Lavoro e immigrazione
La regolarizzazione dei lavoratori irregolari: una misura urgente e opportuna
La regolarizzazione dei lavoratori stranieri oggi irregolari nel nostro Paese è certamente una scelta opportuna e urgente.
Per questo Magistratura democratica reputa importanti gli appelli al governo formulati in questo senso da importanti associazioni e parti sociali, come in particolare i Sindacati CGIL, CISL e UIL e l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI).
In un momento così drammatico occorre, più che mai, essere tenaci difensori dei diritti, in particolare degli ultimi e dei più indifesi, per impedire che gli effetti della pandemia mettano a repentaglio il patrimonio consolidato dei nostri diritti.
La regolarizzazione dei lavoratori oggi in condizioni di illegalità non solo porterebbe a una importante emersione del lavoro nero – spregiudicato sfruttamento dei più deboli da parte delle mafie, come ha spiegato con chiarezza il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho – ma sarebbe di grande aiuto nel controllo della diffusione della pandemia e, quindi, per la tutela della salute pubblica. Ricordiamo sempre che il diritto alla salute è costituzionalmente e convenzionalmente garantito ad ogni persona comunque presente sul territorio (v. art. 2 T.U.I.).
L’ottica contrapposta e riduttiva, sinteticamente espressa nella frase “regolarizziamo solo quelli che ci servono”, oltre ad apparire avvilente sotto il profilo umano dimostra come la grande lezione di questi mesi non sia stata ben compresa. Per salvarsi è necessario l’impegno e la partecipazione generali. Non a caso le mascherine chirurgiche che indossiamo ogni giorno sono definite “altruistiche”: saranno efficaci soltanto se le useremo tutti, nel rispetto e per la salvaguardia degli altri.
Allo stesso modo, governanti e cittadini sono chiamati a impegnarsi insieme per una società in cui il lavoro sia regolare e dignitoso, nel rispetto della legalità e nel contrasto a tutte le mafie.
Andrà tutto bene, se andrà bene per tutti.
Articoli Correlati
Elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo centrale dell'Anm
INSIEME possiamo fare dell’Anm il luogo dove difendere la dignità, il prestigio, la libertà di ciascun magistrato
Comunicati
La dichiarazione di Claudio Galoppi è condivisa?
In un articolo pubblicato il 18 gennaio e ripreso oggi da Il Giornale, viene riportata, tra virgolette, una dichiarazione di Claudio Galoppi, individuato come “leader della magistratura moderata”, che ha definito “una pagliacciata” l’iniziativa deliberata dall’Anm e svoltasi sabato alle inaugurazioni dell’Anno giudiziario.
Comunicati
Una manifestazione seria, partecipata, significativa
Le cerimonie di inaugurazione dell'Anno giudiziario svoltesi oggi hanno dimostrato come sia stata opportuna la scelta del comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati di far testimoniare ai magistrati italiani la contrarietà a una proposta di riforma della Costituzione, che, nel colpire la magistratura, sarebbe destinata ad alterare profondamente gli equilibri della nostra democrazia.
l’Associazione Nazionale Magistrati che verrà
Governare la transizione digitale, non esserne governati
Abbiamo scelto di essere magistrati per essere soggetti soltanto alla Costituzione e alla legge, non per diventare ossequienti e inchinati a qualche “alta magistratura” o a qualche altro potere
possiamo fare dell’Anm il luogo dove difendere la dignità, il prestigio, la libertà di ciascun magistrato
l’Associazione Nazionale Magistrati che verrà
INSIEME possiamo fare dell’Anm il luogo dove difendere la dignità, il prestigio, la libertà di ciascun magistrato
Abbiamo scelto di essere magistrati per essere soggetti soltanto alla Costituzione e alla legge, non per diventare ossequienti e inchinati a qualche “alta magistratura” o a qualche altro potere
possiamo fare dell’Anm il luogo dove difendere la dignità, il prestigio, la libertà di ciascun magistrato