di CLAUDIA FUSANI
intervista ad Anna Canepa, segretario generale di Magistratura democratica, da l’Unità dell’11 maggio 2013
Berlusconi convoca la piazza contro la magistratura. Che fine fa il clima di pacificazione?
«I toni degli ultimi giorni e ore smentiscono di per sé qualunque intento di pacificazione. Stiamo di nuovo vivendo una situazione e un clima che speravamo di non dover più vedere. C’è un atteggiamento complessivo di totale aggressione e delegittimazione nei confronti della magistratura che conferma la pretesa di un cittadino che, per quanto leader politico, vuole sottrarsi alle decisioni della giustizia. Detto questo, la pacificazione è condizione evocata dalle parti politiche protagoniste di questa complessa stagione. La magistratura non ne ha bisogno perché esercita sempre la sua funzione secondo legge e coscienza».
Questa volta il Cavaliere fa le cose in grande, una vera e propria campagna televisiva per dire la sua verità. Che non è quella dei tribunali. Come giudica questa progressione mediatica?
«Ricorrere al mezzo tv è una scorciatoia pericolosa, ancora una volta per difendersi al di fuori da aule di giustizia. Tra l’altro scorciatoia intrapresa da chi è proprietario di alcune di quelle tv in una condizione di palese conflitto di interessi. Il miglior modo di onorare la giustizia, che viene amministrata questa sì in nome del popolo, sarebbe quello di rispettare le decisioni dei giudici, di impugnarle qualora non si condividano e secondo i rimedi previsti dalle procedure. Si fa un pessimo servizio alle istituzioni e a
tutti i cittadini delegittimando proprio quella istituzione che ha il compito di attuare il principio costituzionale di uguaglianza».
L’attacco è contro Milano e la corrente di Md, siete «un’associazione segreta». Altre volte «un cancro».
«Rispondo all’associazione segreta, il resto è un ritornello logoro tante sono le volte che lo abbiamo sentito. Md è una libera associazione cui possono aderire tutti i magistrati della repubblica, i nostri congressi sono aperti al dibattito e al più ampio confronto. Md è tutto tranne che segreta».
Oggi Brescia, lunedì si parla di una nuova marcia al tribunale di Milano mentre sarà in corso il processo Ruby…
«L’attacco alle istituzioni delegittima le istituzioni. Ma solo le istituzioni possono e devono trovare la soluzione a questa inaccettabile modalità di aggressione. Certo non possiamo essere noi. Noi siamo dentro i tribunali e dobbiamo amministrare la giustizia stando là dentro. Noi dobbiamo e possiamo continuare solo con serenità e professionalità».
Berlusconi si definisce un perseguitato. Descrive «una guerra lunga vent’anni».
«Sentenze e provvedimenti hanno queste coincidenze anche perché è sempre stato fatto di tutto per dilatare i tempi dei processi. È chiaro che poi, esauriti i rinvii e le dilazioni, le scadenze finiscono per coincidere».
Nel governo delle larghe intese voi magistrati vi sentite un po’ più soli?
«Soli non mi piace. Non si è soli né in compagnia. Avverto però intorno in questo momento un silenzio assordante».
Berlusconi torna a parlare di separazione delle carriere e di responsabilità civile dei magistrati. Invoca e programma queste riforme. Teme che il governo delle larghe intese possa favorire questo sbocco?
«Noi magistrati non possiamo sapere cosa ha intenzione di fare la politica. Vediamo che c’è molta attenzione ma non nella direzione auspicata dai cittadini che è quella di una riforma per una giu stizia più veloce ed efficace. Ma uguale per tutti».
Individua buoni interlocutori nel nuovo governo della strana maggioranza?
«Gli interlocutori si provano sul campo. Abbiamo un ministro preparato, un’ottima persona, una donna delle istituzioni. Certo siamo rimasti tutti sorpresi della nomina a sottosegretario del collega Ferri e sorpresi per il passaggio diretto dai vertici dell’Anm, anche se all’opposizione, a incarico di governo: non era mai accaduto. Così come mai era accaduto che dal Csm si passasse direttamente ad Anm e da qui direttamente al governo. Siamo certi che il sottosegretario Ferri è a conoscenza dei gravosi problemi della giustizia. Gli auguriamo buon lavoro nell’intesse delle istituzioni».
Berlusconi cita sempre il suo giudice a Berlino, la Cassazione. Come giudica questa continua evocazione?
«È un altro modo per delegittimare la magistratura e il supremo organo di legittimità. E poi, proprio mentre era in corso la nomina del nuovo primo presidente. Qualunque fosse stata la scelta è inaccettabile rappresentare quella votazione come un’ipoteca sull’esito delle future decisioni della Cassazione