di Roberto Braccialini, giudice del Tribunale di Genova
Federico è stato un magistrato democratico nel senso più pieno
perché ha ispirato la sua vita professionale ai valori costituzionali,
consapevole che l’esercizio della giurisdizione non richiede solo studio e
cultura, ma anche capacità di comprensione e umanità
Federico Vignale se ne è
andato come era nel suo stile: senza clamore, lasciandoci tutti interdetti
perché sapevamo di qualche acciacco qua e là, ma non avremmo mai immaginato uno
sviluppo così drammatico e improvviso che ha colto tutti di sorpresa. E quando
lo vedevi ancora in giro a certi selezionati convegni, sempre insieme ad Ada, dove
lo portava la sua vivacissima curiosità non smarrita negli anni della pensione,
non ti veniva neanche in mente che potesse un giorno stare male…
L’ho conosciuto piuttosto
tardi, quando si è trasferito nel nostro distretto e io ero il predecessore di
Lucia come segretario sezionale di Md.
Me lo ricordo sempre presente
alle riunioni del gruppo, a dare quel suo speciale contributo fatto di
riflessioni ed argomenti: senza mai alzare la voce, con un profondo rispetto
per l’interlocutore, ma anche con idee ben chiare sul significato di militare
da una vita in una corrente complicata e vivace come Md.
Lo ricordo poi attrezzato e
pronto, quale giudice d’appello, a dialogare con noi “giovanotti” nella quasi
esaltante stagione di avvio del nuovo codice di procedura penale, nel tentativo
di costruire un vero strumento di accertamento della verità secondo le regole e
le garanzie. Confermandoci con le sue coerenti decisioni nell’idea che il
rapporto tra primo e secondo grado non è fatto solo di rivisitazione delle
bucce, ma di un colloquio fruttuoso e circolare: Federico alla pari dignità
delle funzioni ci credeva davvero!
Immagino poi tutta la sua
soddisfazione sapendo che il suo esempio è stato seguito con la stessa passione
e dedizione dalla nostra grande Lucia, a cui siamo tutti particolarmente vicini
in questo momento. Così come siamo vicini alla cara Ada, che ha diviso con lui
e con noi tanti impegni associativi e culturali.
Inutile spendere altre
parole, che direbbero poco a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e non
basterebbero a spiegare agli altri quanto Federico sia stato un Maestro per una
generazione di magistrati, con la sua dialettica pacata, a tratti sorniona, ma
sempre efficace e “maieutica”; sempre così intellettualmente stimolante.
Confido che i magistrati
liguri lo vorranno ricordare degnamente con un’iniziativa di studio a lui
dedicata e, se posso avanzare una proposta sul tema, mi piacerebbe proprio che
avesse per oggetto i poteri officiosi del giudice penale, perché ricordo una
sua memorabile decisione d’appello sull’art. 507 cpp che fece tirare un grande
sospiro di sollievo a noi giudicanti di primo grado, spiegandoci che non
eravamo condannati a metterci il salame sugli occhi.
Ciao, Federico, e grazie!
______________________________
n.d.r:
Federico Vignale è scomparso a Genova il 2 dicembre 2017
04/12/2017