medel
16 FEBBRAIO 2017
Pubblicato su La Magistratura, organo dell'Associazione nazionale magistrati, Lo Stato di diritto, l’indipendenza della Magistratura e la protezione dei diritti fondamentali: la tragica deriva della Turchia dal 2013 del giudice Luca Perilli, componente del comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura.
Leggi l'articolo
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31 GENNAIO 2017
The Mechanism orders Turkey to release Judge Aydin Sefa Akay
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27 GENNAIO 2017
Bologna. Seminario: Turchia, stato di emergenza e violazione dei diritti umani
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19 GENNAIO 2017
Medel (Magistrats européens pour la démocratie et les libertés): Solidarity with avvocata Barbara Spinelli
16 GENNAIO 2017
Magistratura Democratica esprime solidarietà e vicinanza a Barbara Spinelli
13 GENNAIO 2017
Istanbul. L'avvocata italiana Barbara Spinelli respinta dalle autorità turche
È stata trattenuta un’intera notte alla frontiera dalle autorità turche, in una stanza con la luce accesa, insieme con altre persone. Barbara Spinelli, l’avvocato di Bologna “respinto” dalla Turchia, ha dovuto dunque subire una vera e propria reclusione prima di essere rimpatriata in Italia dalle autorità di Istanbul.
Barbara Spinelli si stava recando ad Ankara per partecipare ad una conferenza organizzata dalla ELDH. Da anni, l’avvocata Spinelli, nelle vesti di osservatrice internazionale, è protagonista di una fondamentale attività per la difesa dei valori della democrazia e delle libertà fondamentali.
In una lettera inviata al ministro degli Esteri Alfano e al ministro della Giustizia Orlando, Andrea Mascherin, presidente del CNF, richiama l’attenzione «su quanto accaduto alla collega Barbara Spinelli», ricordando come la collega sia «impegnata assieme ad altre avvocate e avvocati in rappresentanza delle istituzioni e delle associazioni forensi italiane in missioni di monitoraggio sul rispetto dei diritti umani e del diritto alla difesa in Turchia. Di certo non saranno questi episodi a fermare l’azione della avvocatura italiana, che anzi ne trae ulteriore stimolo e motivazione a proseguire con determinazione nella attività di tutela dei cittadini in ogni parte del mondo».
Leggi la ricostruzione di quanto avvenuto (www.ildubbio.it)
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11 GENNAIO 2017
Ankara. Convegno: Il sistema giudiziario nello stato di emergenza in Turchia (13-15 gennaio 2017)
La conferenza è organizzata dalla ELDH, Associazione Europea delle Giuriste e dei Giuristi per la Democrazia e i diritti dell'Uomo nel Mondo
Qui il programma
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10 GENNAIO 2017
Turchia. I diritti fondamentali. La reazione al tentato golpe e le deroghe alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo
Il Laboratorio Diritti Fondamentali (LDF) dedica alla Turchia il bollettino di Gennaio.
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24 NOVEMBRE
Turchia, parlamento Ue: sospendere negoziati adesione
Il parlamento europeo ha approvato oggi a larga maggioranza una risoluzione che chiede la sospensione dei negoziati per l'adesione della Turchia alla Ue. (da Repubblica.it)
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11 NOVEMBRE
Arrestato il presidente del consiglio di amministrazione del quotidiano turco Cumhuriyet.
Akin Atalay, presidente del consiglio di amministrazione del quotidiano di opposizione Cumhuriyet, è stato arrestato all’aeroporto di Istanbul. A rivelarlo è il sito dello stesso quotidiano. Il Cumhuriyet è da tempo nel mirino delle autorità che il 31 ottobre hanno arrestato nove suoi dipendenti, tra dirigenti e giornalisti, nell’ambito di un’inchiesta legata al tentato golpe dello scorso luglio. (da Internazionale.it)
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4 NOVEMBRE
Arrestati dodici parlamentari del partito filocurdo Hdp in Turchia.
Le autorità accusano i parlamentari (tra cui Selahattin Demirtaş e Figen Yüksekdağ leader del terzo partito del paese) di essere legati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). In seguito agli arresti il governo ha bloccato l’accesso ai principali social network. Dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio in Turchia, Ankara ha dichiarato lo stato di emergenza e ha licenziato e arrestato 110mila funzionari pubblici con l’accusa di essere legati a una rete terroristica. (da Internazionale.it)
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1-2 SETTEMBRE
Turchia, rimossi altri 543 giudici Erdogan: «Così ci sarà più giustizia»
Sono 3.390 i magistrati rimossi dopo il fallito golpe del 15 luglio. Per tutti l’accusa è di complicità con lo Stato parallelo di Gülen. Il presidente turco contestato da avvocati e opposizione si difende: «Non stiamo indebolendo il sistema giudiziario». Complessivamente sono circa 80mila i funzionari pubblici licenziati o arrestati dopo il tentato golpe. (da Corriere.it)
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17 AGOSTO
La Turchia libererà 38mila prigionieri per far spazio ai presunti golpisti. I detenuti passeranno in regime di libertà vigilata. La decisione è stata presa con un decreto governativo e annunciata oggi dal ministro della giustizia Bekir Bozdağ. Le persone liberate non sono implicate nel tentato golpe del 15 luglio né in reati di omicidio o terrorismo. Le autorità turche finora hanno messo in prigione circa 10mila persone accusate di aver partecipato al colpo di stato. (da Internazionale.it)
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8 AGOSTO
Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato a Istanbul in sostegno di Erdoğan. A un mese dal fallito colpo di stato compiuto da una parte dell’esercito, i sostenitori del presidente sono scesi in piazza in una manifestazione “per la democrazia” convocata dal governo. Durante il suo discorso, il presidente turco ha promesso di reintrodurre la pena di morte nell’ordinamento penale. (da Internazionale.it)
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5 AGOSTO
In Turchia parte l’epurazione anche nel partito di governo. Il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) del presidente Erdoğan ha ordinato una rapida espulsione di tutti i suoi esponenti vincolati a Fethullah Gülen, l’imam accusato di aver ispirato il colpo di stato fallito del 15 luglio. Ieri un tribunale di Istanbul ha emesso un mandato d’arresto per Gülen, che vive negli Stati Uniti. (da Internazionale.it)
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1 AGOSTO
Arrestati undici soldati accusati di aver partecipato al golpe. Secondo Ankara, la sera del 15 luglio hanno attaccato l’hotel di Marmaris dove il presidente Erdoğan stava trascorrendo le vacanze. Le forze speciali li hanno catturati nella regione di Ula, sempre nel sud, vicino alla località turistica. Gli altri 26 militari di quel commando sono già in carcere. Dopo il colpo di stato fallito, sono state 18mila le persone arrestate in Turchia. Lo ha dichiarato il ministro dell’interno turco Efkan Ala. Delle persone arrestate, 9.677 sono state arrestate con un capo d’imputazione, mentre le altre sono trattenute senza essere state formalmente incriminate. (da Internazionale.it)
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28 LUGLIO
In Turchia si dimettono due importanti generali. Il capo delle truppe di terra e il responsabile degli addestramenti rinunciano dopo la sospensione di 149 generali e ammiragli. Oggi le autorità hanno disposto la chiusura forzata di 45 quotidiani, 16 televisioni, 3 agenzie di stampa, 23 radio, 15 riviste e 29 case editrici. L’accusa è sempre quella di sostenere Fethullah Gülen, il religioso in esilio negli Stati Uniti che secondo Ankara ha organizzato il colpo di stato del 15 luglio (da Internazionale.it)
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27 LUGLIO
Mandato d’arresto per 47 giornalisti di Zaman. Sono ex dipendenti del quotidiano "Zaman", il giornale che lo scorso marzo è stato commissariato dalle autorità turche perché considerato vicino a Fethullah Gülen. Il religioso, che vive in esilio negli Stati Uniti, è accusato da Ankara di aver organizzato il colpo di stato fallito il 15 luglio. (da Internazionale.it)
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25 LUGLIO
Emesso un mandato d’arresto per 42 giornalisti in Turchia. Lo ha riferito la tv privata Ntv. Dopo il colpo di stato fallito il 15 luglio, le autorità di Ankara hanno sospeso, arrestato o messo sotto inchiesta più di 60mila persone. Ieri migliaia di turchi hanno manifestato a Istanbul contro il golpe e contro lo stato di emergenza dichiarato dal presidente. La protesta era convocata dal principale partito d’opposizione. (da Internazionale.it)
21 LUGLIO
La Turchia dichiara lo stato d’emergenza. Sarà in vigore da oggi per i prossimi tre mesi. Una delle conseguenze della misura sarà la sospensione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il presidente Erdoğan non avrà bisogno dell’autorizzazione del Parlamento per far passare nuove leggi e limitare o sospendere alcuni diritti e libertà, ad esempio per prolungare la detenzione delle migliaia di persone arrestate negli ultimi giorni. Intanto negli Stati Uniti il segretario di stato J. Kerry, che ha ricevuto una richiesta di estradizione per Fethullah Gülen, il religioso turco considerato la mente dietro il recente golpe, ha chiesto ai turchi di fornire delle prove concrete del coinvolgimento di Gülen. (da Internazionale.it)
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20 LUGLIO
La Turchia accusa formalmente 99 ufficiali dell’esercito per il golpe del 15 luglio. Dopo il fallito colpo colpo di stato, il governo turco sta mandando avanti le epurazioni all’interno delle istituzioni. Finora la repressione ha colpito circa 58mila persone tra giudici, insegnanti, funzionari pubblici e militari. Circa 1.577 presidi di facoltà sono stati costretti a lasciare il loro incarico, più di 21mila insegnanti e 15mila funzionari del ministero dell’istruzione. Agli accademici inoltre è stato vietato di viaggiare all’estero. Il presidente Erdoğan sta guidando il vertice del consiglio di sicurezza nazionale ad Ankara. Le associazioni per i diritti umani hanno denunciato torture e censure nei confronti dei mezzi d’informazione. Con una risoluzione approvata all'unanimità dal plenum e che sarà inviata al Guardasigilli Orlando e al ministro degli Esteri Gentiloni, il Csm ha sospeso "ogni rapporto di cooperazione" con il Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri della Turchia "fino a quando non sarà fatta chiarezza sul ruolo di tale Consiglio nelle determinazioni che hanno portato all'arresto o alla destituzione di oltre duemila magistrati". (da Internazionale.it)
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19 LUGLIO
Il governo turco ha licenziato più di 15mila funzionari del ministero dell’istruzione. Alla base della decisione, secondo l'esecutivo, i loro legami con Fethullah Gülen. Per lo stesso motivo sono state ritirate le licenze ad alcune radio e televisioni ritenute vicine a Gülen. Tra le persone costrette a lasciare il proprio incarico ci sono anche 1.577 presidi di facoltà universitarie, ha dichiarato la tv di stato Trt. Il presidente Usa Obama ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Erdogan, invitandolo al rispetto dei valori democratici. Critica anche la presidente della Camera Boldrini: "Quando si arrestano migliaia di persone arbitrariamente, è repressione. Ed è qualcosa di intollerabile per un Paese che dice di voler entrare nell'Ue". Domani alle 14.30 sit-in #nobavaglioturco davanti all'Ambasciata organizzato da Articolo 21, (ha aderito e parteciperà anche Md).
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18 LUGLIO
"Sono 7.543 le persone arrestate, tra cui 100 agenti di polizia, 6.038 soldati, 755 tra giudici e procuratori, e 650 civili. Per 316 è stata confermata la custodia preventiva". Lo ha dichiarato il premier turco Binali Yildirim. Circa 1.500 dipendenti sono stati sollevati dai loro incarichi dal ministero delle Finanze. Il premier ha fornito anche un nuovo bilancio delle vittime del fallito golpe: sono morte 208 persone, di cui 145 civili, 60 poliziotti e 3 soldati. Oltre 100 golpisti sono stati uccisi".
Il "repulisti" investe anche la polizia, attraverso la sospensione di 30 prefetti su 81 e il sollevamento dall'incarico di 8.777 dipendenti del ministero dell'Interno, con circa 8mila agenti costretti a riconsegnare armi e distintivi, così come 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali.
Preoccupazioni per le misure adottate dal governo turco sono state espresse dalla cancelliera tedesca Merkel che ha telefonato a Erdogan per esprimergli la sua "ferma opposizione" alla reintroduzione della pena di morte in Turchia. La cancelliera ha sottolineato incoltre che "l'ondata di arresti e rimozioni dagli incarichi" di magistrati, ufficiali dell'esercito e funzionari di polizia "sono motivo di grande preoccupazione per la Germania".
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17 LUGLIO
L'Alto Consiglio dei Giudici e Procuratori, presieduto dal Ministro della Giustizia, ha rimosso dall’incarico 2.745 giudici sulla base del sospetto di collegamenti con il religioso Fethullah Gulen, ritenuto l’ispiratore del golpe.
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DOCUMENTI E APPELLI
ASSOCIAZIONI
26 MARZO 2017
Magistratura democratica aderisce, invitando alla sottoscrizione giuristi e associazioni di giuristi, all'appello rivolto alle istituzioni europee sulla situazione in Turchia a otto mesi dal tentato colpo di Stato.
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25 MARZO 2017
Il Comunicato di Medel e dell'Aed (Avocats Européens Démocrates) sul prossimo referendum in Turchia
La campana della democrazia non smette di suonare in Turchia11 MARZO 2017
La morte del giudice Tosun
Mehmet Tosun, giudice del Consiglio di Stato della Turchia, è morto in ospedale il 6 marzo. Era gravemente malato e bisognoso di cure costose. Dopo il colpo di Stato, era stato arrestato, maltrattato, destituito e privato dei suoi beni e dei suoi risparmi.
La dichiarazione dell'associazione Medel_______________________________
28 NOVEMBRE 2016
Motion présentée par les représentants du SM à MEDEL et adoptée, à l’unanimité, au 50ème congrès du Syndicat de la magistrature, le 27 novembre 2016
"Pour que cesse la répression arbitraire et que la Turquie trouve le chemin de l’Etat de droit" (LEGGI)
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5 NOVEMBRE 2016
Mozione approvata dal XXI Congresso Nazionale di Magistratura democratica (LEGGI)
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25 AGOSTO 2016
Joint Declaration of MEDEL/SMMP/MPD from Sao Paulo - Brasil (click here to read the declaration)
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9 AGOSTO 2016
American Bar Association approves resolution calling on the Government of Turkey to hold fair, impartial hearings before suspending any lawyer or judge from the bar or tribunal; and to commit to protect human rights during the 2016 Annual Meeting session on Aug. 9 in San Francisco (click here to read the resolution)
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4 AGOSTO 2016
Platform for an Independent Judiciary in Turkey
The extraordinary situation of violation of the independence of the judiciary in Turkey has induced all four European Associations of Judges to join together in their activities:
• The Association of European Administrative Judges (AEAJ),
• The European Association of Judges (EAJ),
• Judges for Judges and
• “Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés” (MEDEL)
(for further information click here)
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26 LUGLIO 2016
Lettera di Medel alla Nato
I magistrati europei chiedono alla NATO di richiedere alla Turchia l'immediata liberazione delle migliaia di magistrati arrestati in Turchia.
(continua a leggere)
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25 LUGLIO 2016
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24 LUGLIO 2016
International Association of Women Judges Concerned with Removal of Judges in Turkey
The statement can be accessed here
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TORTURE IN TURCHIA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE OSSERVATORI INDIPENDENTI PER INCONTRARE DETENUTI
Amnesty International ha raccolto credibili informazioni sui pestaggi e le torture, compresi gli stupri, che stanno avendo luogo in centri di detenzione ufficiali e non ufficiali della Turchia. L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto che osservatori indipendenti abbiano immediato accesso a tutti i centri di detenzione, tra i quali stazioni di polizia, centri sportivi e palazzi di giustizia. (continua a leggere)
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22 LUGLIO 2016
APPELLO della Fondazione Lesli e Lelio Basso:
Turchia: sfida all’Europa sui dirittiVero o finto che sia stato il tentativo di colpo di Stato dei militari, il regime autoritario del presidente turco Erdogan lo ha accolto come “un dono di Dio” e un’occasione per sbarazzarsi una volta per tutte di ogni opposizione, soprattutto quella civile e democratica, che in questi giorni viene aggredita, imprigionata, umiliata.
Con il pretesto, finora indimostrato, che i suoi oppositori siano complici del tentativo di colpo di stato, Erdogan ha deciso di portare a compimento la sua politica di annientamento di ogni dissenso, calpestando leggi interne e convenzioni internazionali sottoscritte dalla Repubblica turca, e trasformando la Turchia in un potente centro di destabilizzazione regionale.
A tutti i popoli, e specialmente a quello curdo, che stanno soffrendo il potere sopraffattorio e oppressivo di Erdogan va la nostra solidarietà attiva di persone che lottano affinché i diritti umani e i diritti dei popoli prevalgano sugli interessi politici ed economici dei poteri dominanti. (continua a leggere)
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APPELLO
Sulla persecuzione di avvocati, docenti e magistrati in Turchia
Un documento di giuristi alle istituzioni europee ed italiane
Dopo i giornalisti, i docenti universitari e gli avvocati, il governo turco umilia ed imprigiona prima i magistrati, poi i funzionari pubblici e i poliziotti, con l’effetto di annichilire la coscienza critica del Paese.
Liste di proscrizione - evidentemente già pronte da tempo - vengono usate per rimozioni ed arresti di massa, nel disprezzo delle regole minime dello stato di diritto, della dignità delle persone e dei diritti fondamentali al cui rispetto la Turchia e' obbligata in forza della sua appartenenza al Consiglio d'Europa, della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, di cui quel Paese fu tra i primi firmatari, e della sua stessa Costituzione.
Ora il Governo turco minaccia addirittura di reintrodurre la pena di morte “per volontà del popolo”,
I docenti, gli avvocati e i magistrati che sottoscrivono questo appello, uniti dal comune senso di appartenenza ad una comunità di diritto che sulla Convenzione europea e sul rispetto dei diritti umani ha fondato i suoi primi valori e le sue più feconde radici, si rivolgono alle istituzioni, europee ed italiane, perché ricorrano senza ritardo ad ogni possibile strumento giuridico e politico utile a bloccare le inaudite violazioni e a restituire la libertà a coloro che hanno l’unico torto di avere difeso i valori democratici.
Chiedono all'opinione pubblica di mantenere viva l'attenzione su una grande nazione la cui democrazia laica è in gravissimo pericolo.
Primi firmatari:
David Cerri, avvocato del Foro di Pisa; Ignazio Patrone, magistrato italiano di collegamento in Francia; Luca Perilli, magistrato, del Direttivo della Scuola superiore della magistratura. ELENCO DEFINITIVO ADESIONI
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JUDGES' ASSOCIATION OF SERBIA
It is with great concern that Judges’ Association of Serbia and Association of Public Prosecutors and Deputy Public Prosecutors of Serbia follow the situation of their Turkish colleagues, judges and public prosecutors, after the attempted military coup in Turkey. (READ THE STATEMENT)
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Resolution of Hellenic Association of Judicial Officers for Democracy and Liberties, in view of the violation of human rights in Turkey and dismissal of judicial officers READ THE RESOLUTION
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19 LUGLIO 2016
TURCHIA, ALLARME DI AMNESTY INTERNATIONAL:
DIRITTI UMANI IN GRAVE PERICOLO DOPO IL FALLITO COLPO DI STATO E LA SUCCESSIVA REPRESSIONE
Amnesty International ha lanciato l'allarme sul pericolo per la situazione dei diritti umani all'indomani del sanguinoso tentativo di colpo di stato del 15 luglio, a seguito del quale sono morte almeno 208 persone e sono stati eseguiti quasi 8000 arresti. Inoltre, diversi esponenti governativi hanno proposto la reintroduzione della pena di morte per punire i responsabili del fallito colpo di stato (continua a leggere).
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19 LUGLIO 2016
European Criminal Bar Association: Initial Statement on Turkey since the coup d'état
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18 LUGLIO 2016
MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés)
MEDEL urges all the European institutions to condemn in the strongest terms the brutal attack of the Turkish authorities to the independence of the judiciary in the country. MEDEL calls for the immediate release of the thousands of judges and prosecutors who were arbitrarily deposed from the bench and arrested without the respect of any basic principle of Rule of law, just few hours after the attempt of coup d’Etat in this country was declared to be suppressed. (continua a leggere)
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Turchia: un nuovo attentato ai diritti e alle libertà
The italian criminal lawyers association Unione delle Camere Penali Italiane expresses its concern about Turkish leader Erdogan’s response to failed coup and caution against democratic backsliding after mass arrests in Turkey with the persecution of judges, which follows the still ongoing persecution of journalists, professors, and lawyers.
I 140 magistrati arrestati e gli oltre 2.700 magistrati sospesi dalle funzioni sono un ulteriore pessimo segnale per lo stato di diritto in Turchia. Ciò conferma, unitamente ad esempio alla recente decisione di sospendere i colloqui dei detenuti in carcere con chiunque, persino con i difensori, che vi è la necessità di un monitoraggio attento sulle prerogative della democrazia in Turchia, stato membro del Consiglio d’Europa e quindi vincolato al rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Da tempo ormai, gli avvocati difensori sono perseguitati a causa della loro funzione di sentinelle dei diritti fondamentali: in Turchia gli avvocati nell’estate 2013 vennero arrestati in toga in tribunale, sono sotto processo per limitare la libertà di difesa, sono tutt’ora carcerati per la loro attività di difesa. L’omicidio del Presidente degli avvocati di Diyarbakir Tahir Elci nel novembre 2015 è tutt’ora irrisolto e vi è la necessità di assicurare al caso una indagine effettiva ed indipendente.
L’Unione delle Camere Penali Italiane, anche attraverso gli osservatori “Europa” e “Rapporti con l’Avvocatura internazionale”, con il suo progetto “avvocati minacciati | endangered lawyers” segue da tempo la situazione dei difensori in Turchia, partecipando con propri inviati alle delegazioni nei principali processi ai colleghi indagati sol perché difensori.
Dopo giornalisti, professori universitari e appunto avvocati ora ad essere nel mirino sono i magistrati: condividiamo quindi lo sgomento e la preoccupazione delle principali associazioni di magistrati in Europa, certi che d’ora in avanti la battaglia a difesa dei difensori, in Turchia come nel resto del mondo, trovi eguale condivisione.
Il Presidente UCPI
Avv. Beniamino Migliucci
Per il progetto Avvocati Minacciati - Endangered Lawyers dell'Osservatorio Europa e della Commissione rapporti con l'Avvocatura Internazionale UCPI
Avv. Ezio Menzione
Avv. Nicola Canestrini
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Appello del Movimento Federalista Europeo
Appello al Ministro Paolo Gentiloni
Pietro Nenni, Ministro degli esteri italiano, su suggerimento del suo consigliere Altiero Spinelli chiese e ottenne dal Comitato dei Ministri la sospensione della Grecia dei colonnelli dal Consiglio d'Europa. Fondandosi su questa decisione Altiero Spinelli, divenuto Commissario europeo, ottenne dal Consiglio dei Ministri la sospensione dell'accordo di associazione fra le Comunità europee e la Grecia bloccando la difesa che il commissario tedesco Dahrendorf aveva fatto del regime dei colonnelli secondo il principio "pacta sunt servanda" che ignorava ottusamente l'altro principio "rebus sic stantibus".
Il Ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni dovrebbe
- chiedere al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa la sospensione della Turchia da quella organizzazione,
- attivare l'articolo 33 della CEDU che consente un ricorso interstatale alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo di uno Stato membro del Consiglio d'Europa contro un altro Stato membro per violazione della CEDU,
- chiedere alla Commissione europea e all'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza di avviare con urgenza una procedura per ottenere dal Consiglio UE e dal PE la sospensione dell'accordo di associazione con la Turchia.
Considerata la decisione del governo turco di riattivare la pena di morte, gli Stati coinvolti devono bloccare qualunque domanda di estradizione verso la Turchia.
Il Movimento europeo in Italia esprime la sua piena solidarietà ai giudici, agli avvocati, ai giornalisti e alle organizzazioni della società civile in Turchia ed è pronto ad usare tutti i mezzi dei social media per sostenere la loro lotta per la dignità umana, il rispetto dello stato di diritto, le libertà, l'uguaglianza e i diritti collettivi delle minoranze cardini di una vera democrazia.
Pier Virgilio Dastoli, Presidente CIME
Roma, 18 luglio 2016
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The deliberation of the Portuguese Judges Association (ASJP)
The Portuguese Judge's Association (ASJP) is following with deep concern and indignation the ongoing events in Turkey, which give notice of the suspension from duty of nearly 2750 judges and prosecutors and the arrest of several of them.
To all of them expresses, in a firm way, it's solidarity, condemning this action which, having been so quick and clearly directed, can only be seen as an attack to the Judicial Power and its independence, in clear disrespect for the principles of the Rule of Law and the separation of powers.
Turkey is one of the 47 member states of the Council of Europe and has ratified the European Convention of Human Rights, but these actions reveal a clear violation of this convention. ASJP appeals to the Portuguese institutional organs that they demand, at the international instances and organisms, the immediate release of the arrested judges and the reinstatement of normality in Turkish Judiciary.
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17 luglio 2016
Magistratura democratica
Magistratura democratica esprime la propria preoccupazione per le notizie che arrivano dalla Turchia all’indomani del fallimento del coup militare.
Agli annunci sulla morte di numerosi civili coinvolti negli scontri si accompagna la notizia che l’Alto Consiglio dei Giudici e Procuratori, presieduto dal Ministro della Giustizia, ha rimosso dall’incarico 2.745 giudici sulla base del sospetto di collegamenti con il religioso Fethullah Gulen, ritenuto l’ispiratore del golpe. È di oggi, 17 luglio 2016, la notizia del mandato di arresto elevato nei confronti di 53 giudici, tra cui un componente della Corte costituzionale.
Come magistrati non possiamo trattenere il nostro sgomento. Una democrazia che intenda rimanere fedele a se stessa non può basarsi solo sull’indispensabile e primario rispetto delle procedure elettorali. È la protezione delle libertà e dei diritti civili, sociali e politici a dare la misura della saldezza e dell’apertura di una democrazia e questa protezione deve trovare il suo baluardo in un sistema giudiziario indipendente e autonomo dal potere politico.
Auspichiamo che l’attenzione e la sensibilità di tutti gli attori del processo di negoziazione dell’adesione della Turchia all’UE vengano focalizzate anche su questi aspetti, fondamentali per la tutela delle libertà democratiche.
Il Comitato Esecutivo di Magistratura democratica
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AREA
Giungono notizie di una feroce repressione in Turchia, che colpisce – con destituzioni e arresti, scattati immediatamente e sistematicamente dopo il fallito golpe – anche moltissimi magistrati: una reazione del tutto avulsa dalle cause e dagli artefici di questo tentato colpo di Stato, che sembra essere strumentalizzato ad altri fini. Vogliamo riaffermare con forza la vicinanza a quelle donne e a quegli uomini che stanno interpretando l’indipendenza della giurisdizione fino al sacrificio della loro libertà. AREA chiede che l’ANM esprima al più presto tutta la sua solidarietà a questi magistrati, e sostenga ogni iniziativa del nostro Paese e dell’Unione Europea per il loro immediato rilascio e per il pieno ripristino della legalità.
Il Coordinamento di AREA
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Associazione Nazionale Magistrati
Arresto magistrati turchi: inaudita barbarie, istituzioni italiane intervengano
L'ANM apprende con sgomento e sdegno le notizie relative alla destituzione e all'arresto di oltre 2.700 magistrati turchi da parte delle Autorità del loro Paese. Nell'esprimere vicinanza e solidarietà ai propri colleghi vittime di questa gravissima azione, che non ha precedenti nella storia, l'ANM chiede che gli organi istituzionali italiani si attivino immediatamente presso gli organismi internazionali affinché venga con urgenza interrotta questa inaudita barbarie a danno dei soggetti deputati a garantire la legalità e venga ripristinato lo stato di diritto.
La Turchia è uno dei 47 Stati del Consiglio d'Europa e ne ha sottoscritto le Convenzioni tra cui la CEDU; l'annullamento della concreta indipendenza e dell'autonomia dei giudici è una plateale violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. Se in un Paese non sono liberi i magistrati non è libero nessuno.
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MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés)
MEDEL è stata informata del fatto che migliaia di giudici e pubblici ministeri sono stati oggi arrestati e radiati in Turchia.
MEDEL non ha sufficienti elementi per commentare il tentativo di colpo di Stato in Turchia, ma è difficile comprendere come e perché giudici e pubblici ministeri che svolgono quotidianamente le loro funzioni e doveri possano risultare coinvolti in tali fatti ed essere detenuti per la la loro libertà di giudizio ed opinione. MEDEL resta a fianco dei giudici e pubblici ministeri associati a YARSAV, l'associazione membro di MEDEL impegnata nella difesa dei valori di indipendenza del giudiziario e dello Stato di diritto, e di tutti i giudici e pubblici ministeri detenuti per avere svolto i propri doveri di controllo indipendente in una società democratica. MEDEL chiede l'immediata liberazione dei giudici e pubblici ministeri arrestati ed una valutazione indipendente del sistema giudiziario in Turchia, con il pieno coinvolgimento di osservatori internazionali.
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The Romanian Judges’ Forum Association expresses its deepest concerns over the current situation in Turkey, regarding the Judiciary
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Suspension et arrestation de magistrats turcs: l’indépendance de la Justice en danger !
Monsieur le Président de la République,
Dans l’immédiate suite de la tentative de coup d’Etat intervenue en Turquie, des nouvelles saisissantes nous sont parvenues de nos collègues magistrats turcs, notamment membres de l’organisation professionnelle YARSAV.
Ainsi, les affrontements à peine terminés, le Haut conseil des juges et procureurs a suspendu de leurs fonctions 2745 magistrats. Nous avons été informés que près de deux cents de ces magistrats étaient visés par des ordres d’arrestation et d’incarcération, dont au moins un magistrat de la cour constitutionnelle. Nous sommes désormais sans nouvelle de nos correspondants, leur arrestation étant imminente, sinon déjà opérée.
La célérité avec laquelle la liste des magistrats suspendus et visés par les ordres d’arrestation a été élaborée fait sérieusement craindre tout à la fois la préméditation et l’arbitraire de ces décisions. A n’en pas douter, elles s’inscrivent dans la droite ligne des tentatives de déstabilisation et même de purge de l’autorité judiciaire menées depuis plusieurs mois par le Président Erdogan.
Nous vous avions déjà saisi des atteintes répétées à l’indépendance de la Justice en Turquie, en notre qualité de syndicat de magistrat, membre fondateur de MEDEL (Magistrats Européens pour la Démocratie et les Libertés, regroupant des organisations professionnelles de magistrats en Europe, incluant la Turquie).
Nous vous demandons instamment d’intervenir auprès des autorités turques mais également auprès des instances européennes afin que ces pratiques insupportables cessent.
Renouvelant nos très vives inquiétudes pour l’indépendance de la Justice en Turquie, nous vous prions d’agréer, Monsieur le Président de la République, l’expression de notre haute considération.
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ISTITUZIONI
13 MARZO 2017
Commissione di Venezia (10-11 marzo 2017): Il parere sugli emendamenti alla Costituzione adottati dalla "Gran National Assembly" il 21 gennaio 2017 e che verranno sottoposti a un referendum nazionale il prossimo 16 aprile
Leggi il parere_______________________________
13 DICEMBRE 2016
E’ stato pubblicato il parere approvato il 9 dicembre dalla Commissione di Venezia sullo stato di emergenza in Turchia. La Commissione riconosce la situazione di pericolo che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza ma conclude che le misure adottate dal governo vanno oltre i limiti previsti dalla Costituzione e dal diritto internazionale, e censura l'adozione di provvedimenti "permanenti", come la destituzione di funzionari pubblici, le confische di beni, lo scioglimento di associazioni.
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8 DICEMBRE 2016
L'Assemblea generale dell'ENCJ ha votato la sospensione del Csm turco (Alto Consiglio turco dei giudici e dei procuratori) dalla rete dei consigli di giustizia europei (IL COMUNICATO). La decisione era stata sollecitata anche da Medel con una lettera inviata al presidente dell'ENCJ.
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28 SETTEMBRE 2016
L'executive board dell'ENCJ ha deliberato di proporre la sospensione del Csm turco dalla rete dei consigli di giustizia europei. L' executive board ha notificato al consiglio turco la decisione assunta.
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6 SETTEMBRE 2016
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25 LUGLIO 2016
Dichiarazione del segretario generale del Consiglio d'Europa Thorbjørn Jagland
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21 LUGLIO 2016
Turquie / Communiqué du CSM français
Le Conseil supérieur de la magistrature français exprime sa vive inquiétude sur la situation en Turquie et le respect de l’État de droit, notamment à l’égard des magistrats.
Le nombre de magistrats suspendus, voire incarcérés, au cours des derniers jours, en dehors de toute procédure conforme aux standards européens et internationaux est particulièrement alarmant.
Le Conseil supérieur s’associe aux craintes légitimement exprimées par les organisations internationales, au premier rang desquelles le bureau du Haut- Commissariat des Nations Unies aux droits de l’homme, les instances du Conseil de l’Europe et de l’Union européenne et le Réseau européen des Conseils de Justice.
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PRESS RELEASE World Organisation Against Torture (OMCT)
Turkey: No opening of floodgates for torture and arbitrary detention!
Geneva - OMCT, the leading global civil society coalition against torture today calls for the respect of the absolute prohibition of torture through a scrupulous application of legal safeguards against abuse and an urgent restoration of the rule of law in Turkey. (continua a leggere)
Bulgarian Supreme Judicial Council
Statement on the situation in Turkey: http://www.vss.justice.bg/page/view/4099
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20 LUGLIO 2016
CSM sospende relazioni con Consiglio turco
«Il Consiglio Superiore della Magistratura, con riferimento ai drammatici avvenimenti dei giorni scorsi in Turchia:
· esprime sgomento per gli annunci sulle numerose perdite di vite umane;
· manifesta preoccupazione e sdegno per le notizie relative alla destituzione e all'arresto di oltre 2.700 magistrati sulla base del sospetto di collegamenti con gli ispiratori del tentato “colpo di Stato”;
· richiede alle autorità turche di rispettare pienamente i principi che garantiscono l'indipendenza dei giudici ed il giusto processo per tutti gli interessati, nonché di interrompere tali gravissime azioni intraprese nei confronti dei magistrati, soggetti deputati a garantire la legalità, così come avverso gli esponenti dell’avvocatura, del corpo docente e del giornalismo;
· evidenzia che la Turchia ha sottoscritto la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e che la mancata protezione delle libertà e dei diritti civili, sociali e politici e l’aggressione così violenta del sistema giudiziario ne è una evidente violazione;
· sospende ogni rapporto di cooperazione con il Consiglio Superiore dei Giudici e dei Pubblici Ministeri della Turchia fino a quando non sarà fatta chiarezza sul ruolo di tale Consiglio nelle determinazioni che hanno portato all’arresto o alla destituzione di oltre 2000 magistrati;
· invita tutti gli organismi internazionali, ed in particolar modo l’ENCJ e la Rete Balcanic
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