Intervista Canepa

Md mai ambigua
sul terrorismo

di Esecutivo di Magistratura Democratica

di CLAUDIA FUSANI (su L’Unità dell’8 novembre 2013)

Non ci sta a far passare la “sua” segreteria come quella «morbida» o peggio ancora, «ambigua» nei confronti di una ferita come quella del terrorismo e della lotta armata che è un trauma ancor vivo nella storia dell’Italia. Anna Canepa, sostituto procuratore antimafia in forza alla Dna, è segretario di Magistratura democratica dalla scorsa primavera, un incarico che ha accettato con orgoglio in un momento certo non facile per la magistratura associata. E più di tutto per le famigerate “toghe rosse” nel mirino fisso in questi vent’anni di berlusconismo. La lettura dei giornali di ieri con la notizia e i commenti per l’addio del procuratore Caselli all’associazione, causa pubblicazione nell’agenda di Md di uno scritto di Erri De Luca (indagato a Torino per alcune manifestazioni No tav) che ha parole a tratti comprensive nei confronti di una generazione che ha preso le armi in cerca di un malinteso senso di giustizia, provoca «dolore». Ma «nessuna incertezza oggi come ieri di Md e dei magistrati democratici contro tutte le logiche di violenza».

Segretario Canepa, come replica a chi definisce ambigua la pubblicazione dello scritto di De Luca sulla vostra agenda?
«Che accuse del genere sono una ferita ed una manipolazione intollerabile. I quasi cinquant’anni di storia di Md testimoniano più di qualsiasi intento strumentale che i suoi magistrati non hanno alcuna contraddizione o sospetto da sfatare perché per loro parlano vicende processuali, sacrifici e dolori personali sofferti negli anni più bui di questo Paese. La vigilanza democratica e la difesa dei diritti costituzionali sono i valori fondanti del nostro gruppo. Per questo come magistrato e segretario di Md non posso accettare che il gruppo che rappresento sia ulteriormente esposto a qualsiasi intento manipolatorio della sua storia».

Arrabbiata?
«Dispiaciuta».

Rifareste la stessa scelta, di dare seguito alla pubblicazione?
«Dopo le uscite pubbliche di De Luca a favore dei No Tav – e mi riferisco alle interviste pubblicate il primo e 1’8 settembre quindi in tempi successivi alla pubblicazione di AgeMDa 2014 – non si sarebbe posta neanche la questione».

Proviamo a ricostruire: come è venuta l’idea di coinvolgere De Luca tra i contributi per AgeMDa 2014? Al di là dei No Tav, lo scrittore è stato figura di spicco di Lotta Continua, quindi un nome di confine, comunque rischioso.
«Il gruppo che ha curato il progetto dell’agenda, alcuni colleghi di Torino, ha sollecitato l’esecutivo di Md a fornire contributi per questa bella iniziativa dopo vari anni che non veniva più pubblicata. Gli scritti, o le vignette, dovevano avere come tema i diritti e le persone, un tema di ampio respiro. Nelle riunioni sono stati suggeriti vari nomi tra cui anche quello di Erri De Luca. Sto parlando della scorsa primavera. Non ricordo alcuna obiezione, in quel momento sembravano di interesse soprattutto i suoi scritti sull’immigrazione».

Poi, però, poi arriva “Orfeo e Euridice”, lo scritto dove De Luca sostiene, tra l’altro, che il terrorismo è stato combattuto con i «tribunali speciali» e «condanne sommarie costruite sopra reati associativi che non avevano bisogno di accertare responsabilità». A quel punto cosa è successo? Un confronto drammatico o solo acceso?
«Ne abbiamo a lungo discusso al nostro interno partendo dal presupposto che nessuno di noi poteva condividere quello scritto, ma il confronto e il dibattito sono, da sempre, il tratto qualificante di Magistratura democratica. Alla fine ha prevalso l’idea di assentire alla pubblicazione prendendo le distanze dal contenuto così come è stato chiaramente evidenziato nella nota a margine che accompagna lo scritto di De Luca».

Md ha una lunga tradizione di dialettica interna spesso utile e decisiva anche per la crescita del Paese. Non era possibile una volta pubblicato anche su questo punto
avviare un dibattito senza arrivare a sbattere la porta?

«Il dibattito è in corso. Quanto accaduto ha provocato critiche ed evidenzia posizioni molto articolate. Un dibattito franco e aperto come è nostro costume. Ci sono stati anche interventi di figure storiche di Md che hanno lamentato come un tempo ci si scontrasse su questioni pesanti e controverse senza però arrivare alle dimissioni. Il confronto, anche
aspro, è sempre stata la ricchezza di Md».

Al congresso dell’Anm, due settimane fa, poco più di 300 iscritti contro una media tradizionale di circa 800. Momento di crisi per la magistratura associata?
«C’è stanchezza per il contesto generale, per questi anni di attacchi e per le grosse difficoltà sul lavoro. Detto questo, sono e resto convinta che nei gruppi e nelle libere associazioni ci siano quelle possibilità di confronto che arricchiscono e fanno crescere la magistratura».

Md, dopo il ventennio di attacchi berlusconiani, sembra più in crisi di altri.
«Anche da una vicenda problematica come questa si possono trarre insegnamenti sull’ascolto e sull’agire collettivo, con modalità che denotano la capacità di riflessione e di critica del nostro gruppo, la sua vitalità. Sono certa che anche da questa polemica nascerà qualcosa di positivo. Resto ottimista sul futuro e sul nostro ruolo di presidio della legalità e dei diritti».

(8 novembre 2013)

08/11/2013

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