La regolarizzazione dei lavoratori irregolari: una misura urgente e opportuna

Lavoro e immigrazione

La regolarizzazione dei lavoratori irregolari: una misura urgente e opportuna

Regolarizzare i lavoratori stranieri che versano in condizioni di illegalità, per contribuire al controllo della diffusione della pandemia e restituire piena dignità al lavoro, nel rispetto della legalità e favorendo il contrasto a tutte le mafie

La regolarizzazione dei lavoratori stranieri oggi irregolari nel nostro Paese è certamente una scelta opportuna e urgente.

Per questo Magistratura democratica reputa importanti gli appelli al governo formulati in questo senso da importanti associazioni e parti sociali, come in particolare i Sindacati CGIL, CISL e UIL e l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI).

In un momento così drammatico occorre, più che mai, essere tenaci difensori dei diritti, in particolare degli ultimi e dei più indifesi, per impedire che gli effetti della pandemia mettano a repentaglio il patrimonio consolidato dei nostri diritti.

La regolarizzazione dei lavoratori oggi in condizioni di illegalità non solo porterebbe a una importante emersione del lavoro nero – spregiudicato sfruttamento dei più deboli da parte delle mafie, come ha spiegato con chiarezza il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho – ma sarebbe di grande aiuto nel controllo della diffusione della pandemia e, quindi, per la tutela della salute pubblica. Ricordiamo sempre che il diritto alla salute è costituzionalmente e convenzionalmente garantito ad ogni persona comunque presente sul territorio (v. art. 2 T.U.I.).

L’ottica contrapposta e riduttiva, sinteticamente espressa nella frase “regolarizziamo solo quelli che ci servono”, oltre ad apparire avvilente sotto il profilo umano dimostra come la grande lezione di questi mesi non sia stata ben compresa. Per salvarsi è necessario l’impegno e la partecipazione generali. Non a caso le mascherine chirurgiche che indossiamo ogni giorno sono definite “altruistiche”: saranno efficaci soltanto se le useremo tutti, nel rispetto e per la salvaguardia degli altri.

Allo stesso modo, governanti e cittadini sono chiamati a impegnarsi insieme per una società in cui il lavoro sia regolare e dignitoso, nel rispetto della legalità e nel contrasto a tutte le mafie.

Andrà tutto bene, se andrà bene per tutti.

22/04/2020

Articoli Correlati

Noi e Medel

Dichiarazione sugli attacchi contro la magistratura italiana


MEDEL esprime forte preoccupazione per gli attacchi pubblici e la campagna mediatica in corso contro la magistratura a seguito delle decisioni emesse dalla sezione della protezione internazionale del Tribunale di Roma in relazione ai primi casi di applicazione del cd. Protocollo Italia-Albania.

Comunicati

Le conseguenze della “gogna mediatica”: Silvia Albano denuncia le minacce ricevute alla Procura di Roma


Silvia Albano, giudice esperta in materia di immigrazione, ha da sempre rilasciato interviste di taglio divulgativo sul tema della sua specializzazione, ha partecipato a convegni e occasioni di approfondimento insieme ad altri magistrati, ad avvocati e professori universitari.

Nota

La mail, che cosa c’era davvero scritto, le reazioni esorbitanti


Vogliamo consentire a tutti di valutare con sincerità e senza surreali strumentalizzazioni il contenuto di una riflessione del giudice Marco Patarnello che ha provocato reazioni delle massime istituzioni politiche e di alcuni organi d'informazione del tutto esorbitanti rispetto a ciò che realmente è stato scritto.

Comunicati

Le mancate convalide dei trattenimenti in Albania: una soluzione obbligata


I provvedimenti del tribunale di Roma, sezione immigrazione, sono diretta e prevedibile conseguenza della sentenza del 4 ottobre della corte di giustizia, investita da un giudice della Repubblica Ceca.

Documento approvato dal Consiglio nazionale del 12 ottobre 2024

Il diritto penale non può essere una costante “emergenza”


Il Consiglio nazionale di Magistratura democratica esprime preoccupazione di fronte a diversi interventi – alcuni annunciati e altri già realizzati – di “riforma” in materia penale.