Documento per il Congresso
DOCUMENTO PER IL CONGRESSO
COSTRUIRE AREA
a cura di Donatella Donati
con la collaborazione di Lorenzo Miazzi e Teresa Iodice
1. La storia di Area
1.a I primi passi
La prima formale “intesa” tra Md e Movimento per la Giustizia nacque nel 2002 quando i gruppi scelsero candidati comuni per le elezioni del Csm: l'introduzione dell'attuale sistema elettorale (maggioritario e non più proporzionale) rese necessaria la convergenza dei voti e impose una alleanza “forte” tra le correnti progressiste.
L'accordo diede buoni risultati e furono eletti otto consiglieri. Ma la bontà del risultato (mai più raggiunto nelle successive elezioni) non fu sufficiente a garantire la auspicata compattezza nelle decisioni consiliari né una azione politica condivisa dei gruppi.
Tuttavia da allora qualcosa cambiò: le difficoltà del contesto “esterno”, la campagna elettorale comune, il confronto in ambito associativo consentirono agli elettori dei gruppi “alleati” di comprendere la vicinanza tra i magistrati di “area” e le differenze che li separavano dall'altra parte della magistratura.
Alle
successive elezioni del 2006 Md e i movimenti elessero 7 consiglieri (tre donne
del nostro gruppo). Il confronto sul territorio e il dibattito interno alla corrente
-antecedente e successivo alla competizione elettorale- registrò l’esigenza,
prospettata da una parte del gruppo, di proseguire il percorso comune avviato da Md e MpG di
condivisione delle politiche di autogoverno e di “apertura” a magistrati non iscritti.
Tra le correnti vi furono accordi di
“desistenza” reciproca sulle rispettive candidature che evitarono una
competizione interna all'area.
1 b. Le esperienze territoriali e l’avvio al percorso di area
Da allora si moltiplicarono le esperienze comuni e vi fu una evidente crescita di “sintonia” fra gli elettori dei due gruppi, che, sempre più, si sono riconosciuti in valori comuni e progetti condivisi e hanno cominciato a sentirsi parte di un “area” che raccoglie i patrimoni culturali e politici delle due correnti e i contributi di tanti magistrati non iscritti.
Le esperienze territoriali dimostrarono di sapere “andare oltre” il mero cartello elettorale fra i gruppi. Si avviarono lavori comuni nell’autogoverno e nelle giunte associative locali con programmi condivisi e presentazione di liste unitarie. Le prime esperienze furono quelle della Puglia (Insieme), del Veneto (Dialogo per la Giustizia) e di Milano (Progetto Giustizia), che sperimentarono liste unitarie e gruppi unici per i consigli giudiziari, ottenendo buoni risultati. Anche in altri distretti si diede vita a liste e programmi unitari e a forme di collaborazione tendenzialmente stabili (Emilia Romagna), mentre in altri territori ci si limitò a convergenze e ad alleanze elettorali.
L’11 luglio 2009, all’esito di un incontro allargato fra la dirigenza di Md e quella di Movimento/articolo 3, il Consiglio Nazionale di Md deliberò l’avvio di un progetto volto alla “costruzione di un percorso più ambizioso rispetto la mera costruzione di un’alleanza elettorale, che in passato ha evidenziato i suoi limiti e la sua asfitticità, ma che ambisce ad avvicinare una platea più ampia della semplice sommatoria degli aderenti dei due gruppi, per cercare aggregazione e consenso innanzitutto su di un programma per l’autogoverno che si basi su valori condivisi…” Il progetto proponeva di partire dalla costruzione “dal basso” di un programma elettorale scegliendo le candidature, attraverso modalità da definire. Si prendeva atto della esistenza di realtà territoriali di “area” che costituivano una aggregazione spontanea e un punto di riferimento stabile per “una base che rischia però la demotivazione e lo smarrimento se non si trovano luoghi diffusi e modi convincenti per riaprire un canale di comunicazione e di confronto rivolto… non solo e non tanto al movimento, ma alla base dei magistrati che ai nostri gruppi guarda come possibilità concreta e radicata per riavvicinarsi all’impegno”.
2. Le primarie di Area. Il congresso di Napoli. Le elezioni della Anm
Dopo un acceso confronto sulla proposta della Giuntadell’Anm di “primarie associative” per le elezioni del Csm, divenuta irrealizzabile la consultazione, si sperimentarono le primarie di Area. Non può non riconoscersi la positività della esperienza che vide la partecipazione di migliaia di magistrati alla scelta di 7 candidati per le elezioni del Csm (con un accordo che prevedeva 4 candidature per Md e 3 per MpG, anche in deroga agli esiti delle consultazioni). L’esito elettorale purtroppo tradì le aspettative e il generoso lavoro svolto sui territori da candidati e elettori: la prima rappresentanza comune al consiglio vide una ulteriore diminuzione dei seggi al numero di 6.
Al congresso di Md di Napoli i rappresentanti dei distretti di Bari, Milano, Venezia e Lecce, presentarono una mozione che fu approvata quasi all’unanimità. Con essa Md si impegnava a: promuovere “in ogni distretto assemblee aperte a tutti i magistrati che si riconoscono nei valori di Area”; agevolare “la creazione nei distretti di forme stabili di collegamento dei magistrati di Area, secondo le modalità, adeguate alle condizioni locali, decise dalle assemblee aperte”; favorire “ la creazione di collegamenti a tutti i livelli fra le esperienze di Area nell’autogoverno e nell’associazionismo nei distretti”; individuare “anche valorizzando l’attività del gruppo consiliare di Area nel Csm, iniziative comuni ai due gruppi e aperte all’Area, moltiplicando le positive esperienze come quella di Lampedusa”; impegnarsi a “favorire la presentazione di liste di Area in tutte le competizioni elettorali dell’autogoverno e dell’associazionismo, con la scelta ove possibile di candidati comuni attraverso meccanismi aperti a tutti i magistrati anche non iscritti ma che si riconoscono in tale quadro, a cominciare dalle prossime elezioni del CdCdell’Anm.”
In vista delle elezioni del CdcAnm, il Consiglio Nazionale del 14 gennaio del 2012 approvò il programma e la lista dei candidati di Area: le dirigenze in esito ad un confronto proficuo, se pure in alcuni momenti complicato, avanzarono una proposta che tenne conto delle indicazioni programmatiche e di candidature provenienti delle assemblee e delle consultazioni effettuate nei distretti.
Il
Consiglio nazionale auspicò il massimo
impegno per sostenere il progetto di Area ed essere credibili nei confronti
della magistratura; tuttavia rilevò come “quel
progetto debba entro breve essere esaminato e valutato in modo approfondito:
per comprenderne le potenzialità reali, esaminarne i limiti e fare un bilancio
serio a distanza di due anni dalla scelta di investire su Area per le elezioni
del Csm.”
3. Le criticità delle rappresentanze di Area in ANM e al Csm
L’esito delle elezioni del CdCdell’Anm, l’attività associativa del gruppo misto e il lavoro della rappresentanza comune al Csm sono state più volte oggetto di verifica critica da parte di Md unitamente all’evoluzione del percorso di Area. Si sono avute difficoltà nel momento di formazione della giunta esecutiva centrale dell’Anm che, per la prima volta, ha visto alla segreteria della associazione un magistrato non iscritto ad alcuna corrente. L’attività associativa è poi proseguita nel segno della continuità con la precedente giunta, creandosi una progressiva coesione tra la componente di Area in CdC.
Aspetti critici si sono registrati nell’attività consiliare, anche in ragione delle difficoltà nei rapporti interni alla componente di Area che hanno portato all’uscita di Nello Nappi dal gruppo unico.La possibilità che la delegazione esercitasse un ruolo molto incisivo nella vita del Consiglio e nei suoi equilibri, ipotizzabile dopo le prime settimane di attività, non ha trovato un seguito effettivo; peraltro è tutta la compagine togata in Consiglio che evidenzia aspetti di criticità di autorevolezza.
4. L’assemblea nazionale di Area
4 a Verso l’assemblea
Nel primo semestre del 2012 un gruppo di magistrati (iscritti a Md, al MpG e non iscritti) con il documento “per un soggetto autonomo di Area”, sottoscritto da circa 100 magistrati, chiesero “un deciso passo avanti” nella costruzione di Area.
Nel giugno del 2012 il Consiglio nazionale ribadì l’impegno del gruppo “nell’ambito di Area per affermare una giurisdizione rispettosa del mandato costituzionale, presidio concreto per i diritti fondamentali delle persone, e per contrastare un modello di magistrato proiettato elusivamente su logiche corporative e su bisogni personalie, nello stesso tempo, lontano dai luoghi di confronto dell’associazionismo giudiziario”. IlConsiglio nazionale ritenne “non più dilazionabile la promozione di momenti di confronto sia in sede locale sia in sede nazionale tra i rappresentati e i rappresentanti di Area negli organi di autogoverno e in Anm” e “necessari incontri tra direttivi di Md e Movimento/Art.3, anche in vista della convocazione di periodiche riunioni di confronto e proposta aperte a tutti coloro che si riconoscono nel progetto di Area, nonché dellapromozione delle attività dei gruppi di lavoro e di iniziative che concorrono alla formazione di una cultura condivisa sui valori di fondo della giurisdizione e sulla loro realizzazione”; valutò positivamente “forme di coordinamento nell’azione di Area a livello territoriale” ; ritenne che “il percorso associativo così delineato richieda una partecipazione attiva dei magistrati che si riconoscono in Md e l’apporto propositivo del gruppo e delle sue risorse culturali e organizzative”
Nel luglio del 2012 Md unitamente al MpG, ha promosso una assemblea comune di Area sui temi dell’”autogoverno” e della “costruzione di area”. Si è costituito un comitato cui è stata demandata l’organizzazione della Prima assemblea nazionale, alla quale parteciparono i componenti delle dirigenze dei gruppi.
4 b I “contenuti” di Area
Dei report delle assemblee diffusi sulle liste emergono le ragioni che hanno consentito in questi anni la costruzione di quel patrimonio condiviso, di quella matrice qualificante, di quella forza aggregatrice che ha saputo avvicinare in un lavoro comune tanti magistrati.
Tali ragioni risiedono principalmente nella volontà di:
- garantire la qualità della risposta di giustizia e l’efficienza del servizio;
- porre al centro della attività giurisdizionale la funzione sociale e gli interessi della collettività;
- tenere lontano interessi corporativi e di carriera, i difetti del correntismo, le logiche clientelari e di appartenenza che inquinano le decisioni e le scelte di autogoverno;
- svolgere il mestiere di magistrato come “servizio” e saper “prendere posizione” nelle scelte da assumere nell’esercizio delle funzioni, nell’organizzazione del lavoro, nei confronti della società civile;
- avere sempre chiari i principi irrinunciabili della Costituzione, primo tra tutti il principio di eguaglianza di fronte alla legge, sia nelle aule di giustizia sia nel confronto con le istituzioni e la pubblica opinione;
Le ragioni di quel patrimonio comune sono anche:
- la consapevolezza che il lavoro a capo chino, la scarsa professionalità, i dirigenti incapaci costituiscono una grave debolezza della magistratura che può metterne in pericolo l’autonomia e essere funzionale a una progressiva marginalizzazione della giurisdizione e che l’inefficienza della giustizia e l’assenza di pensiero politico dei magistrati possono costituire facile giustificazione per l’abbassamento della soglia della tutela dei diritti e del controllo di legalità.
Dunque la sfida dei magistrati di Area è stata ed è quella di un associazionismo più forte (e non certo in via di smantellamento) di un autogoverno autorevole capace di preservare l’assetto costituzionale dei poteri e la qualità della risposta giudiziaria.
Gli strumenti sono la valorizzazione del “patrimonio ideale e culturale dei due gruppi fondativi come motore per l’aggregazione anche di colleghi non iscritti ad alcun gruppo associativo, non per meri fini elettorali, ma per ampliare la partecipazione dei colleghi alla vita associativa” e la “coerenza tra le condotte agite nella giurisdizione, nella vita associativa e nell’autogoverno e i valori proclamati”.
Ne deriva una forte attenzione ai temi dell'autogoverno (valutazioni di professionalità, dirigenza, assetti delle procure, organizzazione degli uffici e regole tabellari) che vanno al cuore del sistema giustizia e delineano il modello di magistrato voluto da Area .
Ne segue l’interesse per una giurisdizione moderna al passo con i tempi capace di innovarsi in campo organizzativo e di promuovere l’utilizzo di strumenti informatici adeguati. Ne è prova l’esperienza del gruppo di Innovazione per Area che è divenuto interlocutore pubblico riconosciuto in materia di rivisitazione degli assetti organizzativi degli uffici giudiziari.
Si aggiunge la necessità di occuparsi della formazione dei magistrati anche attraverso il lavoro del Gruppo misto costituitosi di recente che segue le attività della Scuola e che, insieme ad altri gruppi tematici (europa, civile), contribuisce alla crescita della identità dei magistrati che si riconoscono in Area.
4. c L’Autogoverno
L’Assemblea ha affrontato -in un confronto schietto, stimolante, e costruttivo, che ha saputo tenersi lontano da ipocrisie e falsi moralismi- i fatti oggetto di dibattito sulle liste nei giorni precedenti l'assemblea. Si è preso atto dell'impatto che la mail inviata per errore da Francesco Vigorito alle liste ha avuto sui magistrati che l’hanno letta e sono state disconosciute ancora pubblicamente prassi e comportamenti di singoli magistrati e rappresentanti in autogoverno che quella mail ha evocato. Non è stata messa in dubbio l’azione politica e la buona fede dei consiglieri e delle persone che abbiamo scelto come rappresentanti di Area, che con noi hanno costruito e vogliamo continuino a costruire il progetto politico della magistratura progressista; si è però compresa con grande umiltà la gravità dell’accaduto.
La prospettiva voluta dall’Assemblea è stata quella di un rinnovato impegno dei magistrati di Area nel mettere al bando comportamenti dei singoli volti all’“autopromozione” o alla promozione dell’amico,che costituiscono devianti e insopportabili pressioni sugli organi di autogoverno, e nell’approntare misure efficaci capaci di garantire maggiore trasparenza nel percorso delle valutazioni e delle scelte dei nostri rappresentanti in autogoverno. Un cambio di passo è stato ritenuto ed è necessario; il documento di sintesi dell’Assemblea e il successivo lavoro di elaborazione in corso (a titolo di esempio i lavori di magistrati ex componenti dei CG di Torino e documenti di Area Milano in materia di valutazioni di professionalità) rassicura della esistenza di risorse capaci di costruire risposte concrete alle esigenze rappresentate nel dibattito.
5. L’impegno di Magistratura Democratica.
Area oggi non è più un solo “un luogo” di confronto. Area è già la nostra rappresentanza in Anm e al Csm, nelle Giunte locali e nei Consigli giudiziari. Area è oggi quell’insieme di idee, progetti e gruppi di lavoro che tanti iscritti a Md con grande sforzo hanno contribuito a costruire. Area è oggi un grande impegno nei luoghi associativi e di autogoverno.
In futuro questo impegno non potrà che essere più intenso, se si vuole che il patrimonio politico e culturale di Md sia mantenuto e rafforzato e possa costituire -insieme a quello del Movimento per la giustizia e al contributo dei magistrati non iscritti- il motore di Area.
L’autogoverno-primo e principale terreno comune di Area- vive un momento di grave difficoltà: è evidente la forte esigenza di discontinuità rispetto alle degenerazioni del correntismo così come è altrettanto forte la necessità di preservare il sistema di autogoverno voluto dalla Costituzione da pericolosi attacchi contro i gruppi associativi.
Magistratura democratica deve continuare con determinazione a cercare spazi di cambiamento che assicurino la distanza da scelte inquinate dall'appartenenza (non solo di corrente, ma anche territoriale o legata a rapporti amicali) “resistendo” alle spinte qualunquiste e rivendicando una maggiore coesione del gruppo su una linea politica definita e condivisa che venga discussa all’interno della corrente e nei luoghi di incontro tra rappresentanti e rappresentati di Area, che informi le scelte di chi riveste ruoli negli organi di autogoverno e consenta un autonomo e indipendente esercizio di quella discrezionalità è parte del loro difficile compito.
Gli esiti delle assemblee locali delle quali anche le sezioni di Md sono state promotrici, e gli incontri tra segretari delle sezioni ed esecutivo di Md sui temi di Area precedenti alla assemblea del 30 novembre 2012 hanno confermato l’opinione di favore rispetto alla costituzione di strutture territoriali di Area ed anche rispetto alla costituzione di un organo di coordinamento che sappia essere “la voce” ad Area.
In conformità agli esiti dell’assemblea si è avviata la costituzione di un organismo composto dai segretari dei gruppi o loro delegati e da tre componenti individuati tra coloro che si riconoscono in Area (iscritti o non iscritti ai gruppi), indicati dai territori sulla base di consultazioni tra macroaree. Il Coordinamento, in corso di formazione, sarà un luogo di “elaborazione e promozione” che avrà tra gli obiettivi essenziali quello di proporre una Carta dei valori e forme organizzative permanenti di Area, nonché quello di preparare i prossimi momenti assembleari.
La partecipazione e il convinto impegno della nostra corrente all’organo di coordinamento e ai gruppi di lavoro che lo affiancheranno è indispensabile per la crescita di Area e per mantenere un rapporto tra Md e Area capace di dare forza reciproca alla loro azione politica.
Occorre che il nostro gruppo rinnovi e rafforzi l’impegno nella propria attività di politica giudiziaria, nella riflessione sulla qualità ed efficienza della giurisdizione e tutela dei diritti, nei rapporti con la società civile, la opinione pubblica e le istituzioni: solo così potrà crescere il terreno di impegno della corrente anche nel progetto di Area e il patrimonio culturale, politico e valoriale di Md potrà diventare un “punto di riferimento” per la magistratura progressista. E la nostra corrente saprà arricchirsi di un confronto permanente, allargato anche ai magistrati non iscritti.
L’impegno di Md è quello di “tenere insieme” tutto questo.
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