Ordinamento
Gli interrogativi sul caso Fiorillo
ROMA - La sanzione disciplinare mossa alla collega Fiorillo ha sollevato molti interrogativi. Le ragioni della Procura Generale e quelle della difesa, svolta da Nello Rossi, sono ascoltabili sul sito di Radio Radicale e ci auguriamo che le motivazioni della sentenza fughino i tanti dubbi che sono stati posti in queste ore. Tuttavia, rileviamo come l’episodio si presti a valutazioni generali che vanno ben oltre la singola vicenda.
La collega è intervenuta per raccontare quale era stato il suo contegno quando era stata interpellata dal personale della Questura di Milano, che aveva fermato la minorenne Ruby. Tanto per smentire la tesi diffusa dall’allora Ministero degli Interni. Ha ritenuto di farlo dopo che giorni di polemiche avevano anche messo in dubbio la sua professionalità ed onorabilità.
Ci chiediamo, anche alla luce dell’odierno assetto delle Procure, perché tale onere non sia stato adempiuto dal Capo del suo Ufficio, che aveva titolo e legittimazione a farlo. Se ciò fosse avvenuto, con un’informazione chiara e tempestiva, forse la collega non si sarebbe trovata nelle condizioni che hanno portato oggi alla condanna disciplinare.
Il modello di Procuratore disegnato dalla riforma impone anche questo genere di interventi , diretti sia a soddisfare le esigenze dell’opinione pubblica, sia a dare serenità ai singoli sostituti, tenendoli lontani dalla ribalta mediatica. Sarebbe giusto che gli organi di autogoverno valutino i Capi degli Uffici anche da come gestiscono tali situazioni.
La giurisprudenza disciplinare pare assumere sempre più una connotazione formalistica, tutta concentrata sulla verifica della sussistenza degli estremi astratti dell’illecito. Sarebbe auspicabile un’impostazione, invece, più vicina al caso concreto che tenga conto delle condizioni storiche ed ambientali in cui si è verificato l’illecito e che sappia cogliere l’effettiva offensività del fatto.
Comitato Esecutivo Magistratura Democratica
(14 maggio 2013)
Articoli Correlati
Eventi
Relazione sull'accesso di Magistratura democratica alla Rems di Calvi Risorta del 16 novembre 2024
Il 16 novembre 2024, la sezione napoletana di Md ha organizzato un accesso alla Rems di Calvi Risorta (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza) cui hanno partecipato, oltre ad alcuni iscritti all’associazione, anche magistrati non iscritti ed avvocati dell’Associazione Antigone Campania.
Comunicati
Il Csm interviene a tutela del Tribunale di Bologna
Ci troviamo in un momento storico in cui si ripetono – con frequenza e intensità crescente – ripetute aggressioni mediatiche alla persona di singoli magistrati: si tratta di attacchi gravi per i toni utilizzati – spesso sguaiati, gratuitamente offensivi, quando non violenti – e perché, spesso, provengono da persone che rivestono alti incarichi istituzionali; dichiarazioni che, poi, risultano amplificate dai media, talora con un’ulteriore esasperazione dei toni che rischia di sollecitare – come già sta avvenendo – risentimento e violenza verbale verso chi ha il torto di esercitare una pubblica funzione.
Comunicati
Il Csm riprenda a esercitare la sua funzione di tutela della credibilità dell’Ordine giudiziario
Si ripetono con sempre maggiore frequenza gravi attacchi ai magistrati che – nell’esercizio delle loro funzioni – assumono decisioni sgradite alla contingente maggioranza politica.
Noi e Medel
Dichiarazione sugli attacchi contro la magistratura italiana
MEDEL esprime forte preoccupazione per gli attacchi pubblici e la campagna mediatica in corso contro la magistratura a seguito delle decisioni emesse dalla sezione della protezione internazionale del Tribunale di Roma in relazione ai primi casi di applicazione del cd. Protocollo Italia-Albania.
Comunicati
Le conseguenze della “gogna mediatica”: Silvia Albano denuncia le minacce ricevute alla Procura di Roma
Silvia Albano, giudice esperta in materia di immigrazione, ha da sempre rilasciato interviste di taglio divulgativo sul tema della sua specializzazione, ha partecipato a convegni e occasioni di approfondimento insieme ad altri magistrati, ad avvocati e professori universitari.