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No a scorciatoie antigarantiste nelle indagini sulla tratta dei migranti
Gli organi di informazione hanno dato
risalto alle dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Catania sull’asserita
esistenza di un «gravissimo fenomeno criminale» legato al
finanziamento, da parte di organizzazioni criminali dedite al traffico di essere
umani, di alcune ONG impegnate nel salvataggio in mare dei migranti.
Si tratterebbe, secondo le parole dello
stesso Procuratore −
verosimilmente ascrivibili a un malinteso tentativo di far emergere alcune
preoccupazioni − di una «certezza» basata su «fonti di
conoscenza reale ma non utilizzabile processualmente».
Riteniamo che la diffusione da parte di chi
rappresenta l’autorità giudiziaria di tali notizie − fra l’altro accompagnate dalla
precisazione che si tratta di fonti non acquisite nel corso di attività di
indagine e dunque non pubblicamente verificabili − rischi di danneggiare unicamente le
persone e le associazioni impegnate a salvare in mare quante più persone
possibili e finisca per fornire argomenti a chi persegue la strategia di
delegittimazione, a fini politici ed elettorali, dell’operato prezioso delle
ONG.
Vicende come questa, inoltre, rendono
concreto il pericolo di alimentare nell’opinione pubblica una grave confusione
sulla funzione del diritto penale e sui compiti della giurisdizione, senza
alcun vantaggio in termini di accertamento dei reati e dei fenomeni di
inquinamento denunciati.
Sono allarmanti le dichiarazioni dell’on. Di
Maio, riportate oggi dalla stampa e non smentite, sulla necessità di modifica
normativa «affinché la procura di Catania possa utilizzare» quelle «intercettazioni come prove per un processo»: si prospettano in tal
modo soluzioni che rischiano di creare precedenti pericolosi per tutti i
cittadini, esposti all’uso processuale di dati conoscitivi acquisiti ad altri
fini e, per questo, con procedure non vincolate dal rigoroso e inderogabile
sistema di garanzie previsto per la formazione della prova e l’accertamento
della responsabilità penale.
Saremo in grado di vincere le grandi sfide
che ci pone l’immigrazione solo se sapremo apportare un contributo di
conoscenza e consapevolezza a un dibattito pubblico troppo spesso dominato da
allarmismi, mistificazioni e strumentalizzazioni e riaffermare i principi dello
stato di diritto e della tutela delle libertà individuali contro la tentazione di
pericolose scorciatoie antigarantiste.
Comitato esecutivo di Magistratura democratica, 29 aprile 2017