La lettera
I mali della giustizia
Egregio Direttore,
In materia di giustizia il nostro Paese da troppo
tempo paga un prezzo altissimo, sia per l’assenza di politiche coerenti
per la qualità della risposta alle domande dei cittadini, sia per l’arretratezza
nelle tecnologie, nelle infrastrutture e nella gestione della cosa pubblica.
Dopo anni in cui la classe politica si è occupata molto di “conflitti” con la
magistratura e assai poco di risorse e innovazione, i magistrati hanno guardato
con favore a un Governo e un Ministro che da fine 2011 hanno riportato
l’attenzione sulla giustizia di ogni giorno.
Ora è forte il rischio che si torni, invece, a concentrare l’attenzione sui magistrati più che sull’amministrazione della giustizia.
Una rinnovata collaborazione fra mondo politico,
amministrazione e magistratura potrebbe fare molto per migliorare la qualità
del servizio giustizia anche a spesa pubblica invariata.
Ne sono esempio la riforma delle
circoscrizioni giudiziarie, con la chiusura degli uffici minori, e i progetti
di innovazione condotti da alcuni tribunali.
Sarebbe un peccato se la nostra disponibilità a collaborare con
le altre istituzioni venisse frustrata, come è inevitabile che accada se il
mondo politico deciderà di tornare a quel clima da “resa dei conti” che mira
solo a indebolire i controlli di legalità.
(29/04/2013)
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Si ripetono con sempre maggiore frequenza gravi attacchi ai magistrati che – nell’esercizio delle loro funzioni – assumono decisioni sgradite alla contingente maggioranza politica.