ROMA – Quando siamo intervenuti criticamene sul richiamo alle “riforme della giustizia” formulato poche ore dopo la sentenza Berlusconi certamente pensavamo agli interventi sulla Costituzione e sulle leggi di ordinamento. Può essere, comunque, utile ad ampliare il quadro leggere il comunicato di InnovazionePerArea che pubblichiamo di seguito.
Dopo i mirabolanti annunci del Ministro della giustizia Alfano e del Ministero Brunetta sulla rivoluzione digitale e organizzativa della giustizia, annunci rimasti senza importanti seguiti reali se non una crescente crisi di risorse e progetti, giungiamo adesso allo stop della prima misura che cercava di dare sostanza all’ “ufficio del processo” e imboccava una strada di novità nel panorama deprimente delle politiche sulla giustizia.
Da anni avanziamo proposte per dare risposte ai problemi della giustizia di ogni giorno, quella che i cittadini ci chiedono e di cui molti commentatori parlano continuamente in una Babele di lingue. Da anni diciamo che la magistratura onoraria ha diritto a un assetto ragionevole e dignitoso, che l’accesso alla magistratura deve essere aggiornato, che l’ufficio per il processo può essere uno strumento formidabile di efficienza e di cambiamento, che l’innovazione sperimentata in alcune sedi deve diventare un volano su cui investire.
Non pretendiamo di avere ragione su tutto, ma solo interventi migliori potranno convincerci se e quando arriveranno.
Non sappiamo se sia vero, come alcuni dicono, che esiste una “lobby” che ha bloccato il cambiamento ed è probabile che siano stati interessi convergenti a condurre a questo risultato.
E se anche fosse vero che la nuova norma poneva problemi di coordinamento con l’esistente il problema avrebbe potuto essere segnalato per tempo e il testo migliorato, evitando di abbandonarlo all’ultimo istante e in questo modo. Una scelta che condanna allo stallo uffici in gradi difficoltà e chiude una strada che molti giovani speravano di percorrere utilmente.
Se questi sono i segnali che provengono dalla politica, abbiamo tutto il diritto di affermare che non siamo noi a difendere l’esistente, ma chi propone cambiamenti che per modalità, contenuti e finalità si rivelano dannosi e, spesso, contrari alla nostra Costituzione. Condannandoci così all’immobilità.
InnovazionePerArea
Questi vengono in tal modo totalmente svuotati e privati di ogni incentivo.
Vince la perpetuazione di un sistema di formazione e di accesso al concorso di magistratura oneroso per i giovani e scarsamente efficace.
Una scelta chiaramente contro i giovani e contro l’efficienza della giustizia.
(8 agosto 2013)