L’ennesimo tradimento della democrazia

I fatti di Santa Maria Capua Vetere

L’ennesimo tradimento della democrazia

Le immagini dei pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ci richiamano alla necessità di porre al centro della riflessione i temi della tortura, della violenza di polizia e dell’uso eccessivo della forza da parte chi detiene il monopolio della violenza. Nella convinzione che, in questo campo, la prevenzione degli abusi passi anche attraverso una ri-costruzione culturale, politica e simbolica del concetto di "ordine pubblico", oltre che per un serio ripensamento dei modelli organizzativi delle agenzie di polizia. 

A luglio 2021 saranno venti gli anni trascorsi dai fatti del G8 di Genova. Nomi come Diaz e Bolzaneto evocano quella “eclisse della democrazia” sulla quale ancora dobbiamo riflettere. 

Nell’anniversario di quel dramma, le immagini dei pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e le parole del comunicato stampa della Procura della Repubblica di quella città dimostrano che abbiamo ancora davanti, e non alle spalle, i problemi della tortura, dell’uso eccessivo della forza da parte chi detiene il monopolio della violenza, dei modelli organizzativi delle agenzie di polizia, dei depistaggi e delle coperture istituzionali, delle reticenze ascrivibili allo spirito di corpo, delle impunità, delle difficoltà a svolgere inchieste effettive sugli abusi. Questioni essenziali per la democrazia. L’uso della violenza non sta di casa soltanto a Minneapolis.  

Assistiamo profondamente feriti al ripetersi di dinamiche già conosciute anche in sede giudiziaria: pianificazione delle aggressioni, modalità dei pestaggi (dal “corridoio umano” ai colpi alle dita della mano), coperture, percezione di impunità, riduzione della persona detenuta a oggetto nelle mani del potere dei custodi. 

Anche a fronte dell’evidenza delle immagini non faremo l’errore di dare per accertata la responsabilità degli indagati. Dinamica dei fatti e responsabilità individuali sono rimesse all’accertamento dell’autorità giudiziaria. E, tuttavia, avvertiamo questa vicenda come l’ennesimo tradimento della democrazia.

Magistratura democratica continuerà a porre il tema della violenza di polizia al centro della sua riflessione, nella convinzione che prevenzione e repressione degli abusi di polizia nell’uso della forza non passano soltanto attraverso le doverose sospensioni e rimozioni delle cd. mele marce, dei singoli che eccedono, ma attraverso un serio ripensamento dei modelli organizzativi delle agenzie di polizia – a partire dall’adozione dei codici identificativi – e del concetto di ordine pubblico che siamo tutti chiamati a costruire a livello culturale, politico, simbolico.

29/06/2021

Articoli Correlati

Intervento

Proviamo a fare bene

Da mailing list Anm - Intervento di Simone Silvestri all'assemblea distrettuale Anm Toscana del 9 dicembre 2024

Comunicati

La giustizia, le critiche, le persone. La necessaria tutela di un bene comune


Si ripetono con preoccupante frequenza e con crescente aggressività violente intimidazioni a chi - con diversi ruoli - assume su di sé il peso di vestire la toga.

Comunicati

Le dimissioni di Iolanda Apostolico turbano l’intera magistratura


Giustizia: Musolino (Md), dimissioni Apostolico turbano intera magistratura. (LaPresse) 

Comunicati

Plenum straordinario di martedì 3 dicembre 2024: nuovo TU sulla dirigenza giudiziaria


Ieri pomeriggio si è tenuto il secondo plenum straordinario per la discussione e votazione delle due proposte di modifica del TU sulla dirigenza giudiziaria

Comunicati

La riforma del Testo Unico Dirigenza giudiziaria: il Csm ha rinunciato a un radicale cambio di metodo


Oggi il Consiglio superiore della magistratura ha deliberato la revisione del Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria. La maggioranza ha scelto di non mutare metodo e di non ascoltare la domanda di cambiamento reale che proviene da tutta la magistratura.