di LUIGI MARINI
ROMA – Il Ministro Cancellieri in una intervista al Corriere della Sera di tre giorni fa ha affermato in modo categorico che la scadenza del 13 settembre non conoscerà rinvii e che tutti gli accorpamenti saranno realizzati. Ha aggiunto che la decisione di autorizzare l’utilizzo temporaneo dei locali di otto tribunali sopprimendi risponde alla lettera della legge e alla esistenza di condizioni obiettive (bacino di utenza e caratteristiche del contenzioso ad esaurimento).
Prendiamo atto di queste parole e riteniamo giusto che a distanza di una settimana dall’avvio delle nuove realtà non tornino a presentarsi opzioni di rinvio o di sostanziale disapplicazione che accrescerebbero la confusione provocata dai ripetuti tentativi di rimettere in discussione la riforma nei suoi elementi base.
Molte sedi hanno dimostrato la capacità di gestire un passaggio difficile e molti dirigenti hanno dato prova di lungimiranza e di capacità di programmazione, talvolta a dispetto di realtà locali e di espressioni politiche che hanno ostacolato il cambiamento.
Il fatto che in due sole sedi l’utilizzazione dei locali abbandonati riguardi il processo penale, e coinvolga così la procura della Repubblica, e che nelle altre sei sedi siano coinvolti solo i procedimenti civili sdrammatizza il tema e può essere una occasione di monitoraggio utile ai fini di conoscenza e di analisi.
Adesso sia il Ministero sia il Csm sia le singole sedi devono muovere dalla considerazione che il 13 settembre non è un punto di arrivo, ma una tappa intermedia verso una gestione a regime che deve dimostrare la capacità di fornire risultati che compensino i disagi e la fatica richiesti dalla nuova organizzazione.
IL NOSTRO SPECIALE: UFFICI IN BILICO
(10/09/2013)