Lavoro e immigrazione
La regolarizzazione dei lavoratori irregolari: una misura urgente e opportuna
La regolarizzazione dei lavoratori stranieri oggi irregolari nel nostro Paese è certamente una scelta opportuna e urgente.
Per questo Magistratura democratica reputa importanti gli appelli al governo formulati in questo senso da importanti associazioni e parti sociali, come in particolare i Sindacati CGIL, CISL e UIL e l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI).
In un momento così drammatico occorre, più che mai, essere tenaci difensori dei diritti, in particolare degli ultimi e dei più indifesi, per impedire che gli effetti della pandemia mettano a repentaglio il patrimonio consolidato dei nostri diritti.
La regolarizzazione dei lavoratori oggi in condizioni di illegalità non solo porterebbe a una importante emersione del lavoro nero – spregiudicato sfruttamento dei più deboli da parte delle mafie, come ha spiegato con chiarezza il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho – ma sarebbe di grande aiuto nel controllo della diffusione della pandemia e, quindi, per la tutela della salute pubblica. Ricordiamo sempre che il diritto alla salute è costituzionalmente e convenzionalmente garantito ad ogni persona comunque presente sul territorio (v. art. 2 T.U.I.).
L’ottica contrapposta e riduttiva, sinteticamente espressa nella frase “regolarizziamo solo quelli che ci servono”, oltre ad apparire avvilente sotto il profilo umano dimostra come la grande lezione di questi mesi non sia stata ben compresa. Per salvarsi è necessario l’impegno e la partecipazione generali. Non a caso le mascherine chirurgiche che indossiamo ogni giorno sono definite “altruistiche”: saranno efficaci soltanto se le useremo tutti, nel rispetto e per la salvaguardia degli altri.
Allo stesso modo, governanti e cittadini sono chiamati a impegnarsi insieme per una società in cui il lavoro sia regolare e dignitoso, nel rispetto della legalità e nel contrasto a tutte le mafie.
Andrà tutto bene, se andrà bene per tutti.
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