ROMA – Sconfortante il balletto di reati ora sottratti alla carcerazione preventiva, ora inclusi, ora oggetto di ripensamenti. Sconfortante che questo balletto venga qualificato come “questione di civiltà”, quando di civile non c’è niente nel finto dibattito pubblico che parla della drammatica condizione carceraria.
Evitare il carcere preventivo a pericolosi “stalker” o a indagati per illecito finanziamento non ha nulla a che vedere con il sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani.
Allo stesso modo, innalzare da 4 a 5 anni il limite di pena richiesto per la custodia cautelare non può essere certo il rimedio per sanare il degrado delle prigioni del nostro Paese.
Più che una decisione strutturale sembra l’ennesima scelta che rischia di cadere tra le accuse reciproche al primo caso clamoroso.
Sconfortante assistere a modifiche delle nostre leggi nate sull’onda dell’emozione o dettate da piccole furberie. Se questo non é tempo di interventi organici e razionali, meglio risparmiare al Paese le ricorrenti ipocrisie estive. Si cerchi, piuttosto, di aiutare col proprio rispetto coloro che queste leggi sono chiamati ad applicare tra mille difficoltà.
Anna Canepa (segretario generale Magistratura democratica)
Luigi Marini (presidente Magistratura democratica)
(31 luglio 2013)