VERONA – Si è svolto a Verona il 7 e l’8 ottobre il convegno “Informatica e organizzazione. Digitalizzazione e processo telematico”. L’incontro è stato curato da Innovazione per Area con il consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Verona. Pubblichiamo di seguito l’intervento di Donatella Donati.
Innovazione
e organizzazione: il coraggio del cambiamento.
di Donatella Donati
La
crisi del sistema è nota ( in campo penale; processi prescritti,
processi ai fantasmi, a nomi a impronte; giustizia a doppia velocità
-tempestiva e feroce nei confronti delle fasce marginali, lenta e
inefficace in processi per reati gravi corruzione, criminalità
economica, PA; diritti violati negli istituti di rieducazione e pena,
carcere dalle porte girevoli: ogni anno entrano 90.000 persone e ne
escono 88.000 ) e non spenderò una parola per ricordarla a chi come
noi ogni giorno si confronta con complesse domande di tutela, carichi
di lavoro ingestibili, disfunzioni croniche…e mette in gioco la
propria credibilità e quella della magistratura nel tentativo di
rendere comunque un servizio dignitoso.
Le
proposte legislative di riforma della maggioranza parlamentare
(progetti di legge sulla prescrizione breve/ lunga, intercettazioni
telefoniche, riforme costituzionali) -oltre a non avere uguali nel
panorama europeo- continuano ad esibire un atteggiamento di ostilità
verso la magistratura: anziché volgere a un miglioramento della
giustizia, prendono le mosse da finalità particolari e
indeboliscono la incisività e l’intervento della funzione
giudiziaria e, dunque, della tutela della legalità.
La
crisi delle risorse è conclamata, le scoperture di organico
aumentano e continua la allarmante a diminuzione del personale
amministrativo (non si svolgono concorsi da cancellerie dal 1996);
il blocco del tur over del personale (oltre che degli stipendi) è
previsto fino al 2014 quando si prevede in alcuni uffici il 50% di
scopertura.
I
grandi annunci di informatizzazione della giustizia si scontrano
con la dura realtà di gran parte degli uffici giudiziari fatta di
carta, fascicoli, personale non qualificato e non formato, carenza
di assistenza hardware e sistemica, inadeguatezza degli strumenti
informatici.
Manca
insomma un progetto complessivo che indichi obiettivi e tempi di
realizzazione, manca una politica giudiziaria di investimenti e del
personale capace di pensare “avanti” che prenda le distanze da
interventi episodici disorganici, dettati da contingenze del momento
o da ricerca di consenso, capace di indicare obiettivi, tempi e
raggiungere risultati, invertire la rotta e puntare verso una
giustizia moderna e efficiente.
E’
vero che vi sono stati provvedimenti che fanno sperare a un
cambiamento:
-
una
delle riforme più necessarie è quella delle circoscrizioni
: la geografia giudiziaria deve essere ridisegnata e la legge
delega al governo del 14 settembre 2011 segna un primo significativo
passo e l’occasione per ridimensionare gli uffici secondo reali
esigenze funzionali evitando il sottodimensionamento e definendo
nuovamente le piante organiche. Si tratta di un intervento
indispensabile che condiziona necessaria pera latri interventi che
vogliano restituire efficienza alla funzione giudiziaria. -
Approvazione
alla camera dei deputati del provvedimento di modifica dell’art.
13 DL 160/2006 che consente ai magistrati ordinari al termine del
tirocinio di svolgere funzioni monocratiche requirenti e giudicanti
per reati a citazione diretta offre una speranza contro la
desertificazione delle procure e le scoperture di organico, specie
al sud. -
Alcune
norme che riguardano la giustizia contenute nella manovre
finanziarie di luglio e agosto: possibilità per gli uffici
giudiziari di realizzare convenzioni con università, scuole di
specializzazione e ordini forensi per tirocini formativi di
laureati. Congruo numero di stagisti qualificati che possono
assistere o supportare il lavoro del giudice . Un primo passo e una
occasione per la formazione dell’ufficio del giudice, sempre che
si di che si assicuri una solida formazione a quelli che saranno
magistrati e avvocati operatori della giustizia di domani nonché
adeguati supporti logistici e informatici -
Quanto
poi alla previsione di piani di smaltimento dell’arretrato in
materia civile (art. 37 DL 98/2011) risponde a esigenze di
riduzione di durata dei processi, programmazione del lavoro e azione
per obiettivi sicuramente condivisibili; ma se agganciata ad una
politica di incentivi parametrati ad una produttività numerica
fissa, che prescinde dalle condizioni obiettive dell’ufficio ed è
uguale per tutti, il risultato sarà quello di premiare coloro che
hanno lavorato meno -e dunque non hanno difficoltà ad aumentare la
produttività- mentre chi già lavorava, a condizioni immutate di
organico e risorse, sarà penalizzato.
L’inadeguatezza
del quadro complessivo è tuttavia sotto gli occhi di tutti.
Eppure
innovazione e organizzazione non sono rimaste solo parole…
Innovazione
è il complesso di attività che dirigenti capaci e adeguati e
magistrati attenti e responsabili stanno gestendo in molti uffici
giudiziari: grande impegno, forte passione e cambiamento culturale
hanno consentito a molti di uscire dalla logica delle vane attese di
riforme salvifiche e hanno dimostrato che è possibile migliorare le
risposte di giustizia, secondo le linee del modello costituzionale,
lavorando con le sole risorse e gli strumenti legislativi esistenti.
Tanti
sono gli esempi sul territorio (Bolzano, Modena, Monza, Lecce e
altri)
Uomini
e donne che hanno compreso che l’analisi analisi dei ruoli,
l’organizzazione del lavoro, la capacità progettuale, la
collaborazione tra uffici giudiziari che compongono la catena del
processo e tra magistrati, avvocati e personale amministrativo sono
indispensabili al cambiamento e sono il presupposto necessario per
accedere all’informatizzazione. Operatori della giustizia che
hanno capito che l’uso delle tecnologie e le richieste di risorse
“calate dell’alto”, senza progetti sviluppati tenendo conto
delle esigenze concrete dei diversi uffici giudiziari, non consente
alcun miglioramento.
Dirigenti
che sono stati capaci, nella carenza di risorse umane e materiali e
di adeguati progetti elaborati “al centro”, di promuovere
collaborazioni con gli enti locali, di sensibilizzare la
collettività territoriale della importanza del funzionamento del
servizio giustizia, di realizzare progetti di innovazione e
informatizzazione calati in un contesto preparato e motivato al
cambiamento.
Ne
è derivata una forte esigenza di trasparenza e rendicontazione degli
obiettivi dichiarati e di quelli raggiunti, una grande attenzione ai
risultati e ai tempi per ottenerli, un miglioramento delle
performance del servizio e una crescita professione e di credibilità
della magistratura.
Il
Ministero non potrà non tenere conto del cambiamento: per adempiere
al ruolo assegnatogli dalla costituzione, di responsabile della
organizzazione degli uffici, dovrà coordinare, iniziative e
progetti, concordare piattaforme e standard comuni, supportare gli
uffici giudiziari e garantire omogeneità e “uguaglianza” nell’
amministrazione della giustizia almeno ai “livelli essenziali”.
Occorre
utilizzare le risorse disponibili, diffondere gli strumenti
organizzativi già sperimentati dei diversi territori, coordinandoli
con i progetti ministeriali già avviati che hanno dato buoni frutti,
sperimentare, senza mai arrendersi, ogni proposta o progetto capace
di portare innovazione, fondato sulla condivisione di metodo e
strumenti tra gli attori del processo.
La
prospettiva auspicabile è quella di una leale collaborazione e
intercambio continuo tra Ministero uffici giudiziari e CSM che sappia
progettare il cambiamento assicurando efficienza del sistema e
garantendo professionalità e indipendenza della magistratura.