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Magistratura e politica

di Esecutivo di Magistratura Democratica

Leggi tutti gli interventi

Dalla presentazione dell’esecutivo di Md (qui la versione integrale)

“La
delicata e complessa questione che investe i rapporti tra
magistratura e politica, si
sta riproponendo
continuamente
alla nostra attenzione. Le reazioni dell’intera magistratura
associata sono le più varie: i dibattiti si accendono, più o
meno violenti, soprattutto sulle mailing list. Spesso le stesse
dirigenze dei gruppi, o gli organi rappresentativi della magistratura
associata, sono sollecitati a prendere posizione, diffondendo
comunicati o documenti. Gli interventi e i dibattiti sul tema, in
genere,

restano ancorati  al caso concreto e all’emergenza, finendo
così, inconsapevolmente, per soffocare una riflessione seria e
meditata. Si
tratta di un dibattito che da sempre attraversa Magistratura
Democratica ma che coinvolge e tocca tutti i magistrati
indipendentemente dalle loro posizioni culturali e appartenenze ed è
per questo che il confronto deve essere aperto a tutti e deve
sollecitare tutte le intelligenze. 

Le
recenti vicende che hanno coinvolto la magistratura in
relazione alle indagini palermitane e alla “trattativa Stato/
mafia” hanno dimostrato, una volta di più, l’urgenza di una
riflessione scollegata dalle emergenze e capace di affrontare e
confrontare le opinioni, anche profondamente diverse, che albergano
nel nostro gruppo. Occorre muovere da un dato di realtà non
seriamente contestabile: la tradizionale posizione di Magistratura
Democratica, secondo cui non può essere imposto alcun vincolo o
preclusione al magistrato in ordine alla libera manifestazione del
proprio pensiero politico, deve misurarsi con la capacità della
magistratura degli ultimi vent’anni di incidere sulla criminalità
politica e di
affrontare un alto numero
di
indagini e processi che vedono protagonista il mondo della politica
in modo trasversale.

Tutto ciò, però, ci costringe a
rivisitare o comunque a reinterrogarci sull’idea che
ciascuno di noi aveva maturato circa i rapporti tra
magistratura e politica e a chiederci se non debbano essere ripensati
i parametri ed i limiti da osservare nella nostra comunicazione con
l’esterno. Nessuno
di noi pensa che la politica sia una realtà da fuggire  perchè
inquinata e inquinante. La politica può essere arte nobile ed è
strumento indispensabile del vivere civile.
Tuttavia, alla
luce
dei
questi
cambiamenti di questi anni, vorremmo riflettere insieme a voi su
senso e spazi della figura del magistrato e sul suo rapporto con la
politica intesa come struttura, sulla partecipazione del magistrato
alla vita politica del Paese in organismi politici locali e nazionali
di natura elettiva, sulla possibilità per il magistrato di
esprimere attraverso il circuito mediatico  la propria
opinione in ordine ad indagini in corso che coinvolgano uomini
politici. Riteniamo che sia importante ragionarci, lontano da
emergenze imposte strumentalmente da altri, con curiosità e capacità
critica, senza fare barricate e senza accusare più o meno
esplicitamente di eresia chi prova a ragionare su questi temi,
provando ad ascoltare davvero voci ed opinioni esterne”.

Abbiamo
pensato a un percorso
diverso da solito:
insomma, non il tradizionale convegno, ma un forum sul nostro sito. (per potervi partecipare basterà seguire queste semplici istruzioni)

Questi i profili problematici su cui ci pare interessante aprire il dibattito:

1.    
E’ giusto
e/o opportuno che un magistrato manifesti esplicitamente idee
politiche, anche mediante la partecipazione a manifestazioni? Esiste
una differenza a seconda che la manifestazione sia stata convocata e
gestita da associazioni indirizzate politicamente o da veri e propri
partiti politici o da periodici o altri mezzi di comunicazione
chiaramente indirizzati politicamente?

2.    
E’ giusto
e/o opportuno che un magistrato partecipi alla vita politica in
organismi politici locali e nazionali  di natura elettiva? E’
giusto e/o opportuno che si candidi in luoghi in cui ha svolto le
funziuoni di magistrato, magari di magistrato inquirente investito di
indagini in materia di pubblica amministrazione? E’ giusto e/o
opportuno che torni a svolgere tali funzioni in caso di mancata
elezione o al termine del mandato? E’ giusto e/o opportuno che
prosegua a fare il magistrato in caso di mancata elezione o al
termine del mandato?

3.    
E’ giusto
e/o opportuno che un magistrato assuma incarichi in sede
politico-amministrativa (sindaco; assessore; etc.)? è solo un
problema di sede/territorio o è una scelta irreversibile?

4.    E’ giusto
e/o opportuno che un magistrato accetti un incarico “fuori
ruolo” su sollecitazione, istanza, segnalazione di un partito
politico?

5.    
E’ giusto
e/o opportuno che un magistrato intervenga nel dibattito pubblico
riguardante direttamente o indirettamente il lavoro giudiziario
svolto in concreto da lui o da altri colleghi? A quali condizioni
simili iniziative rientrano nell’alveo di una legittima critica a
provvedimenti giudiziari?

6.    
Le scelte
politiche di persone cui il magistrato è legato devono renderlo
incompatibile a svolgere determinate funzioni o no? è giusto e/o
opportuno che un magistratro svolga funzioni inquirenti nel
distretto/circondario in cui il coniuge è stato eletto in organismi
politici locali e nazionali o svolge incarichi istituzionali di
nomina politica?

L’esecutivo
di Magistratura Democratica

(17 luglio 2012)


(La lunghezza massima del singolo commento accettata dal sistema è di 1500 battute. Interventi più lunghi vanno divisi in più commenti).

17/07/2012

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