Intervento di Stefano Celli

Vicesegretario dell’Anm, Bologna 27 febbraio 2025

Ringrazio tutti i presenti, la Giunta, gli avvocati, i cittadini, i colleghi in pensione. Permettete un ringraziamento speciale per i magistrati ordinari in tirocinio.

La loro presenza ha un piccolo valore in più, perché rivediamo i germi di quell’impegno che nel corso di dieci, venti, trent’anni di servizio (non di “carriera”, di servizio!) ci ha sempre accompagnato. Un impegno che la scelta dissennata del concorso di secondo grado rischiava di diluire, e che invece i nostri giovani mantengono vivo e attivo.

Perché abbiamo proclamato lo sciopero?          

Perché non abbiamo trovato orecchie attente. Anzi, diciamo pure che non abbiamo trovato orecchie.

Il testo della riforma alla camera è stato blindato.

E davanti a una prova di forza, l’unica arma democratica, trasparente, costituzionale, è quella dello sciopero, con il quale vogliamo lanciare un avvertimento non alla classe politica, ma alle cittadine e ai cittadini.

Insomma, non dite che non ve l’avevamo detto. Perché i nostri stipendi resteranno gli stessi, ma per voi, cittadine e cittadini, cambierà qualcosa?

Si. In peggio.

Avrete sentito dire tante volte che il “pubblico ministero deve diventare l’avvocato dell’accusa o addirittura l’avvocato della polizia.

Ora il pubblico ministero è l’avvocato della legge, del diritto. Si preoccupa di cercare la verità, nei limiti della legge.

E allora chiedo alle cittadine e ai cittadini:

Se voi, o i vostri figli, aveste la ventura di essere sottoposti a indagine, o di essere vittima di un reato, preferireste che se ne occupasse il pubblico ministero di oggi, che cerca e vuole non una condanna a tutti i costi, ma l’accertamento della verità, oppure un avvocato della polizia?

Non mi fraintendete: la Polizia è fatta di persone per bene, di lavoratori. Tuttavia ha finalità e struttura diverse dalla magistratura. E risponde al vertice gerarchico e dunque al potere politico, perché c’è un vincolo di subordinazione, che decide sulle risorse, sul loro impiego e dislocazione, e ne orienta l’azione (e anche la non azione).

E quando si celebra la festa della Polizia, o dei Carabinieri, o della Guardia di Finanza, il comandante provinciale o il questore snocciola i dati che portano lustro al corpo.

Tanti arresti, tante ordinanze di custodia, tanti sequestri.

Per noi, adesso, non è così: non diciamo “ho ottenuto tot condanne”. Al massimo diciamo che abbiamo trattato tutte le questioni, abbiamo diminuito l’arretrato, non ci vantiamo delle condanne, anzi, nemmeno le nominiamo.

Ebbene la riforma ci conduce, inevitabilmente, su questa strada. Un pubblico ministero autoreferenziale non esiste in nessun paese del mondo, nemmeno in Portogallo, dove c’è una struttura gerarchica e il vertice è nominato dal Ministro e, addirittura, può essere un non magistrato.

E allora è questo che ci aspetta, anzi che vi aspetta.

Un pubblico ministero nell’orbita dell’esecutivo.  Un pubblico ministero potente, che farà solo indagini “sicure”, quelle contro i poveretti, mai scomode, quelle sui reati economici, sull’evasione, sui colletti bianchi. Non parliamo dell’indagine su un sottosegretario.

Davvero, amici avvocati, pensate che questa riforma farà il bene di coloro che voi, per mandato costituzionale, assistete e difendete?

La nostra è una battaglia non solo per la difesa della Costituzione, ma per la difesa delle fondamenta della democrazia costituzionale. Ci sono forme di stato, anche in Europa, per le quali è stato necessario coniare un termine nuovo: democratura.

Il controllo sul pubblico ministero e, di conseguenza, sul giudice, che non può agire da solo, ma lavora sulla base di quello che il pubblico ministero gli presenta, costituisce un passo deciso in questa direzione.

Per questo quello di oggi è il primo momento di una battaglia che intende difendere la democrazia costituzionale.

Un percorso lungo, accidentato, ma sono sicuro che abbiamo la forza, la capacità, la convinzione e i compagni di stradaper vincerla.

Non per noi, ma per tutte le cittadine e i cittadini.

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