Il commento
Una vignetta che vale un editoriale
La vignetta di ElleKappa pubblicata su La Repubblica (foto tratta da La Repubblica) di sabato 10 maggio è, come al solito, un vero e proprio editoriale: "Gli italiani pensavano di avere sconfitto la corruzione venti anni fa. Invece l'avevano solo eletta".
Senza ricordare gli uomini d'impresa e di partito che hanno avuto assicurato un seggio parlamentare al solo scopo di garantirsi da possibili / probabili indagini e processi, la diffusione venti anni dopo del fenomeno corruttivo non emerge solo dal ripetersi degli interventi giudiziari ma dal convergere di tutti gli indicatori che gli esperti del settore e la stessa Unione Europea utilizzano per misurare un fenomeno che vede l'Italia protagonista negativa.
Eppure ancora oggi leggiamo e ascoltiamo organi di stampa parlare di indagini a orologeria e di invadenza dei magistrati. Sono discorsi che da anni si ripetono sempre uguali e che potrebbero, forse, avere una legittimità se i responsabili dei beni collettivi e le organizzazioni politiche che di fatto li controllano avessero in questi lustri affrontato davvero i problemi strutturali e culturali che costituiscono la base e la ragione della degenerazione della cosa pubblica.
Così non è stato e "la politica" può solo rimproverare a se stessa la condizione desolante di un Paese che continua a sperperare fiumi di denaro pubblico, ad arricchire posizioni parassitarie, a distorcere i rapporti economici e gli stessi processi democratici.
Quanto, poi, alle forme di intervento che sono state adottate dai magistrati, credo ogni cittadino consapevole e sgombro da pregiudizi sappia apprezzare i meccanismi di difesa e di giustificazione che scattano fra i responsabili degli abusi e l'emergere di vere e proprie strutture destinate a inquinare le prove e a garantire fughe e impunità.
A dimostrazione che non si è in presenza di errori o reati occasionali, ma di meccanismi collaudati e affinati nel tempo che si rivelano tanto diffusi e invadenti da incappare spesso nei controlli che, nonostante tutto, la polizia e la magistratura doverosamente continuano a coltivare.
Luigi Marini
(12 maggio 2014)
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