Gli interrogativi sul caso Fiorillo

Ordinamento

Gli interrogativi sul caso Fiorillo

di Esecutivo di Magistratura Democratica
Verso un disciplinare sempre più formalistico?

ROMA - La sanzione disciplinare mossa alla collega Fiorillo ha sollevato molti interrogativi. Le ragioni della Procura Generale e quelle della difesa, svolta da Nello Rossi, sono ascoltabili sul sito di Radio Radicale e ci auguriamo che le motivazioni della sentenza fughino i tanti dubbi che sono stati posti in queste ore. Tuttavia, rileviamo come l’episodio si presti a valutazioni generali che vanno ben oltre la singola vicenda.

La collega è intervenuta per raccontare quale era stato il suo contegno quando era stata interpellata dal personale della Questura di Milano, che aveva fermato la minorenne Ruby. Tanto per smentire la tesi diffusa dall’allora Ministero degli Interni. Ha ritenuto di farlo dopo che giorni di polemiche avevano anche messo in dubbio la sua professionalità ed onorabilità.

Ci chiediamo, anche alla luce dell’odierno assetto delle Procure, perché tale onere non sia stato adempiuto dal Capo del suo Ufficio, che aveva titolo e legittimazione a farlo. Se ciò fosse avvenuto, con un’informazione chiara e tempestiva, forse la collega non si sarebbe trovata nelle condizioni che hanno portato oggi alla condanna disciplinare.

Il modello di Procuratore disegnato dalla riforma impone anche questo genere di interventi , diretti sia a soddisfare le esigenze dell’opinione pubblica, sia a dare serenità ai singoli sostituti, tenendoli lontani dalla ribalta mediatica. Sarebbe giusto che gli organi di autogoverno valutino i Capi degli Uffici anche da come gestiscono tali situazioni.

La giurisprudenza disciplinare pare assumere sempre più una connotazione formalistica, tutta concentrata sulla verifica della sussistenza degli estremi astratti dell’illecito. Sarebbe auspicabile un’impostazione, invece, più vicina al caso concreto che tenga conto delle condizioni storiche ed ambientali in cui si è verificato l’illecito e che sappia cogliere l’effettiva offensività del fatto.

Comitato Esecutivo Magistratura Democratica

(14 maggio 2013)

14/05/2013

Articoli Correlati

Comunicati

Dopo le elezioni: la vitalità dell’Associazione nazionale magistrati, la realtà articolata dell’associazionismo


In un momento storico particolarmente delicato per l’ordine giudiziario, la Magistratura è stata chiamata a rinnovare i propri organi rappresentativi.

Comunicati

La dichiarazione di Claudio Galoppi è condivisa?


In un articolo pubblicato il 18 gennaio e ripreso oggi da Il Giornale, viene riportata, tra virgolette, una dichiarazione di Claudio Galoppi, individuato come “leader della magistratura moderata”, che ha definito “una pagliacciata” l’iniziativa deliberata dall’Anm e svoltasi sabato alle inaugurazioni dell’Anno giudiziario.

Comunicati

Una manifestazione seria, partecipata, significativa


Le cerimonie di inaugurazione dell'Anno giudiziario svoltesi oggi hanno dimostrato come sia stata opportuna la scelta del comitato direttivo centrale dell'Associazione nazionale magistrati di far testimoniare ai magistrati italiani la contrarietà a una proposta di riforma della Costituzione, che, nel colpire la magistratura, sarebbe destinata ad alterare profondamente gli equilibri della nostra democrazia. 

l’Associazione Nazionale Magistrati che verrà

Governare la transizione digitale, non esserne governati

Abbiamo scelto di essere magistrati per essere soggetti soltanto alla Costituzione e alla legge, non per diventare ossequienti e inchinati a qualche “alta magistratura” o a qualche altro potere

INSIEME

possiamo fare dell’Anm il luogo dove difendere la dignità, il prestigio, la libertà di ciascun magistrato