Dar da mangiare a chi ha fame è, da sempre, il gesto fondamentale della solidarietà.
È ciò che fonda una comunità di uguali. Punire la solidarietà o
impedirne l’esercizio, qualunque ne sia la ragione, mette in pericolo i
principi e i valori minimi di umanità e di civiltà.
Per questo ci preoccupa e ci indigna l’avvenuta incriminazione a
Ventimiglia, nel marzo scorso, di alcuni volontari francesi, denunciati
per il reato di cui all’articolo 650 del codice penale (“inosservanza
dei provvedimenti dell’autorità”) per avere distribuito cibo a migranti
contravvenendo al divieto previsto nell’ordinanza 11 agosto 2016 del
sindaco della città. E tanto più ci preoccupa e indigna il contesto in
cui questa vicenda si colloca: un contesto in cui si moltiplicano
ordinanze e divieti analoghi, che trovano la loro “legittimazione”, da
ultimo, nel decreto legge n. 14/2017 (il cosiddetto decreto Minniti) in
cui, evocando la tutela di un non meglio precisato “decoro urbano”, si
attribuiscono ai sindaci enormi poteri sulla libertà delle persone più
vulnerabili. E ciò mentre, sul confine, italo-francese crescono i
processi contro chi sostiene e appoggia la libertà di circolazione dei
migranti, processi che vedono in questi giorni imputati Francesca
Peirotti a Nizza e Felix Croft a Imperia.
Non è questa la strada indicata nella storia della parte migliore
dell’umanità e nella Costituzione repubblicana il cui articolo 2, oltre a
«riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo», richiede
esplicitamente a tutti «l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà economica e sociale». Per affermare questi principi è
necessaria una campagna per la solidarietà, contro l’esclusione e
l’intolleranza. Cominciamo a Ventimiglia domenica 30 aprile, alle ore
12.00, alla Stazione ferroviaria. Sarà un’occasione di incontro di
italiani e francesi. Un’occasione per opporci alla criminalizzazione
della solidarietà, che colpisce proprio chi cerca di sopperire alle
lacune delle istituzioni. Un’occasione per sollecitare la revoca
dell’ordinanza sindacale dell’11 agosto 2016, per chiedere un’inversione
della linea politica sottostante ai decreti legge degli ultimi mesi in
tema di immigrazione e sicurezza, per contribuire a costruire una
mobilitazione diffusa e una rete di sostegno all’accoglienza in tutte le
sue manifestazioni.
* * * Livio Pepino (magistrato e saggista), René Dahon
(Association Roya citoyenne), Marco Revelli (storico e politologo),
Cédric Herrou (attivista),don Luigi Ciotti (Gruppo Abele e
Libera),Domenico Chionetti (Comunità San Benedetto al Porto), Riccardo De
Vito (Magistratura democratica), Monica Di Sisto (Campagna Stop Ttip),
Anna Falcone (Comitato per la democrazia costituzionale), Carlo Freccero
(autore televisivo e scrittore), Patrizio Gonnella (Cild e Antigone),
Mariarosaria Guglielmi (Magistratura democratica), Roberto Lamacchia
(Associazione Giuristi democratici), Gad Lerner (giornalista e
scrittore), Luigi Manconi (sociologo, A buon diritto – Associazione per
le libertà), Susanna Marietti (Antigone), Lidia Menapace (staffetta
partigiana, femminista e saggista), Tomaso Montanari (storico dell’arte,
Libertà e giustizia), don Fredo Olivero (Caritas Migranti), Moni Ovadia
(attore teatrale, drammaturgo e compositore), Gianni Tognoni (Tribunale
permanente dei popoli), Massimo Torelli (attivista), padre Alex
Zanotelli (missionario comboniano)
Per adesioni: solidarietavsintolleranza@gmail.com
24 aprile 2017